"Abbiamo cercato di ricreare quell'esibizione alla perfezione, movimento per movimento." Se non lo avete capito già è una frase citata da un intervista a Rami Malek, interprete principale di Bohemian Rapsody, il film su Freddy Mercury e i Queen, da oggi nelle sale. La premessa doverosa è che non l'ho visto. E francamente dubito che lo vedrò. Provo a dirvi perché.
Da annotare innanzitutto un fatto: da un po' di tempo il filone dei biopic sembra più vivo che mai. Soprattutto quelli sulle star del rock. È comprensibile: erano i miti di una generazione e ormai - complice la distanza imposta dal tempo - sono diventati oggetti da museo. Pensate che proprio oggi leggevo che il reggae, per decisione dell'Unesco, è stato aggiunto alla lista dei "patrimoni mondiali immateriali dell'umanità". Non sapevo nemmeno che esistesse questa lista (che nel 2017, sia detto per inciso, ha inserito anche "l'arte del pizzaiolo napoletano" e nel 2014 la "pratica agricola tradizionale di coltivare la vite ad alberello della comunità di Pantelleria": non si finisce davvero mai di imparare).
Non c'è dubbio, tuttavia: la storia del rock e in generale quella della musica popolare (non riesco a trovare altra definizione per distinguerla da quella colta) degli ultimi 50 anni è stata spettacolare, unica. Non dimentichiamoci che proprio quest'anno cadeva l'anniversario dei cinquant'anni dal 1968, che è in qualche modo data simbolica e apicale di un periodo che alla musica ha dovuto (e dato) moltissimo.
Nulla da stupirsi allora se il cinema di recente sta pescando a piene mani dalla storia della musica di questi utlimi decenni. Pensate solo ai film usciti dal 2010 a oggi. Cito a memoria: Get on up, sulla vita di James Brown; Whitney, su quella di Whitney Houston; Behind the Candelabra, su Liberace; Nico, su Nico (...); Dalida, su indovinate chi; Straight Outta Compton, sui rapper Ice Cube, Dr. Dre, ecc.; Jersey Boys, sui meno noti Four Seasons, Jimi: All Is By My Side su Dio. E in casa nostra si registrano Volare su Modugno e Fabrizio de Andre, Principe libero....
Il (sotto)genere è dunque ben vivo: a occhio e croce direi che è secondo solo ai film su Papa Francesco.
Si accettano scommesse sul futuro: io dubito che qualcuno non stia pensando a un film su David Bowie. E che dire allora di Prince? Dai ci sta. E siccome in genere si attende la morte della star vedo sceneggiatori svolazzare su Mick Jagger & Co. (anzi propongo Herlitzka per la parte di Keith Richards), su Elton John... ma hey!... lo hanno già fatto e uscirà l'anno prossimo! (e allora non è vero che uno deve essere morto!).
Il problema è che in genere questi film sono... noiosi. Pane per i denti dei fan che non vedono l'ora di sventolare gli accendini in sala, agiografie, calligrafie ed esercizi di mimesi attoriali. È proprio l'aver "ricreato alla perfezione" l'esibizione del Live Aid del 1985 che mi fa allontanare dall'idea di andare a vedere il film su Freddy Mercury. Perché mi sembra un'operazione costosamente inutile: sarà molto meglio - sempre e comunque - l'originale. E allora piuttosto mi guardo un documentario (anche in questo caso stanno davvero esplodendo), come ho fatto l'altra sera vedendo su Rai 5 il bellissimo Little Girl Blue su Janis Joplin.
Altro caso invece sono quei film che riescono - partendo da un personaggio reale - a raccontarci anche d'altro, o a raccontarlo in maniera davvero inedita: pensando alle rock star me ne vengono in mente due. l'intenso Control, su Ian Curtis, leader dei Joy Division, e Io non sono qui, il più dylaniano dei film su Dylan. Potrei citare anche Last Days di Gus Van Sant su Cobain, se non fosse un film così mortalmente lento... Se invece volete divertirvi ma sul serio allora il miglior film sul rock mai girato è senza dubbio This is Spinal Tap: l'unico film che ha voto 11.
Perché per riuscire - in un film come in qualsiasi altra cosa - non si tratta (mai) di copiare. Piuttosto di farsi ispirare. No?
Se vi siete offesi perché avete sentito maltrattata la vostra rockstar preferita, se avete da suggerire qualcuno che non sia Herlitzka per la parte di Keith Richards, se siete convinti che per la parte di Prince il migliore sia Bello FiGo, se assomigliate molto anzi moltissimo a Paul McCartney (che tra l'altro è morto molto tempo fa e quello che c'è ora è un sosia, si sa), la cosa migliore da fare è venire a dirmelo nei commenti qui sotto.
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