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Torino Film Festival 36 - Cronache di un festival formato famiglia
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Dopo nove giorni di proiezioni non-stop, dislocate in tre strutture per un totale di nove schermi, nella giornata di sabato primo dicembre si è conclusa la trentaseiesima edizione del Torino Film Festival, sigillata dal suo ex direttore Nanni Moretti, presente nel capoluogo piemontese per introdurre il suo documentario Santiago, Italia. L'autore di Brunico ha mostrato una divertita disponibilità e accolto con sommo gaudio gli applausi ricevuti dal suo film, con cui ha raccontato il golpe avvenuto in Cile l'11 settembre del 1973, l'attività della nostra ambasciata che permise di salvare molti cileni dalla rappresaglia armata, per poi connettersi direttamente all'attualità e imbastire un tavolo di discussione con la direzione imboccata da una buona parte della politica europea, Italia in primis.

locandina

Santiago, Italia (2018): locandina

Poco prima, la giuria presieduta da Jia Zhang-ke ha annunciato i premi del concorso principale, riservato come da tradizione ad opere prime, seconde e terze. Dopo essere stato presentato a Cannes nella sezione Semaine de la critique, Wildlife di Paul Dano lascia Torino con il premio principale, quello per il miglior film. Al di là del gradimento personale, era chiaramente un fuori quota, frutto di una produzione calibrata, tecnicamente ineccepibile, con due interpreti di alto profilo (Jake Gyllenhaal e Carey Mulligan) e il passo solenne da romanzo americano, tutte caratteristiche di cui autori altrettanto giovani non possono disporre. Andando oltre, il tedesco Atlas (recensione) si è accaparrato due riconoscimenti, il premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e per il miglior interprete, che il granitico Rainer Bock ha condiviso con Jakob Cedergren, protagonista di The guilty (recensione), una delle pellicole più apprezzate del festival. Infatti, è stata consacrata dal giudizio del pubblico, pur trattandosi di un arrivo a ex aequo con Nos batailles (recensione), dramma di coproduzione franco-belga che combina famiglia e lavoro in un mix incalzante. Il palmares è completato dal premio per la miglior attrice, conquistato dalla bravissima Grace Passo, protagonista di Temporada (recensione di Alan Smithee), per la sceneggiatura assegnato ancora a The guilty e dalla menzione speciale della giuria attribuito a Bad poems, mentre il premio Fipresci è finito nelle mani del greco Pity (recensione).

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Wildlife (2018): locandina

Premi a parte, la selezione è stata visibilmente compatta e di buon livello, a giudizio dello scrivente di un gradino superiore rispetto alle ultime tre edizioni, con almeno cinque film meritevoli di trovare una collocazione distributiva, compreso ovviamente Wildlife, che non avrà problemi a ricevere un buon trattamento.  Detto del concorso, il Torino Film Festival è un'occasione per recuperare film provenienti dai festival più titolati, produzioni minuscole che non approderanno mai nelle nostre sale, nemmeno dovesse cascare mondo (!), e anche alcune pellicole con serie possibilità di far sentire la propria voce nella stagione dei premi nordamericani. Un'offerta sterminata, di oltre cento titoli, che ha visto brillare il cinema d'autore con Ash is purest white (recensione), presentato da Jia Zhang-ke e Zhao Tao, il russo Dovlatov - I libri invisibili (recensione di Alan Smithee), già vincitore dell'orso d'argento per il contributo artistico a Berlino e di elevata rilevanza didattica nel ricordare i danni impartiti dalla limitazione della libertà di pensiero e scrittura, e Alpha, the right to kill (recensione di Alan Smithee), con cui Brillante Mendoza trasporta il poliziesco più coriaceo tra la droga e la corruzione della vita delle Filippine.

