Espandi menu
cerca
Venezia 2019: Giorno 1
di Redazione
post
creato il

L'autore

Redazione

Redazione

Iscritto dal 20 novembre 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 227
  • Post 506
  • Recensioni 1
  • Playlist 1165
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi


 

Comincia oggi la 76ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Due sono i titoli in concorso che gli accreditati stampa seguiranno oggi: La Vérité, primo lungometraggio fuori dal Giappone della Palma d’Oro Hirokazu Koreeda, e The Perfect Candidate, opera quarta dell’araba Haifa Al-Mansour. 

Ogni giorno in queste pagine troverete un approfondimento legato ai titoli del concorso, accompagnato dalle recensioni dei film visionati dai nostri inviati sul campo, interviste, clip o materiale altro. Quest’anno, la squadra sul posto di FilmTv.it sarà composta dai già noti Supadany, Alan Smithee, EightAndHalf e Maghella. A loro si è aggiunta ufficialmente Yume, per la prima volta accreditata per il sito.  Tenete d’occhio le loro pagine per non rischiar di perdere nessun aggiornamento dal Lido: sono già operativi con le recensioni di Estasi, titolo scelto come preapertura (rec. 1rec. 2).

 

 

Alessandra Mastronardi, madrina del Festival, e Alberto Barbera.

 

Grazie alla preapertura, inoltre, è stato possibile prendere visione della nuova sigla che accompagnerà le visioni.

 

--------------------- 

LA VÉRITÉ

 

A dirigere La Vérité, in sala il prossimo ottobre per BIM Distribuzione, è Hirokazu Koreeda, regista e sceneggiatore giapponese. Nato a Tokyo nel 1962, Koreeda ha cominciato a lavorare nel mondo dei documentari televisivi agli inizi degli anni Novanta, dopo essersi laureato nel 1987 alla Waseda, e ha presentato il suo primo lungometraggio, Maborosi, al Festival di Venezia del 1995 ricevendo l'Osella d'oro. After Life, nel 1998, lo ha fatto conoscere a livello internazionale. Sono seguiti negli anni Distance (in concorso a Cannes), Nobody Knows (con cui l'attore Yuya Yagira ha vinto il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes), HanaStill WalkingAir Doll (presentato nella sezione Un certain regard a Cannes), I Wish (premio per la miglior sceneggiatura al Festival di San Sebastian), Father and Son (premio della giuria al Festival di Cannes), Little Sister (in concorso a Cannes), Ritratto di famiglia con tempesta(selezionato al Certain Regard) e The Third Murder (legal thriller in concorso al Festival di Venezia). Nel 2018 con Un affare di famiglia ha vinto la Palma d'Oro al Festival di Cannes e infranto i record al box office dei suoi precedenti lavori. 

Protagoniste principali di La Vérité sono le attrici Catherine Deneuve e Juliette Binoche. La Deneuve, mito dei cinema francese protagonista di titoli come Bella di giorno e Repulsion, recita nei panni di Fabienne, attrice sul viale del tramonto. La Binoche, reduce dai set di Il mio profilo migliore e High Life, presta il volto a Lumir, figlia di Fabienne, allontanatasi dalla madre tempo prima per le incomprensioni del loro rapporto. Hank, il marito americano di Lumir, è invece supportato dall'attore e regista Ethan Hawke, protagonista tra gli altri di Prima dell'alba e First Reformed - La creazione a rischio.

 

Ethan Hawke, Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Clémentine Grenier

Le verità (2019): Ethan Hawke, Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Clémentine Grenier

 

Di cosa parla 

Sceneggiato dallo stesso Koreeda, La Vérité racconta la storia di Fabienne, una star del cinema francese circondata da uomini che la adorano e la ammirano. Quando Fabienne pubblica la sua autobiografia, la figlia Lumir - assente da tempo - fa ritorno a Parigi da New York con il marito Hank e la figlioletta Charlotte. L'incontro tra Fabienne e Lumir si trasformerà velocemente in confronto e resa dei conti. 

