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Dell’ermeneutica dello specimen cinematografico (o Dell’ermeneutica del campione biologico cinematografico) [Cronache dalla selva imperscrutabile della critica trascendentale – Parte II]
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Articolo diligentemente riportato, originariamente apparso sull numero Orsunto del 190 giugno 2019 della rivista “Film, Trasformazioni e Transustanziazioni”, p. 123

 

DELL’ERMENEUTICA DEL CAMPIONE BIOLOGICO CINEMATOGRAFICO

di Adolisio Manfredonia (critico, scrittore e “oltranista”)

 

La costruzione di un discorso di senso richiede sempre, fatalmente, la presenza proprio del senso. Appare scontato, banale, reiteratamente ripropositivo e dogmatico, ma tristemente, essendo questo il pleonastico mondo reale, è inevitabilmente così. Inevitabilmente. Non si può sfuggire dalla trappola, dalla gabbia, del “senso”. Ma noi, noi che sappiamo della condizione trasformativa e, potenzialmente, transustanziatrice del cinema, aborriamo il senso. Lo aborriamo e lo attivamente sotto-riconduciamo. Aborriamo la pletorica e populistica ricerca del compiacimento delle masse, aborriamo l’altrettanto pletorica e populistica costruzione del senso, la logica e l’onomatopea.

Noi abbracciamo l’ermeneutica del campione biologico cinematografico. Una materia di nuova istituzione ma di già amplissimo e ferventissimamente riconosciuto afflato critico. Offriamo in libagione la nostra unione solipsistica delle menti in un consesso di ultra-umanistica ribellione. Ci ribelliamo al grande male del nostro tempo: la logica. Ancor peggio: la ragione. Peggio ancora: la costruzione di una trama. Peggio del peggio: il diffondere un messaggio.

A ben considerare, la nostra ribellione è dunque rivolta a ben quattro mali imponderabili (non è già scritto che non possano diventare cinque, o centoventisei). Mali imponderabili, ma sostanziali, della cinematografica (per non dire olisticamente della cultura stessa) del nostro grigio tempo. Mali ai quali dobbiamo, per poter dire di aver assolto alla nostra ultra-terrena missione, offrire una cura. E chi potrebbe essere più adatto a farlo di un congresso di 12 critici ultra-zigani, 134 critici sotto-castani, 3 criticesse (donna) altro-belline, 245 criticoni ultra-sideroni nonché 91 critici lobo-terrestri?

Difficile, infatti, pensare ad una più adeguata compagine. E ad una più affiatata. La consapevolezza della nostra missione storica ci conduce ad un’irrefrenabile frenesia discorsiva e discettativa che si sostanzia in una profluvio di saggi di natura quasi istantanea prodotti a ritmi anti-circadiani ma di ricchissima qualità intellettuale. Una nuovo rinascimento oltre-culturale si sta consumando nelle rifrattive stanze delle nostre cattedrali universitarie. Un rinascimento di cui siano pienamente artefici, pienamente consapevoli e orgogliosamente estensori. Un rinascimento di qualità sopraffina.

Che dire, se non che l’inarrestabile nostra proclività alla quasi auto-masochistica ma oltremodo altruistica saggistica fermentazione ci riempie di fierezza ultra-uterina?

Sperando di essere riuscito, anche solo marginalmente, ad instillare un poco di curiosità nei lettori, m’accingo ora a tratteggiare i tratti salienti di questa nuova, stupenda, materia: ovverosia, l’ermeneutica del campione biologico cinematografico. La quale consiste, molto sostanzialmente, nell’espressione massima e ultima della superior capacità analitica dell’uomo umano-non-umano che vuole portare ad un nuovo, sempre superior, livello l’umana stessa comprensione delle cose artistiche del reale.

Una materia, dunque, di grande interesse, è nelle nostre speranze, per chiunque e chicchessia, nonché supremamente estendibile ad ogni supremamente umano campo dello scibile supremamente umano.

Il nostro invito, qui inciso, non è altro dunque che quello di abbracciare la suddetta materia come sub-nuovi osservatori, costituzionali uditori, naturalmente non come estensori in quanto non olisticamente solipsisticamente illogicamente e costruttivamente in grado di esprimere le necessarie superiori facoltà mentali, ma quantomeno, per l’appunto, come osservatori, cosicché, sperabilmente, le vostre gracilmente rachitiche menti elleniche possano essere elevate e recuperate.

Unitevi (platonicamente) al collettivo Dell’ermeneutica del campione biologico (profumatissimo) cinematografico.

Sito web: www.ermeneuticaducul.com/ut/it/sblum

Vi aspettiamo, io e 12 critici ultra-zigani, 134 critici sotto-castani, 3 criticesse (donna) altro-belline, 245 criticoni ultra-sideroni nonché 91 critici lobo-terrestri.

Vi aspettiamo, numerosi!

 

 

 

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