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In Serie (61.a) - “Game of Thrones” (stag. 8, ep. 1-3) - un Refolo d'Arya (l'Ago della Bilancia), o: the Monkey Business Illusion (the Invisible Gorilla).
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[-- -- -- -- -- SONO PRESENTI SPOILER FINO ALL'EP. 8x3 COMPRESO -- -- -- -- --]

Ultimo Focolare.    



BackYard.
L'ottava ed ultima annata di “Game of Thrones” inizia con un passaggio di testimone (non ancora reciso sul nascere, chiuso nelle catacombe): da Arya/Bran (1.1/1.8), oramai cresciuti, al PdV di un altro ragazzino in esplorazione del proprio regno entro le mura (8.1), magari parente (per ora più fortunato) dell’Umber qui sopra...    


“The window's open now and the winter settles in…”
La strada intrapresa da 3, forse anche 4, stagioni a questa parte da “Game of Thrones” di David Benioff e D.B. Weiss sta a “le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” di George R.R. Martin come Ed Sheeran sta a Damien Rice, ma i personaggi oramai sono entrati sotto pelle; e, per contro, proprio per questo certe morti risultano poco accettabili (resta il fatto che quelle di Shae, Osha, Margaery Tyrell e di - forse - tutt’e tre le viperette della sabbia sono, per ragioni ormonali, irricevibili-punto) per come le vite di chi le ha subite si sono svolte, ovvero: sono state raccontate (incoerenti rispetto al loro recente passato), poco prima di compiersi (LittleFinger), e altre invece sono, per quanto ingiuste e dolorose, “perfette” (Jorah e Lyanna Mormont).    


“the Dead - Gente di Westeros”.
David Nutter, col dittico di episodi iniziale, in cui non accade alcunché (un uso sapienziale di piccoli, lenti zoom all'indietro) ed è tutto meraviglioso, (r)accoglie i protagonisti del Nord, e organizza un commiato a Usher's Island, pardon, a WinterFell, in attesa della mattanza, messa in scena coi fuochi della notte (la ritirata Dothraki è impressionante) da Miguel Sapochnik (con la collaborazione di un Duccio Patanè in versione ribelle anti-smarmellamento). Mentre alle musiche Ramin Djawadi subisce un po’ troppo spesso l’influenza del sé stesso in versione “WestWorld”.     


Home/Hug.    


Regine...    



...e sopracciglia.    


"Che cosa diciamo alla morte?" - "Non oggi."     


"Un che?!?", ovvero: OneRingLess.     
Il Night King guarda l’azione, e non vede il gesto, osserva la ragazzina, e non considera la lama.     


«Nel teatro Kabuki esiste un gesto per illustrare l'azione del “guardare la luna”: l'attore indica un punto nel cielo con l'indice. Un attore di grande talento eseguiva questo gesto con grazia ed eleganza. Il pubblico pensava : "Oh il suo movimento è magnifico!". Gli spettatori apprezzavano la perfezione dell'esecuzione e l'abilità tecnica dell'attore.
Un altro attore indicava la luna con lo stesso movimento. Il pubblico non notava l'eleganza del gesto: il pubblico vedeva semplicemente la luna. Preferisco questo tipo di attore: colui che mostra la luna agli spettatori. L'attore che riesce a diventare invisibile.»

Yoshi Oida (Peter Brook, Peter Greenaway, Martin Scorsese) - “l'Attore Invisibile” - 1998
(Nomen omen: Oida: guardo dunque so: nulla di più sbagliato, niente.)          


Dialogo tra lo Scienziato/Intervistatore e la Cavia/Paziente, aka: the Night King (stroncato da un colpo d'Arya).

D: “Ha notato altro, oltre a quelli che giocavano?”
R: “Beh, c'erano degli ascensori e delle S dipinte sul muro. Non so per cosa stavano le S.”
D: “Non ha notato qualcun altro, oltre a quelli che giocavano?”
R: “No.”
D: “Non ha notato un gorilla?”
R: “Un che?!?”

C.F.Chabris e D.J.Simons - “the Invisible Gorilla” - 2010      

Draghi in picchiata come Stuka.     



Fuoco Greco / AltoFuoco.


King's Landing (Cersei ♥, e i mega-balestroni di Qyburn/Bronn...).
Sconfitto (per sempre?) il portatore d'Inverno, ma non la Stagione, ora non resta che transumanar migrando verso Sud, e pensare al Trono, e a quel che resta del Regno...

 



Jenny of OldStones (Jenny's Song).
Ramin Djawadi / George R.R.Martin - David Benioff - Dan Weiss

High in the halls of the kings who are gone
Jenny would dance with her ghosts
The ones she had lost and the ones she had found
And the ones who had loved her the most

The ones who'd been gone for so very long
She couldn't remember their names
They spun her around on the damp old stones
Spun away all her sorrow and pain

And she never wanted to leave, never wanted to leave
Never wanted to leave, never wanted to leave...

They danced through the day
And into the night through the snow that swept through the hall
From winter to summer then winter again
'Til the walls did crumble and fall

And she never wanted to leave, never wanted to leave
Never wanted to leave, never wanted to leave...

High in the halls of the kings who are gone
Jenny would dance with her ghosts
The ones she had lost and the ones she had found
And the ones who had loved her the most    

Con questa prima parte dell’ultima annata, GoT torna - seppur parzialmente - ai grandi livelli delle prime 4: (***¾) ****.   

Post successivi: ep. 4 (il Cielo Cade), ep. 5 (Per Chi Suona la Campana), ep. 6 (Hic Sunt Nos).     

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