La Vérité è il primo progetto di Koreeda al di fuori del Giappone. A raccontarne la genesi sono le parole dello stesso regista: "Se ho osato avventurarmi in un film all'estero, in una lingua che non è la mia e con una troupe totalmente francese, è solo perché ho avuto la fortuna di incontrare Juliette Binoche, colei che ha fatto scattare la scintilla. Ci siamo conosciuti quando è venuta in Giappone nel 2011 e mi ha detto allora che avremmo un giorno dovuto far qualcosa insieme. Il suo suggerimento è stato il punto di partenza per questo progetto: vorrei prima di ogni cosa esprimerle tutto il mio rispetto e la mia gratitudine per l'audacia mostrata.  Al centro della sceneggiatura di La Vérité c'è il copione di una storia che ho iniziato a scrivere nel 2003 sulla notte in un camerino di un'attrice teatrale alle prese con i conti di fine carriera. Ho trasformato quella storia, inizialmente nata per il teatro, in una vicenda che coinvolge un'attrice di cinema e la figlia che ha messo da parte il proprio sogno di diventare anch'ella attrice. Durante la riscrittura, ho chiesto diverse volte a Catherine Deneuve e Juliette Binoche cosa significasse per loro la recitazione e le loro risposte hanno finito per entrare nella storia di Fabienne e Lumir, ridefinendola". 

"Ho voluto che la storia si svolgesse in autunno - ha proseguito Koreeda - perché volevo sovrapporre ciò che la protagonista affronta alla fine della sua vita con ciò che il paesaggio parigino offre alla fine dell'estate, la sua stagione più bella. Spero che il pubblico noti come il verde dei giardini cambi lentamente con l'avvicinarsi del dell'inverno, accompagnando l'evolversi della relazione tra madre e figlia e colorando quel momento della loro esistenza. Durante le riprese, Ethan Hawke mi ha detto che nel fare un film non è importante parlare la stessa lingua: ciò che conta è condividere la stessa visione dell'opera che si desidera realizzare. Le sue parole e il suo supporto mi hanno aiutato a rimanere me stesso e a non perdere fiducia in ciò in cui da sempre credo. Grazie a Ethan, la piccola Clémentine (Grenier) - alla sua prima esperienza da attrice - ha trovato in maniera naturale la sua dimensione ideale, rivelando forte personalità e vitalità. Io ed Ethan l'abbiamo diretta insieme: Ethan da davanti alla telecamera ed io da dietro. Come spesso fanno i bambini sul set dei miei film, Clémentine ha osservato con filosofia il confronto tra gli uomini della storia leggermente sopraffatti e le donne intrappolate dal loro passato". 

Ha poi aggiunto: "Ho fatto in modo che La Vérité fosse un film non solo serio ma anche spensierato, in cui dramma e commedia convivono come nella vita reale. Spero che la chimica tra gli attori e lo sguardo divertito della bambina riescano a stabilire il giusto tono con cui seguire la vicenda. E infine... Non riesco a terminare il mio pensiero senza menzionare Catherine Deneuve. Non si è mai lamentata dei continui cambi di sceneggiatura, mantenendo inalterata la sua voglia di recitare. Avere il mio film nella sua filmografia, prestigiosa quanto la storia del cinema francese, è per me fonte di orgoglio e di ansia. Sul set, Catherine era allegra, adorabile e deliziosamente birichina: l'intera troupe era come sotto incantesimo al suo cospetto. Se una fresca brezza di allegria e libertà si avverte lungo il film (ambientato principalmente all'interno di una casa di famiglia), lo si deve al fascino e alla delicatezza di Catherine e Juliette". 

"La Vérité - ha concluso il regista - è il risultato di tutti gli sforzi e la fiducia che i miei attori e la mia troupe ha rimesso in me; è stato realizzato dai migliori professionisti sulla piazza, a cominciare dal direttore della fotografia Gautier. Spero che il piacere che ho provato io a stare sul set si percepisca sullo schermo e che gli spettatori lo assaporino. Il mio lavoro è dedicato a Kirin Kiki, attrice giapponese la cui scomparsa mi ha profondamente segnato sia come regista sia come uomo e amico. Cosa rende tale una famiglia? La verità o le bugie? Che cosa scegliere tra una crudele verità o una gentile bugia? Sono queste le domande che ho continuato a pormi durante le riprese. Mi auguro che chiunque veda il film colga l'occasione per trovare le proprie risposte". 

