"Credo che la parte folle di me adora pensare che io sia l'unica con dei veri problemi. Che questo mi renda speciale. Fin da quando eravamo piccoli, avevo la sensazione di, come di fluttuare fuori dal mio io e di guardarmi dall'alto. E odio quello che vedo. Come mi relaziono, e tutto quello che dico. E non so come correggerlo. Ho paura che quella sensazione non andrà più via."
-Nadine
[[QUESTO POST CONTIENE SPOILER]].
Non so se lo sapete ma, certe volte, adoro realizzare post su FilmTv: penso sia il giusto spazio dove l'utente possa esprimere opinioni, giudizi e così via per un film o simili, ma soprattutto dove si possono approfondire a lungo le carattistiche dell'argomento trattato (almeno la penso io). Potrei anche definirlo uno "spazio personale" dove, ovviamente, possono nascere discussioni o dibattiti; ma andiamo al dunque. È, "17 Anni (e come uscirne vivi)", il solito dramma adolescenziale riproposto con la stessa minestra? (Risposta retorica fra tre, due, uno) Non proprio. L'ho scoperto recentemente e non sapevo minimamente cosa mi dovessi aspettare da un film simile. Le alternative erano due (sì, ogni tanto son pregiudicoso): o è il solito film buonista, da ora di religione, che fanno vedere ogni tanto a scuola per insegnare "le buone maniere" oppure è un film alternativo che, a suon di stereotipi, va a designare la struttura fisica e mentale di una diciassettenne qualunque, quale la protagonista, evidenziandone le situazioni problematiche e i drammi in famiglia; ebbene, la risposta corretta è la seconda. Banale potreste dire, no? Non è la prima volta che viene proposto un dramma adolescenziale, pensate ai vari (faccio i primi esempi che mi vengono in mente) "Stand By Me", "Juno", "Noi Siamo Infinito": ve ne sono a palate e molti sono caratterizzati da un linguaggio palesemente "giovine" che rappresenta, un po', una sorta di conflitto (ma neanche tanto) generazionale tra uno spettatore più grande e uno più giovine, appunto; anche se, nella maggior parte dei casi, tutto va per il verso giusto. Ma presentiamo in maniera (si spera) elegante questo "17 Anni (e come uscirne vivi)". Tra l'altro, complimenti per la traduzione.
Nadine (Hailee Steinfeld) è sempre stata una bambina diversa dalle altre. Odiava come veniva elogiato dalla sua famiglia suo fratello maggiore Darian (Blake Jenner), non per nulla detestava sua madre Mona (Kyra Sedgwick). L'unico elemento, nel nucleo familiare, al quale era più legata era suo padre Tom (Eric Keenleyside), quale cercava di esserle più simile con il suo umorismo. Durante l'infanzia, Nadine incontra la sua compagna Krista (Haley Lu Richardson) quale, standole simpatica sin da subito, diventa la sua migliore amica. Verso i tredici anni, Nadine perde suo padre ed ora, arrivata a diciassette anni, la situazione non è delle migliori. Infatti Krista, essendo rimasta sola con Darian una sera, commette il torto più grande che avesse mai potuto fare alla sua migliore amica, andando a letto con suo fratello. Ciò mette in crisi lo stretto rapporto tra le due amiche che, con gli anni, si era rafforzato più che mai. Essendo rimasta ferita dal gesto della sua ormai ex migliore amica Nadine, quando ha bisogno di parlare e/o sfogarsi, cerca un minimo di speranza sia nel suo improbabile mentore e tutor Mr. Bruner (Woody Harrelson), che nel suo compagno di classe Erwin Kim (Hayden Szeto), ragazzo sveglio ma timido che la caricherà di emozioni a lei sconosciute.
Come detto in un recente commento: "Possiamo considerarlo un piccolo cult?". A parer mio, il film è una visione per gli occhi e, spero, che il fatto che sia un diciassettenne non implichi l'obbligo immediato di vederlo (questo, ovviamente, per chi mi segue). Sicuramente non è originale e non è un qualcosa di innovativo, ma bisogna ammettere che la sceneggiatura di questo film è leggermente inconsueta, e va analizzata soprattutto per gli elementi che la rendono un qualcosa di irripetibile. Devo precisare, inoltre, che questa pellicola è un esordio registico e di sceneggiatura, quindi due altri in più per il film. Uno dei tanti principi di questo film sono i sentimenti: non sono vari, ma sono molto simili. La protagonista, interpretata dall'attrice e cantante statunitense Hailee Steinfeld, è una chiara proiezione della tipica ragazza alternativa di oggigiorno: linguaggio scurrile, carattere ribelle e vendicativo, asociale (o quasi) e alla scoperta di qualcosa di nuovo. Già solo il collegamento del ritratto caratteriale fatto dalla protagonista, da bambina, fa capire quanto sia significativa questa "fase", che molti descrivono come tale: quella dell'adolescenza. Abbiamo sempre dipinto quest'espressione come un brutto periodo, o meglio, un brutto periodo che passa. La protagonista capovolge il significato della parola stessa, riempiendo di tristezza, malinconia, rabbia e un po' di dolore i primi 17 anni della sua vita influenzando, talvolta, le scelte di amici o conoscenti (anche se quasi mai). Può, quindi, essere questa ragazza credibile? O perlomeno, ha avuto degli amici che le dimostrassero che può fare di meglio? A quanto pare no, e proprio il tradimento della sua migliore amica Krista raffigura la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il dono di Nadine, però, è quello di sperare: sperare che qualcosa, o meglio, qualcuno possa toglierle il muso lungo dalla faccia, cambiando anche i suoi modi di pensare, spesso estremisti o puntati sempre in negativo. La risposta a tutto ciò è il dialogo, elemento comunicativo, che le aprirà la mente a un nuovo orizzonte. L'interpretazione della Steinfeld è memorabile: ha reso al meglio le mie aspettative sul personaggio, tanto da farmene innamorare. E forse la comicità nera spesso usata dal personaggio, sia nei momenti comici che in quelli drammatici, da al personaggio un'importanza più grande, rendendolo caratteristico, atipico ed intrigante.
