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In Serie (62) - “YellowStone” (stag. 2) - Fighting Terrorism since 1492.
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In Serie (62) - “YellowStone” (stag.2) - Fighting Terrorism since 1492.    

Taylor Sheridan, il creatore e showrunner, mantiene il saldo controllo sulle redini delle sceneggiature, ma rispetto alla prima annata (il cui bi-pilot era stato scritto col co-creatore John Linson, anche co-produttore col mitico padre, Art) il suo non è più un one man show quasi totale, ché infatti quasi ogni episodio vede la collaborazione diretta in fase di stesura di vari altri autori che si alternano a vicenda: John Coveny, Brett Conrad, Ian McCulloch e - per il dittico finale - Eric Beck.     

E la serie mantiene la poderosa e portentosa - anche se codificata, ma percussiva, rutilante e inesorabile - carica drammatica che era riuscita ad esprimere con la prima stagione, e il pubblico, una volta tanto, premia: gli ascolti della 2x01 e della 2x10 sono pari, anzi di un poco superiori, rispettivamente, a quelli della 1x09 e della 1x01: non solo una conferma, ma una crescita.     

- “Ciò che non ci uccide, Dan...”
- “Non penso sia così. Non credo ci renda più forti. Forse più duri.”
- “È quello l'obbiettivo.”
- “Non puoi diventare più dura di così.”
- “Voglio diventare di Teflon.”
[Beth (Kelly Reilly) a Dan (Danny Huston)]

- “Ti dimenticherai di lei [una razzista wasp (Allison Dunbar, "the Sopranos")] in poche settimane, ma... lei non dimenticherà, mai, il tuo perdono. Questo perseguiterà quella stronza per il resto dei suoi giorni.”
- “Non era tra i miei obiettivi perseguitarla.”
- “Ed è per questo che sarà così.”
[Beth a Monica (Kelsey Asbille Chow)]     

Ed Bianchi (the Wire, Mad Men, BoardWalk Empire, Kings) sancisce il definitivo collegamento che "YellowStone" ha con "DeadWood" (3ª stag., the Movie), mentre tutto il resto, invece, gemma da e collassa in “the GodFather” e “the Sopranos”: cowboy (poliziotti, mandriani/allevatori e proprietari terrieri) e mafiosi: the Hands that Built America.     

E oltre a lui, che dirige i primi 2, si spartiscono i 10 episodi di questa seconda stagione Stephen Kay (3,4,10; Get Carter, the Shield, Life on Mars, Sons of Anarchy), John Dahl (5,6; artigiano e veterano: Kill Me Again, Red Rock West, the Last Seduction, BattleStar Galactica, United States of Tara, Breaking Bad, True Blood, ShameLess, Dexter, the Americans, Californication, the Strain, the Bridge, House of Cards, Justified, Aquarius, Hannibal, the Affair, the Looming Tower, Ray donovan), Ben Richardson (7,8; direttore della fotografia di “Beasts of the Southern Wild”, “1922” e, per Taylor Sheridan, di “Wind River”, del prossimo “Those Who Wish Me Dead” e di alcuni episodi della stessa “YellowStone”) e Guy Ferland (9; Bang Bang You're Dead, the Shield, Saving Grace, the Walking Dead e, sempre in zona Taylor Sheridan, Sons of Anarchy).     

Chiudono il cast: Wes Bentley, Gil Birmingham, Ryan Bingham (che infine riesce ad andarsene sulle proprie gambe, schivando Rip grazie a Kayce, e salutandoci con una song sui titoli di coda: "the Weary Kind" da "Crazy Heart"), Neal McDonough e Terry Serpico (i fratelli Beck), Jefferson White (Jimmy), Hugh Dillon (lo sceriffo), Forrie J. Smith (il vecchio mentore di Rip), Tanaya Beatty (che scompare all'improvviso, di punto in bianco, forse per paura della banda white-trash di cuochi metanfetaminici che stanno col fiato sul collo di Jimmy), Steven Williams [il vecchio cowboy afro-americano che, dopo aver inquadrato il giovane Jimmy, stilandone uno schizzo a china, quasi un acquarello, prima che il ragazzo si dimostri un eccellente rodeo-man ("You ride a horse like a teenager fucks. Bouncing up and down with your eyes wide. Stunned you’re doing it at all!" vs. "Finalmente abbiamo trovato qualcosa che sai fare, Palla di Lardo!"), fiuta l'aria che tira al ranch dei Dutton e pure lui toglie il disturbo al momento giusto]...    

Musiche di Brian Tyler e montaggio di Evan Ahlgren, Gary Roach & C.      

- “Questa è la mia famiglia, sia che voi mi consideriate di famiglia o no.”
- “Dove te ne stai andando?”
- “A casa.”
[Rip (Cole Hauser) a Beth]

- “La casa è così grande che non te ne accorgi quando qualcuno se ne va. […] Questo posto non è casa, Kayce. È un enorme Alamo. […] Questa casa mi spinge a voler sistemare un bambino in ogni stanza. Bambini che corrono ovunque. Ci serve confusione per poterla chiamare casa.”
[Monica a Kayce (Luke Grimes)]

- “Quando lui [John Dutton (Kevin Costner), loro padre] morirà, tu potrai vendere questo fottuto posto, sarò io stessa a dartelo.”
(Beth a Kayce)     

Il prologo del 10° ed ultimo episodio, “Sins of the Father” - un finale di stagione con qualche lieve incertezza di montaggio, ma con una potenza classica furibonda -, vale la visione dell'intera serie: da John Ford a Cormac McCarthy e ritorno, passando per Dabney Coleman (e la "Daddy Doesn't Pray AnyMore" di Chris Stapleton), con una luce, un'atmosfera, una fotografia e un effetto vignettatura che - collateralmente - possono ricordare il "Post Tenebras Lux" di Carlos Reygadas.      

- “Lupi. N'è pieno il mondo.”
(Kayce, parlando di bestie, a Monica, che pensa alle persone.)

Stagione 1 (9 ep., 2018): * * * * ¼. 
- Ep. 1-4, of Horses and Women (****¼)
- Ep. 5-7, of Snakes and Men (****½)
- Ep. 8-9, of Fathers and Sons (****)       

YellowStone” by Taylor Sheridan, stag. 2 (10 ep., 2019): * * * * ¼.

- “I don't think you can get much harder.”
- “I'm shooting for Teflon.”         

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