 

 --------------------- 

THE PERFECT CANDIDATE

 

A dirigere The Perfect Candidate, nelle sale italiane con Academy Two, è Haifaa Al Mansour, regista e sceneggiatrice araba. Haifaa Al Mansour è nota per essere la prima regista donna proveniente dall'Arabia Saudita. Considerata una delle figure cinematografiche più rilevanti del mondo medio-orientale, ha studiato letteratura comparata all'università americana a Cairo, in Egitto, e ha completato gli studi con un master all'università di Sidney. Nel 2005 il successo del suo documentario Women Without Shadows ha influenzato una nuova ondata di cineasti e ha riportato il cinema sulle pagine dei giornali della sua nazione, spaccando l'opinione pubblica in due. Il suo primo lungometraggio di finzione, La bicicletta verde, è stato presentato al Festival di Venezia 2012 e ha destato non poche polemiche nel mondo arabo per come, rompendo dei tabù, dipinge le vite (recluse) delle donne saudite. Cooptata subito da Hollywood, ha diretto Mary Shelley e, per Netflix, Dacci un taglio

Protagonista di The Perfect Candidate nei panni di Maryam è l'esordiente Mila Al Zahrani.

 

Mila Al Zahrani

The Perfect Candidate (2019): Mila Al Zahrani

 

Di cosa parla 

Sceneggiato da Haifa Al Mansour con Brad NiemannThe Perfect Candidate racconta la storia di una dottoressa di una piccola città saudita che, stanca a causa delle disparità di genere, decide di prendere la situazione in mano e di candidarsi alle elezioni locali, sfidando non solo il sistema ma anche se stesso. Maryam svolge con passione la sua attività medica in una clinica ma spesso alcuni uomini rifiutano di farsi curare da lei in quanto donna. Rimasta senza madre, come le due sorelle vive con un padre che ha sempre mantenuto vivo il ricordo della moglie scomparsa. Quando il genitore, di professione musicista, parte per un tour, Maryam non può rinnovare il suo permesso di viaggio - documento con cui fino a non molto tempo fa i maschi di una famiglia concedevano alle loro donne il permesso di mettersi in viaggio da sole - e non può prendere parte a una conferenza medica. Frustrata dall'episodio e dagli atteggiamenti ostili in cui continua a imbattersi in ambiente lavorativo, Maryam prende il toro per le corna: per cambiare lo stato delle cose, si candida alle elezioni comunali, sfidando tutto e tutti.  

The Perfect Candidate segna il ritorno della regista a tematiche a lei più vicine. Ha dichiarato a proposito del film: “The Perfect Candidate è incentrato sulla figura di una dottoressa saudita che, sfidando il sistema patriarcale, si candida alle elezioni del consiglio municipale con l'obiettivo di riparare la strada che conduce all'ospedale dove lavora. Attraverso il suo percorso, voglio mostrare una visione ottimista del ruolo che le donne saudite possono ricoprire nella società unitamente al contributo che possono dare nell'atto di forgiare il proprio destino. Voglio incoraggiare le donne saudite a cogliere un'opportunità e a liberarsi dal sistema che ci ha deliberatamente ostacolato così a lungo. Il cambiamento deve necessariamente essere sostenuto e guidato dalle persone che hanno particolarmente bisogno di miglioramenti e di maggiore mobilità nella vita quotidiana". 

"Il significato sottinteso del film - ha proseguito la regista - ruota attorno alla necessità di celebrare e rendere omaggio alle nostre profonde tradizioni culturali e artistiche e di lasciare che esse guidino gli sforzi necessari a promuovere il processo di sviluppo e di modernizzazione del Paese. Tutte le manifestazioni artistiche pubbliche sono state proibite nella fase moderna di sviluppo del Paese. Ma con la riapertura di sale da concerto, cinema e gallerie d'arte in tutto il Regno, è importante volgere nuovamente lo sguardo alla ricca storia artistica che abbiamo quasi perduto. Esiste musica bellissima e un ricco patrimonio di immagini che dobbiamo riportare in vita, restaurare e rafforzare all'interno della nostra società. Con l'apertura dei cinema e il permesso di guidare concesso alle donne del Regno voglio mostrare lo sforzo immenso che il cambiamento reale comporterà. Le donne avranno l'opportunità di contribuire e partecipare a una società che per generazioni intere le ha estromesse. La parte più difficile per le donne ora è guardare oltre le antiquate convenzioni sociali e i modesti obiettivi che si erano prefissate precedentemente, mandare in frantumi i tabù che le attanagliano e decidere di tracciare nuovi percorsi per se stesse e le loro figlie".

  --------------------- 

1. Continua

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati