Credo nei miracoli, ma il miracolo che amo di più e il caffè istantaneo..
Laces
Si è aperta ieri sera, sabato 04 maggio, come avviene ormai da dodici anni, l'interessante rassegna di film ebraici e israeliani alla Cineteca Oberdan di Milano, la cui qualità di scelte da parte della direzione con Matteo Pavesi è da sempre una garanzia di successo, dovuto a sensibilità e passione.
Anche in questo caso le scelte in programma, in collaborazione con il PKF, il Centro Ebraico Italiano e milanese, il CDEC, coadiuvate da Sara Ferrari sono state valide, se non altro perchè offrono agli spettatori la possibilità di vedere delle pellicole che in Italia non son quasi mai distribuite e che invece si accaparrano premi in Festival Internazionali.
Ma l'italia, si sa, vive in un binario parallelo, in uno spazio quantico o, meglio, buco nero, fatto di cinepanettoni e veline. Addirittura alcuni dei titoli non sono nemmeno presenti nel sito di film tv!!
L'inaugurazione, con molti sponsors, cinefili, o semplici amatori ha visto in apertura il potente film Laces, (Isr., 2018, 98') del regista Jacob Goldwasser che narra in prima persona una storia toccante e vera: la sua e di un figlio in deficit.
Gadi è un adulto-bambino con un ritardo cognitivo lieve, ciò nonostante ha un senso dell'umorismo tagliente, una risata contagiosa e un ottimismo senza fine. La morte improvvisa di sua madre costringe però Gadi a trasferirsi temporaneamente nella casa del padre biologico, da cui è stato separato per la maggior parte della sua vita.
L’amore germoglia tra padre e figlio che erano stati distanti per anni, cresce costantemente perché i due iniziano a conoscersi e riconoscersi un'altra volta. L'infinito ottimismo,la generosità di Gadi consolerà tutti quando i due dovranno affrontare i problemi che li attendono. La storia riesce a commuovere e a ridelineare le priorità affettive, di salute e famiglia tra senso di appartenenza e distacco, a cui spesso nessuno più sembra far caso, vivendo in una superficie oziosa e inutile. Ottimo film.
Altrettanto imperdibile è The Cakemaker (Ofir Raul Grazier, Isr./D, 2017, 104') che invece affronta una tematica molto attuale: l'amore che non ha sesso, ma universalità.
Un piccolo, grande capolavoro sull'identità dell'amore che non è incontrovertibile. Amore è amore, al di là di etnia, religione, provenienza e sesso.
Thomas è un panettiere che gestisce una ben avviata pasticceria a Berlino, ha una relazione clandestina con Oren, un israeliano sposato che viaggia spesso in Germania per lavoro.
Quando Oren muore in un incidente stradale, Thomas parte per Gerusalemme in cerca di risposte sulla morte del suo amato e conosce così sua moglie Anat. Thomas decide di lavorare nella caffetteria della vedova ritrovandosi coinvolto nella vita di Anat in un modo molto più profondo di quanto avesse potuto immaginare. Il film è stato selezionato per rappresentare Israele ai Premi Oscar 2019 nella categoria miglior film in lingua straniera
Broken Mirrors
(Aviad Givon, Imri Matalon, Isr., 2018, 104')
Ariella è un’adolescente ribelle, in aperto conflitto col padre. La ragazzina vorrebbe poter vivere la sua età come fanno i suoi amici, ma la rigida educazione impostale dal genitore, un militare, la tormenta, trasformando il suo quotidiano in una serie quasi ininterrotta di punizioni. Soltanto nella madre la ragazza può trovare un po’ di ascolto. Ma un terribile
incidente inchioderà Ariella ad un insostenibile senso di colpa, per espiare il quale non attenderà la collera paterna, mettendosi da sola sulla strada di una drammatica autopunizione.
Calendario proiezioni e incontri
LUNEDI' 6 MAGGIO
h 17.00
Broken Mirrors
(replica)
(Aviad Givon, Imri Matalon, Isr., 2018, 104')
h 19.00 Sara Ferrari racconta lo scrittore Etgar Keret
h 19.30
Etgar Keret: Based On a True Story
(replica)(Stephane Kaas, Isr./NL, 2017, 67')
h 21.00
The Cakemaker
(Ofir Raul Grazier, Isr./D, 2017, 104')
Thomas è un panettiere che gestisce una ben avviata pasticceria a Berlino, ha una relazione clandestina con Oren, un israeliano sposato che viaggia spesso in Germania per lavoro.
Quando Oren muore in un incidente stradale Thomas parte per Gerusalemme in cerca di risposte sulla morte del suo amato e conosce così sua moglie Anat. Thomas decide di lavorare nella caffetteria della vedova ritrovandosi coinvolto nella vita di Anat in un modo
molto più profondo di quanto avesse potuto immaginare.
Il film è stato selezionato per rappresentare Israele ai Premi Oscar 2019 nellacategoria miglior film in lingua straniera.
MARTEDI' 7 MAGGIO
h 16.00/16.15
Israele: Archeologia e Cultura -Bellezza eCreatività -Enogastronomia -Terre d'Israele -Vacanza Perfetta
(Centro Sperimentale di Cinematografia)
Splendide immagini
commissionate dal Ministero del Turismo Israeliano
Introduzione al film a cura di Sara Ferrari.
h 16.30
Cheese!
(Nathan de Pas Habib, Italia, 35')
Racconta il viaggio a Roma di pazienti e operatori della Comunità Psichiatrica Mizardi Milano per assistere alla II edizione della Dream World Cup, mondiale di calcio a 5 per persone con disabilità mentale.
Sara Ferrari e Nathan De Pas Habib: dibattito
h 17.15
Laces
(replica)
(Jacob Goldwasser, Isr., 2018, 98')
h 19.30 Proiezione riservata AcomeA
Introduzione a cura di Ariela Piattelli
MERCOLEDI' 8 MAGGIO
Introduzione al film a cura di Ariela Piattelli
h 17.00
The Other Story (Avi Nesher, Isr., 2018, 112’)
Un padre separato, il Dott. Yona
tan Abadi, riceve una chiamata dalla sua ex
19.00
The Museum
(RanTal, Isr., 2017, 72')
h 20.30
Ben Gurion, Epilogue
(durata 70’)
PROIEZIONE ALTEMPIO DI VIA GUASTALLA
h 21.00
Lady Titi (Esti Almo, Isr., 2018, 94')
GIOVEDI' 9 MAGGIO
h 17.00 Introduzione alla figura di Edoardo Volterra a cura di Liliana Picciotto.
h 17.15
Edoardo Volterra. La vita come dovere, lo studio come passione
(Andreina Di Brino, Marco Visalberghi, Italia, 2018, 54')
h 18.15
Introduzione alla figura di Enrica Calabresi a cura di Ornella Grassi e Alessandra Minerbi
h 18.30
Una donna. Poco più di un nome
(Ornella Grassi, Italia, 2019, 90')
h 21.00
Red Cow
(Tsivia Barkai, Isr., 2018, 90')
Benny, 16 anni, vive a Gerusalemme Est, nei giorni che precedono l'assassinio di Rabin ed è sempre più scettica sul nazionalismo religioso e utopistico del padre.
Premio come miglior film al 35° Jerusalem Film Festival.
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