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I figli del fiume Giallo (2018): locandina

In chiave Oscar, due dei titoli presentati possono nutrire l'aspirazione di finire nelle cinquine delle candidature. Se Colette (recensione di gaiart) pare già ben quotato, tra una confezione curata e lo spirito indomito di Keira Knightley, Can you ever forgive me? potrebbe essere uno degli outsider in grado di sopravanzare i favoriti d'obbligo, forte di una sceneggiatura pragmatica e blindata, una Melissa McCarthy che, dopo tanti ruoli demenziali (vedasi i successi di Spy e Corpi da reato), finalmente incanala la sua straripante vis comica in un progetto costruttivo, e di una quantità notevole di temi di stretta attualità, per quanto si parli di una storia vera, accaduta nel 1991.

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Copia originale (2018): locandina

Infine, spazio alle sorprese e agli eventi, quei titoli che non ti aspetteresti mai, in cui magari incappi per puro caso o più semplicemente per coprire un buco nel programma. Senz'altro, la corona di instant cult del festival spetta di diritto al finlandese Heavy trip (recensione), un rullo compressore di comicità, tanto legato alla realtà locale quanto capace di ricorrere a un linguaggio universale, una garanzia di divertimento per ogni latitudine.

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Heavy Trip (2018): locandina

Invece, l'evento indelebile del festival rimarrà indubbiamente la fluviale proiezione dell'argentino La flor di Mariano Llinàs, circa quattordici ore suddivise in sei spettacoli. In pratica, un impegno quotidiano, che il nostro Alan Smithee ha affrontato con una dedizione incrollabile, anche quando le premesse non erano delle migliori (a tal riguardo, qui trovate il suo resoconto).

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La flor (2018): locandina

Per chiudere, oltre a ringraziare i compagni di viaggio - a Torino sono troppi per consentimi di entrare nello specifico - e ricordare che l'edizione numero trentasette del festival avrà luogo dal 22 al 30 novembre 2019, di seguito pubblico l'elenco riassuntivo dei film visionati, disposti in ordine di voto.

01 - Ash is the purest white - - - > 8,5/10
02 - Pity - - - > 8/10
03 - Dovlatov - - - > 8/10
04 - Wildlife - - - > 7,5/10
05 - High life - - - > 7,5/10
06 - Can you ever forgive me? - - - > 7,5/10
07 - Heavy trip - - - > 7,5/10
08 - La disparition des lucioles - - - > 7/10
09 - Santiago, Italia - - - > 7/10
10 - Atlas - - - > 7/10
11 - Alpha, the right to kill - - - > 7/10
12 - The guilty - - - > 7/10
13 - Ride - - - > 6,5/10
14 - Pretenders - - - > 6,5/10
15 - Ghostland - - - > 6,5/10
16 - Nothing or everything - - - > 6,5/10
17 - In fabric - - - > 6,5/10
18 - All these small moments - - - > 6/10
19 - Nos batailles - - - > 6/10
20 - Vultures - - - > 6/10
21 - Blaze - - - > 6/10
22 - Colette - - > 6/10
23 - Marche ou crève - - - > 6/10
24 - Ovunque proteggimi - - - > 6/10
25 - Mandy - - - > 5,5/10
26 - Ulysses & Mona - - - > 5,5/10
27 - Happy new year, Colin Burstead. - - - > 5,5/10
28 - Relaxer - - - > 5,5/10
29 - Unthinkable - - - > 5,5/10
30 - El reino - - - > 5,5/10
31 - Il mangiatore di pietre - - - > 5,5/10
32 - Juliet, naked - - - > 5/10
33 - White crow - - - > 5/10
34 - Angelo - - - > 5/10
35 - I nomi del signor Sulcic - - - > 5/10
36 - Papi chulo - - - > 5/10
37 - Piercing - - - > 4,5/10
38 - Tyrel - - - > 4,5/10
39 - Bad poems - - - > 4,5/10
40 - First night nerves - - - > 4,5/10
41 - Temporada - - - > 4/10
42 - Nervous translation - - - > 4/10
43 - Drive me home - - - > 1,5/10

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