Krista, interpretata da Haley Lu Richardson, nonostante sia un personaggio particolarmente rappresentativo per il film, dopo un po' viene messo da parte. Questa non vuole essere una critica nei confronti dei "punti negativi del film" (che sono relativamente pochi) ma, da parte mia devo ricordare che, anche se la sua presenza va a scemare durante la metà di film, ciò comporta uno sviluppo psicologico per la protagonista. Ripeto: peccato che la sua presenza vada a scemare, perché è un personaggio gradevole (fino al punto giusto), che forse avrebbe potuto ottenere un minimo in più di caratterizzazione, o poco meno di spessore nella trama. Si nota nel film come le due, nonostante siano migliore amiche, siano diverse l'una dall'altra. Nadine è asociale, adora il black humour ed è spontanea, mentre Krista pensa molto a se stessa, è socievole e tende ad essere riservata. Una scena, però, dimostra la loro inconfutabile amicizia: quando entrambe rimangono a bere e a fare casino in casa di Nadine. La sequenza di quella scena trasuda demenzialità da tutti i pori ma, al contempo anche un rapporto d'amicizia duraturo, destinato a rompersi per un errore. L'interpretazione della Richardson è discreta, dovuta probabilmente per la poca presenza riservata per poco meno di metà film, ma capisco questa scelta scritturale.
Erwin, interpretato da Hayden Szeto, è un personaggio inusuale. Ragazzo timido, riservato ma al contempo ricco e con tanta voglia di fare. Realizza persino corti animati, pensate. Probabilmente è la migliore scoperta di Nadine e il vero cambiamento di quest'ultima. Condito di un umorismo no-sense e genuino, Erwin dimostra di essere attratto da Nadine sin dai primi istanti ma, come dalle aspettative, non riesce a capire le situazioni e le emozioni di ella, perlomeno non da subito. È per questo che il film decide di tralasciare l'aspetto individuale, basandosi più sull'effetto che fa il personaggio di Erwin su Nadine, quale si convincerà sempre di più dell'effettiva sincerità ed altruismo del personaggio.
E infine parliamo di Mr. Bruner, professore di Nadine interpretato da Woody Harrelson. Personaggio goffo, sbilenco, quasi immaturo ma con una grande caratteristica: il saper ascoltare. Considera Nadine la sua alunna preferita, soprattutto dopo la sfuriata che quest'ultima ferocemente lancia, a suon di insulti, verso il suo professore/tutor. Anche questo è un personaggio inusuale, visto che un professore qualsiasi (o perlomeno quello più sensibile) avrebbe gridato alla querela, ma la svogliatezza di Mr. Bruner rende interessante anche lo stesso senso di educazione, condito di discorsi o argomenti tipici di Nadine come il suicidio e la disperazione.
Dopo aver parlato delle radici di questo grande albero qual è il film, vorrei esprimere qualche parere in merito alle intenzioni del film. Quello che capita al personaggio di Nadine è la tanto discussa sfortuna: l'avere un brutto rapporto con la madre e il fratello, l'improvvisa perdita del padre e il tradimento della sua unica, tra l'altro, migliore amica. Qual è il messaggio fondamentale di questo film? La risposta è: anche se cadiamo più volte, più volte dobbiamo rialzarci, perché se continuiamo a rimanere a terra, siamo spacciati. La citazione riportata sopra questo post proviene da un discorso finale di Nadine, dove si spoglia delle sue verità nascoste, rivelando la vera natura del suo ego; e sono parole bellissime. Difficilmente si riesce ad ottenere un buon effetto con film del genere, eppure questo è uno dei pochi (se non forse l'unico, ma penso ce ne siano) che mi abbia fatto riflettere a fondo. Questo è un buon modo di comunicare con chi è difficile comunicare, specie se quel "chi" viene spesso definito diverso perché non appartenente alla nostra generazione. Fra 100 anni avremmo ancora a che fare con persone che continueranno a giudicare? Penso che non potrà mai esistere una cura ma, casomai dovesse esserci, sarei il primo a fare il tipo per la diffusione di essa. Ed è per questo che film come (scrivo il titolo originale perché quello italiano non mi garba) "The Edge Of Seventeen" mi fanno capire che la speranza è l'ultima a morire, che c'è sempre qualcosa su cui contare, e soprattutto che non si deve dare nulla per scontato.
Come non adorare il finale, poi? Ironico e romantico al contempo. Erwin, il ragazzo che sin da subito ha ammirato Nadine, riesce a conquistarla definitivamente, dimostrandole che le apparenze ingannano; non a caso è un personaggio che stimo. Le complessità e paranoie di Nadine si dissolvono in un sobrio e lucido finale, quale affonda i momenti brutti e le angosce di quest'ultima. Persino i rapporti in famiglia migliorano la situazione, distruggendo il riscontro controversiale avuto con il fratello e rafforzando il rapporto con la madre quale, semplicemente, si preoccupa della sua salute e della sua psiche; insomma, si preoccupa di lei. Concludendo: "The Edge Of Seventeen" è un film che consiglio a tutte le età: probabilmente non avrete le mie stesse identiche riflessioni e/o opinioni, tantomeno non lo vedrete come lo guarda un diciassettenne, ma vi farà riflettere ed è questo quello che conta.
Al prossimo post.
Un saluto da Andrea.
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