La tredicesima edizione della Festa del cinema di Roma si è conclusa nella giornata di sabato 27 ottobre, assegnando - tra lo stupore generale - il premio del pubblico, l'unico previsto nella selezione ufficiale, a Il vizio della speranza. Senza nulla togliere al volonteroso film di Edoardo De Angelis (peraltro, nessuno del nostro gruppo lo ha apprezzato, vedi recensioni), questa edizione aveva cartucce ben più pregiate, intercettando - come da tradizione - alcuni nomi destinati a rincorrere globi e statuette dorate nei prossimi mesi. Opere applaudite a scena aperta, dalla standing ovation riservata a Green book (recensione di Supadany), fino agli applausi scroscianti raccolti da The old man & the gun (recensione di Supadany), Stanlio e Ollio (recensione di Pazuzu) e The miseducation of Cameron Post (recensione di Port Cross), giusto per fare alcuni esempi di titoli che hanno riunito sotto lo stesso ombrello qualità artistiche e la capacità di affascinare il pubblico che bada al sodo e vuole tutto e subito.
Contemporaneamente, Alice nella città ha decretato vincitore Jellyfish di James Gardner (recensione di Alan Smithee), attribuendo una menzione speciale a Ben is back (recensione di Supadany), film drammatico sulle difficoltà familiari dovute alla dipendenza senza fine dalle droghe, con Julia Roberts che, una volta di più, conferma di aver individuato nel ruolo di madre tenace e coraggiosa, la direzione da seguire (il film è in uscita il 20 dicembre, distribuito dalla Notorious). Jellyfish conquista anche il premio per la miglior attrice, assegnato a Liv Hill, mentre Thomas Blanchard (The elephant and the butterfly) è stato incoronato come miglior attore. Infine, dopo essere transitato per la Certain regard di Cannes, The harvesters ha vinto il premio per la migliore opera prima.
Un po' di dati. Ieri, dopo giornate frenetiche, è arrivato il momento dei tanto temuti numeri. Antonio Monda, il direttore artistico, affiancato da Laura Delli Colli, presidente della Fondazione Cinema per Roma, ha diffuso i dati di questa edizione, che segnano un incremento del pubblico pari al 6%, con una copertura della stampa internazionale in crescita (+13%), valori distribuiti su 91 film, per un totale di 266 proiezioni. Invece, per bocca dei direttori artistici Gianluca Giannelli e Fabio Bettino, è stato comunicato che Alice nella città ha raccolto circa 46mila presenze, con un aumento del 10% rispetto a dodici mesi fa, incrementando in misura analoga le coperture televisive e web. Tutti numeri altamente positivi, che confermano un trend consolidatosi negli ultimi anni, per un evento metropolitano con un ampio bacino di pubblico da cui attingere. Soprattutto è lodevole vedere l'incredibile coinvolgimento delle scuole da parte di Alice nella città, il modo migliore per garantire un futuro. Per la manifestazione e per il cinema tutto.
Menzioni speciali. Oltre a spettacoli disseminati dalle 9 di mattina fino a mezzanotte, la Festa del cinema di Roma offre numerose occasioni di approfondimento, non solo in concomitanza degli incontri formato evento programmati da tempo, che hanno interessato personalità di spicco come Martin Scorsese e Cate Blanchett. Così molte proiezioni sono state introdotte dagli artisti coinvolti, ad esempio Luciano Tovoli ha presentato con enorme disponibilità la proiezione, avvenuta con una copia sorprendente qualità, di L'amante giovane (recensione di Alan Smithee), diretto da Maurice Pialat, inserito in una rassegna sull'autore di assoluto valore, rispondendo alle domande di Mario Sesti, curatore della selezione, evidentemente soddisfatto per la vivace risposta del pubblico. Luciano Tovoli ha ricordato il travagliato rapporto con l'autore (dopo aver ricevuto male parole per la qualità dei giornalieri del primo giorno, voleva tornarsene direttamente in Italia), il suo modo burrascoso di gestire il set, scatenando i peggiori istinti (aspetto che emerge dall'interpretazione aggressiva e scontrosa di Jean Yanne, premiato a Cannes nel 1972) e arrivando a generare un ritardo delle riprese di quattro settimane, sul totale delle 14 originariamente preventivate. Nell'occasione, Luciano Tovoli ha ricordato un fatto da lui stesso definito assurdo, che non gli è mai più ricapitato nel resto della sua carriera. Uno sciopero bloccò le riprese, ma a imporlo fu - incredibilmente - la produzione, per protestare contro Maurice Pialat e i suoi insostenibili ritardi. Inoltre, il famoso direttore della fotografia ha descritto il suo mestiere, quanto conti la visione dell'artista rispetto alla tecnologia che, se affidataria di responsabilità eccessive, rischia di appiattire i risultati su modelli standardizzati. Infine, tra gli altri suoi ricordi di professionista, ha menzionato le sue collaborazioni con Michelangelo Antonioni, ad esempio in Professione reporter, quando la preparazione di una ripresa durava almeno mezza giornata e se andava di lusso se ne giravano due in un giorno. Altri tempi, altro cinema.
