Riporto fedelmente il seguente articolo apparso sul numero 36224 della rivista "Oltre-orizzonti, oltre-maremoti, oltre-rimonti" del 12 giugno 2019.
"Una curiosa coincidenza, comunal-casinica, di natura euretica, sottende però una profonda riflessione euristica roboante olistica di matrice prettamente ellittica ma di consustanziale pregnanza esistenzialistica" -L'ottuagenario imbelle, critico d'arte sedicente ribelle, sbrodolatore linguistico seriale.
Estratto, tra i più significativi, dell'imperdibile saggio: "L'oliata olistica intrinseca e arcana del cinema madrileno di inizio '900", Campobasso, Critico&Scritico Edizioni, 2008 (ancora disponibile, vista l'ampia domanda, in tutte le migliori librerie).
L'ormai celebre (nonché a gran voce celebrato) esimio ed esaltato, riverito e mai sconfessato, ottuagenario critico autore del qui presente brillante pezzo d'apertura (una delle più alte pagine di critica d'arte prodotte dalla letteratura di genere del ventunesimo secolo) raggiunge oggi, inconcepibilmente, la veneranda età di 86 anni sonanti.
Critico impassibile, giusto e senza schive, assolutamente imparziale ma sorprendentemente profondo, capace di veder al cuore delle cose cinematograficamente intese, autore stimatissimo di un fondamentale saggio-compendio-dizionario di oltre settordicimila pagine ("Il cinema mondiale in prospettiva cabirinica. Dizionario di tutti (meno uno) i film, dal 1884 ad oggi", Milano, Newton&Scorto, 2017 [ultima edizione]), ha deciso "corroborantemente" di rispondere ad alcune domande poste dal nostro fidatissimo reporter, Domaldo de Giannis.
Dottor ottuagenario, innanzitutto, come si sente ad aver raggiunto la veneranda età che ha oggi per l'appunto raggiunto?
<<Mi sento... olistico. Stranamente ma pienamente olistico.>>
Olistico? Ci spieghi, cosa intende?
<<Intendo dire che ritengono di poter ragionevolmente affermare di aver ormai raggiunto uno stato oltralpe della vita che inevitabilmente porta in dote, con sé, una comprensione e una profonda comunione tutta con l'integrità del reale>>
E, da questo sua incontestabile posizione di "privilegio", che consigli ritiene di poter dare ad eventuali giovani aspiranti critici?
<<Il consiglio più sostanziale ritengo si possa dire essere questo: ricercate sempre, e dico sempre, il rorido loto del cinema>>
In altri termini?
<<L'oscuro e impenetrabile anfratto del cinema, affetto da oblio e di sconosciuta consistenza, per oblivi motivi, che necessiti di essere riportato ad uno stato di lucente limpidezza e inusitata concupiscenza>>
Concupiscenza?
<<La suprema ricerca, edonistica e libidinica.>>
Ci dica, data la sua grande e enorme esperienza, cosa ne pensa del futuro del cinema?
<<L'orripilante tostabile, nonchè tosabile, ripudiabile recrudescenza di un'arte sordidamente intesa come puro, ed oltraggioso, appagamento dei sensi intellettuali o, peggio ancora, sensibili (i cinque, mediocri, sopravvalutatissimi, irriguardosi, cinque sensi).>>
Mentre l'arte dovrebbe essere...
<<Semplicemente: in-rovistabile, che l'arte, quella vera, non è mica una soffitta.>>
In-rovistabile?
<<Inattingibile, olistica, eurogenetica, solipsistica, vetusta, outtagenaria, incancrenita, cicatrizzata, in particolare scheletrica, scoloritica, incomprensibile e tremendamente, profluviamente, inconclusa, lunghissima ed esasperante e per ciò stesso bellissima>>
Ha espresso chiarissimamente il suo pensiero. Ma, come pensa che si possa mettere in moto questa fondamentale, e ormai da lungo tempo attesa, "virata" verso la forma d'arte purissima e più alta alla quale lei faceva graditissimamente riferimento?
<<V'è un unico mezzo, o un mezzo unico, una sola ed esclusivamente sola prospettiva possibile: quella della consustanzialità ellittica.>>
Al centro di molti suoi, celebri, saggi.
<<Ha detto bene. Perché la ritengo la questione di primariamente primaria importanza.>>
Bene, che dire, dottor esimio edotto ottuagenario, è stato un piacere conoscerla e, in questa pur breve, nostro dialogo ha saputo indubbiamente instillarci, a noi e sicuramente anche ai nostri lettori, nuovo, vigoroso, amore per il cinema e offrirci stimolantissime, e per noi da soli inarrivabili, riflessioni.
<<Non posso che ringraziarla.>>
La saluto chiedendole di esprimere un ultimo pensiero, di fornire una frase citabile a conclusione del nostro simposio, se non le è di troppo disturbo.
<<Certo che no. Arduo, però, eustatico... Vediamo... ecco, una celebre citazione presa da uno dei miei numi tutelari: "Ricordate sempre che l'arte, l'arte è tellurica."
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