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Far East Film Festival 21 (26 aprile – 4 maggio 2019) – First look
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Manca meno di un mese alla ventunesima edizione del Far East Film Festival, in programma a Udine dal 26 aprile al 4 maggio, una manifestazione che dal 1999 a oggi ha richiamato in Italia le migliori espressioni del cinema asiatico, ospitato le sue star più importanti, tanto da far sentire a casa artisti del calibro di Brigitte Lin, Jackie Chan, Joe Hisaishi, Feng Xiaogang e Johnnie To (presente giusto in chiusura della scorsa edizione per accompagnare la versione restaurata di Throw down), e calamitato l’attenzione dei principali network di quella parte di mondo, grazie alla sua innata capacità di fare una sintesi dell’ingente mole di materiale prodotto da un intero continente.

Per conoscere il programma completo, bisognerà aspettare ancora una ventina di giorni, ma intanto la direzione del festival ha cominciato a rilasciare le prime anticipazioni. Per prima cosa, si parte dalla locandina che, al contrario di molti altri festival, non si limita a giocare di sponda omaggiando un personaggio noto, preferendo dettare una linea, condividere e trasmettere un senso compiuto. Questa volta, lo snapshot creato dal grafico Roberto Rosolin immortala un uomo che galleggia nell’aria, un frammento di un volo non meglio specificato, che potrebbe essere il risultato di un salto, di un tuffo, oppure di un’acrobazia. A prescindere da queste ipotesi, il manifesto vuole evidenziare la libertà di muoversi senza fare riferimento a regole indotte, perseguendo una vocazione pop sospesa in una dimensione tra sfida e sogno, scavando nel cinema asiatico. Chiunque segua il cinema da vicino, è conscio dei sacrifici necessari per allestire attualmente qualsiasi iniziativa rivolta alla divulgazione della conoscenza cinefila, una sfida continua che ha bisogno di persone visionarie per poter regalare un sogno a occhi aperti. Nel caso del Far East Film Festival si parla di uno spazio di nove giorni in cui, al ritmo di sette/otto film al giorno presso il prestigioso Teatro Nuovo di Udine, tutto il resto passa in secondo piano, un modo salubre per estraniarsi da un mondo sempre meno comprensibile, un’isola felice nella quale farsi cullare, tra cinema, cibo ed eventi collaterali di grandissimo richiamo.

Come consuetudine, tantissime star transiteranno per Udine, buona parte dei titoli presenti saranno accompagnati da chi li ha diretti/prodotti/interpretati e il primo grande nome è già stato annunciato. Nel suo caso, si può parlare addirittura di nome enorme, poiché il Gelso d’oro alla carriera sarà assegnato a un gigante della cinematografia asiatica, un attore che fu presente alla prima edizione del festival. L’ambito riconoscimento finirà tra le mani di Anthony Wong, eclettico attore hongkonghese – ha interpretato di tutto, passando dal sicario al poliziotto, dall’eroe romantico al killer seriale, senza timore di addentrarsi nel fantasy e nello splatter - protagonista di capolavori assoluti come The mission e Infernal affairs, oltre a pellicole assai apprezzate quali sono Hard boiled, The untold story e Full contact, giusto per citare quei film che su FilmTv.it vantano medie voto superiori ai 7,5/10. Durante la sua presenza al FEFF, Anthony Wong introdurrà My name ain’t Suzie di Angie Chan, il suo film d’esordio risalente al lontano 1985, e Still human di Oliver Siu Kuen Chan, opera che recentemente ha stregato l’Asia, conquistando nomination e premi in più avvenimenti.

locandina

Still Human (2019): locandina

Tra le altre anticipazioni, un ruolo di assoluto rilievo spetta di diritto a Fruit Chan, presente al FEFF due anni fa per accompagnare la versione restaurata del suo capolavoro: Made in Hong Kong. In questa circostanza, sarà possibile ammirare in anteprima europea, la sua nuova opera Three husbands, una satira su base sociale, una metafora audace studiata per rappresentare l'Hong Kong contemporanea (e non solo). Per l’occasione, sarà presente on stage la protagonista Chloe Maayan, attrice simbolo della new generation cinese.

locandina

Three Husbands (2018): locandina

  

Per chiudere questo primo assaggio su quanto si vedrà a Udine, citiamo il film prescelto per inaugurare il Festival, ossia Birthday, opera prodotta da Lee Chang-Dong (Poetry, Burning) e diretta dalla giovane Lee Jong-un, aiuto regista proprio in Poetry. Il film affronta la tragedia che il 16 aprile del 2014 ha visto affondare il traghetto Sewol, provocando la morte di 300 passeggeri, per la maggior parte adolescenti in gita scolastica. Un evento che ha sconvolto, e raccolto, una nazione intera (la Corea del Sud), affrontato dal film nel dolore prodotto tra pubblico e privato, entrando nel merito delle conseguenze subite da una famiglia, costretta a elaborare una perdita gravosa, con una descrizione che non scivola nei facili sentimentalismi.

locandina

Birthday (2019): locandina

Con questo titolo, chiudiamo la prima preview sul Far East Film Festival che verrà, un fiore all’occhiello per il movimento italiano, uno di quei rari appuntamenti cinefili da non mancare (parliamo del principale festival dedicato alla cinematografia orientale di tutto l’occidente, Stati Uniti compresi), anche per chi non disdegna il fattore culinario. Dopo il ramen della scorsa edizione, quest’anno sarà possibile abbuffarsi di sakè, preparato da chef selezionati! Per chiunque voglia presenziare, sappiate che FilmTv.it sarà presente sul luogo del delitto, quindi se avete intenzione di fare un salto, non siate timidi e battete un colpo (qui, oppure scrivendomi in privato).

«La vita è una festa, viviamola insieme». 

Link al sito del Festival

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