Un altro capitolo riguarda quelle opere che, collocate al di fuori dalle principali traiettorie produttive, finiscono con l'essere irrecuperabili nei circuiti tradizionali. Ad esempio, il cinese An elephant sitting still (recensioni entusiaste di Pazuzu e Alan Smithee) ha avuto un impatto clamoroso, con una sala stracolma e pochissime defezioni in corso d'opera, nonostante la durata extra long (sfiora le quattro ore effettive). Qualche possibilità in più di una distribuzione in sala potrebbe averla il danese Before the frost, affresco inflessibile della vita rurale che, tornando al 1850, radiografa la forbice che separa ricchi e poveri, cosa l'uomo possa arrivare a compiere per apparire e le trasformazioni interiori indotte da un anelato passaggio di categoria sociale.
Chiusa questa rapida panoramica, riporto l'elenco delle pellicole viste, disposte in ordine di valutazione.
01 - Green book - - - > 9,5/10
02 - The old man & the gun - - - > 9/10
03 - An elephant sitting still - - - > 9/10
04 - Before the frost - - - > 8/10
05 - Halloween - - - > 8/10
06 - Beautiful boy - - - > 7,5/10
07 - The harvesters - - - > 7,5/10
08 - Ben is back - - - > 7/10
09 - The miseducation of Cameron Post - - - > 7/10
10 - Stanlio e Ollio - - - > 7/10
11 - They shall not grow old - - - > 7/10
12 - Measure of a man - - - > 7/10
13 - Boy erased - - - > 7/10
14 - La negrada - - - > 7/10
15 - Hermanos - - - > 7/10
16 - Hot summer nights - - - > 6,5/10
17 - A private war - - - > 6,5/10
18 - Back home - - - > 6,5/10
19 - Go home - A casa loro - - - > 6,5/10
20 - Fahrenheit 11/9 - - - > 6,5/10
21 - Notti magiche - - - > 6,5/10
22 - Kursk - - - > 6,5/10
23 - The hate U give - - - > 6,5/10
24 - Friday's child - - - > 6,5
25 - Three identical strangers - - - > 6,5/10
26 - Cafarnao - - - > 6/10
27 - Funan - - - > 6/10
28 - Bad times at the El Royale - - - > 6/10
29 - Il vizio della speranza - - -> 5,5/10
30 - Nelle tue mani - - - > 5,5/10
31 - An impossibly small object - - - > 5,5/10
32 - Mia e il leone bianco - - - > 5/10
33 - White blood - - - > 5/10
34 - Dead in a week: or your money back - - - > 5/10
35 - Las ninas bien - - - > 5/10
36 - Se la strada potesse parlare - - - > 4,5/10
37 - The girl in the spider's web - - - > 4,5/10
38 - Ether - - - > 4,5/10
39 - American animals - - - > 4,5/10
40 - Jan Palach - - - > 4/10
41 - My dear prime minister - - - > 4/10
42 - Il mistero della casa del tempo - - - > 4/10
43 - Monsters and men - - - > 4/10
44 - Running after - - - > 3/10
Extra/Fuori categoria
01 - La gueule ouverte - - - > 9,5/10
02 - L'amante giovane - - - > 8,5/10
Titoli di coda. Un doveroso saluto va ai compagni di questo viaggio che, come al solito, hanno reso speciale la permanenza e l'evento. Con Alan Smithee ormai viaggiamo a memoria ed è sempre bello - piacevole a tratti, ah ah ah - confrontarsi con l'energia di Gaiart, ma questa tappa lontana dai circuiti che frequento regolarmente da anni (Torino, Venezia e Udine), è stata l'occasione per rivedere o conoscere gli amici romani (più in generale, il pubblico del posto sarà disordinato, comunque in fase con l'evento, ma con una maggiore predisposizione a scambiare due parole, a conoscersi). Quindi, non posso che riservare un caloroso saluto al buon vecchio Lampur e al grandissimo Pazuzu (due risate al volo fanno sempre un gran bene), mentre senza nessuna organizzazione, la visione di un film di Maurice Pialat mi ha consentito di conoscere Steno79 (sperando di ripetere l'esperienza tra dodici mesi, cerchiamo di organizzarci). Infine, finalmente ho incrociato con regolarità, non con le toccate e fuga torinesi delle altre volte, Port Cross, altra persona meritevole, un po' come tutti gli utenti affezionati a questo sito da anni che, usciti dalla protezione di un nickname, hanno sempre dimostrato di essere grandi cinefili ma, ancora prima, amicizie da preservare. Se gli amanti del cinema sono ormai merce rara, questo sito è una riserva che non manca mai all'appello, regalando sempre nuove e piacevoli sorprese. Un sincero grazie a tutti.
Da sinistra: Lampur, Supadany, Pazuzu e gli sfocati Alan Smithee e Port Cross
Da sinistra: Alan Smithee, Pazuzu, Supadany e Port Cross
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