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il secolo di sodoma
di Utente rimosso (panunzio) 172729
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Utente rimosso (panunzio) 172729

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In principio furono i vhs de L’Unità veltroniana (non senza polemiche perché se non erro, causa uno sciopero, non uscì il giornale ma solo il primo atto), poi i DVD Coop in occasione dei “150 ANNI d’ITALIA al CINEMA”, fino allo scorso 25 aprile: una liberazione particolare perché grazie a una sala FICE dalle ore 17 ho potuto assistere sul grande schermo ai due atti, un’esperienza cinematografica unica, irripetibile perché opere così non se ne fanno e non se ne faranno più. Alla vigilia della festa del lavoro su RAI MOVIE Novecento. Quello di Bertolucci non è solo un film, è l’epopea di una classe sociale, la sua visione implica l’immersione in un racconto storico e per questo a volte potrà apparire schematico: non lo sono forse anche i libri di storia?

Bertolucci ci riporta in un’epoca nella quale la parola Lega era ancora sinonimo di solidarietà e giustizia.

La scena più inquietante per le sorti del nostro paese è la riunione nella chiesa dove Attila riceve il denaro dei padroni. Siamo ancora nel primo atto, più bello rispetto al secondo, perché pare si realizzi il socialismo ... e perchè c’è la Sandrelli: Anita e Ada, Alfredo e Olmo non riusciranno a mantener fede alla promessa che si fanno attorno ad un tavolo durante la festa, preludio alla imminente tragedia. Solamente i due uomini saranno insieme nella scena finale del film, che avrei preferito terminasse nella stessa giornata in cui era iniziato: il 25 aprile 1945.

La terra del Novecento è “un oceano di merda”, una terra matrigna: per questo non viene scopata da Olmo bensì inculata. “Non è una terra per vecchi” nemmeno se sono ricchi. Ai contadini di certo la terra non rimane, posseggono solo le bestemmie.

Sulla terra si scontrarono pure le squadre di Bertolucci e Pasolini. Laura Betti è presente in Salò come doppiatrice, nelle stesse vesti ho scorto il 25 aprile fra i titoli di testa di Novecento, il nome di Claudio Volonté. Nella tasca tenevo “Recito dunque sono” di Savastano e nella biografia avevo letto di un fratello di Gian Maria suicidatosi nel ‘77.

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