Oggi vorrei parlare di un corto d'animazione giapponese che ho scoperto da pochissimo, reperibile in streaming sottotitolato...
Si tratta di Hotarubi no Mori E, film del 2011 (titolo inglese, Into the forest of Fireflies' light) un cortometraggio di 45 minuti, vero e proprio gioiello di poetica struggente, dolce e malinconica, di profondità straordinaria che mi ha scosso nell'animo.
Da noi, un inedito, ma in patria ha riscorsso premi e riconoscimenti anche dalla critica.
E' tratto da un racconto breve del 2009 della mangaka Yuki Midorikawa, inedito in Italia, autrice già di un' altra splendida serie Natsume Yuuijnchou che ha in comune con questo film, oltre al regista Takahiro Omori, la tematica e il soggetto, anche se sviluppato in maniera un poco diversa.
La storia narra dell'incontro tra una bambina, Hotaru, che un' estate si perde nella foresta, e uno strano ragazzo che indossa una maschera di volpe. Gin, così si chiama il ragazzo, in realtà è uno Youkai, uno spirito con sembianze umane che vive in questa foresta gevernata da un Dio Della Montagna. Gin aiuta Hotaru a ritrovare la strada di casa, ma le dice anche che, per via di un incantesimo/maledizione, non può toccare nè essere toccato da un essere umano, altrimenti scomparirebbe per sempre.
Queste in sintesi sono le premesse, su cui si costruiscono le dinamiche semplici di un racconto che parla di un forte legame d'amicizia che nel tempo diventa sempre più profondo e intenso. Hotaru torna tutte le estati a trovare il suo amico Gin, - periodo che lei troscorre con gli zii che abitano in zona, - estati che la bambina e poi la ragazza aspetta con trepidazione, momenti di felicità e di gioia che i due trascorrono insieme senza mai potersi toccare, immersi nel verde della foresta, tra i campi e i fiori o sulla riva del fiume che passa lì vicino. Non c'è tristezza nel loro stare insieme, ma il semplice rinnovo di una promessa.
Gli anni passano, Hotaru cresce, cambia scuola, va al liceo, e cresce il sentimento che prova per Gin, che invece sembra non invecchiare mai, ma anche per lui qualcosa cambia perchè vede Hotaru diventare donna, una giovane che va incontro alla vita e al futuro, dove lui potrebbe non esserci.
Arriva la nostalgia a dominare il trascorrere delle altre stagioni, che tengono i due separati, ma cresce di pari passo il desiderio di vedersi, di stare insieme, di un contatto fisico che di fatto è impossibile; Hotaru non vuole dimenticare, nè essere dimenticata, cresce l' amore e la consapevolezza di un legame bellissimo, intenso e prezioso che non avrà mai sbocco.
Bisogna cogliere dettagli suggeriti, una farfalla che si posa, la neve che cade sul viso di Gin che toglie la maschera, piccole cose da cui intuiamo cosa desidera, ciò che non potrà mai avere, ed è un sentimento talmente struggente nella delicatezza della sua espressione che non riusciamo a restare indifferenti alla sofferenza, alla malinconia che pervade ogni immagine.
E arriva anche l'ultima estate, quella più preziosa, quella che vede due innamorati ad una festa in mezzo alla foresta, il ricordo più bello ed emozionante prima che finisca tutto, sigillato in un istante fugace che vale l'eternità intera e travolge per la grande emozione.
Non vi descrivo la scena, dovete vederla.
Sono lacrime che non ho potuto trattenere e non sono una facile alla commozione. Anche qui, come in Una tomba per le lucciole, questi piccoli insetti che vivono e brillano per poche ore, sono l'immagine poetica di una gioia breve più grande di tutto.
Animazione semplice, delicata nei tratti, colori vivaci, fondali suggestivi, altrettanto la struggente colonna sonora, ritmo che accompagna dolcemente per 45 minuti, sufficienti e perfetti a dire tutto. La vita è fatta di momenti che passano che nessuno può toglierci; tanto più sono intensi, tanto più sono preziosi per la nostra anima.
Una visione splendida - e dolorosa - che consiglio a tutti.
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