Il cartone animato che non ha età: "Biancaneve E I Sette Nani" è uno dei più riconosciuti, se non il più conosciuto cartone animato Disney. Realizzato nel 1937, grazie al soggetto dei Fratelli Grimm (dall'omonima fiaba), la sceneggiatura di molteplici collaboratori di Disney, tra i quali Merrill De Maris ed Earl Hund e la stessa produzione e regia di Disney, esso è riconosciuto anche per essere il primo lungometraggio in cel animation, girato in America, a colori e ad essere prodotto dalla Walt Disney Pictures. Come molti altri film dell'epoca, Disney sfruttò il fattore "musical", legato alla commedia fantastica/sentimentale, fattore che verrà utilizzato nella maggior parte dei prossimi film. Nonostante i suoi oltre 80 anni, il film non ha mai perso carisma, nè la creatività che riservò ai cinema dell'epoca: la magia, classificabile come design o trama in sè, rimane sempre e comunque un optional che, ovviamente tende a migliorare la struttura compositiva dell'opera. Eppure descrivere la meraviglia presente in "Biancaneve E I Sette Nani" non è semplice: per parlare di quest'opera d'arte intramontabile bisogna partire dal preludio; d'altronde parliamo del primo lungometraggio Disney.
Tutto comincia ad inizio 1934 quando Disney era conosciuto al piccolo pubblico per la produzione di lungometraggi e serie quali "Sinfonie Allegre" e "Mickey Mouse". Il budget stimato per la realizzazione del lungometraggio era di circa 250.000 dollari che, considerato ai costi di allora era dieci volte in più della spesa di un corto de le "Sinfonie Allegre": Disney subì lo scetticismo della moglie Lillian e del fratello Roy, quali consigliarono lui di lasciar perdere così come altri che considerano l'opera "Follia Disney". A metà 1934 cominciò la stesura della sceneggiatura: sin da subito Disney diede massima disponibilità nelle varie caratterizzazioni dei nani, considerati da quest'ultimo i personaggi più descritti psicologicamente. Seguirono ovviamente le trame di Biancaneve, della Regina Grimilde e del Principe, ovvero i personaggi sui cui si basa una buona parte di sceneggiatura, soprattutto su Biancaneve e la Regina (senza tralasciare ovviamente i nani). Parlando del design stesso, Biancaneve fu un personaggio particolarmente ispirato: tramite le immagini di repertorio visibili nel libro allegato alla Diamond Edition, ella richiamava inizialmente Betty Boop, con evidenti i grandi occhi caratteristici. In seguito un animatore collaboratore di Walt lavorò ad un personaggio femminile di un cortometraggio che, nonostante la realisticità, non convinse particolarmente lo stesso Disney, quale alla fine scoprì di un abbozzo del personaggio realizzato dal collaboratore: il viso del personaggio, durante le modifiche risulto più spigoloso del solito e portò all'ispirazione, da parte di Disney, dei personaggi delle fiabe stesse. Biancaneve risultò un personaggio poco delineato in viso, leggermente paffutello (così come il Principe) e molto dettagliato nella scelta, soprattutto del fard utilizzato per rendere il personaggio più iconico di quanto già non lo fosse in partenza. E fu così che diedi inizio alle danze!
Tramite un libro di fiabe vien subito detto che Biancaneve è una dolce bambina, orfana di madre che vive con la malvagia matrigna, la Regina Grimilde (cui nome non vien pronunciato per tutto il film): ossessionata dall'aspetto fisico, quest'ultima possiede uno specchio magico al quale chiede costantemente chi sia la più bella del reame, e per anni egli risponde che era e rimane sempre lei. Un giorno, Biancaneve cresce e diventa una bellissima principessa, costretta a lavorare come sguattera all'interno del castello e qui vi è la goccia che fa traboccare il vaso. Dopo tanto tempo, lo specchio risponde diversamente alla medesima domanda della Regina: è Biancaneve la ragazza più bella del reame ed è per via di questo "avviso" che la Regina decide di provvedere mandando il suo cacciatore di fiducia ad ucciderla. Nel frattempo Biancaneve incontra, durante una normale giornata di pulizie un principe che, udendo la spettacolare melodia della sua voce, le canta l'affetto che prova per lei. In seguito il cacciatore, mandato appunto per uccidere Biancaneve, non riesce a commettere il malsano gesto e decide di farla fuggire per il bosco luogo in cui, non cosciente di quello che le potrebbe accadere, incontra degli animali che la porteranno in un posto dove stare: una casetta di sette nani.
Da ora in poi dividerò in due settori tutto quello che si può dire sul film animato.
LA STORIA E I SUOI PERSONAGGI:
"Biancaneve E I Sette Nani" ha una trama molte semplice, ornata da elementi che tendono a decorare l'abbagliante magnificenza risiedente. Come riportato dalla nostra amata Wikipedia e ribadito nel paragrafo precedente, una parte del film è basato sull'intrattenimento di gag e personalità da esprimere dei nani, personaggi fondamentali per la trama e la sua consistenza. Ognuno ha un proprio nome, dal quale deriva una carateristica precisa: Dotto è un nano dislessico e sensibile, Brontolo è il contrario di quest'ultimo ed ha un cuore di pietra (inizialmente), Eolo, che prende il nome dello stesso dio dei venti, da cui deriva il suo "startunare" in maniera pesante, Mammolo è un nano timido ed innamoratissimo di Biancaneve, Gongolo è un nano molto felice ed esprime la sua felicità in parecchi modi quali esprimersi in pubblico, cantare, suonare e molto altro, Pisolo il nano assonnato e Cucciolo, colui che non sa parlare; tra l'altro è lu'nico nano senza la barba. Mi è sempre stato simpatico Cucciolo e non caso è, assieme a Brontolo, il nano più famoso del film: la sua comicità fisica (perciò slapstick) ricorda quella di Chaplin. Che fosse un omaggio al regista? Chi lo sa.
Biancaneve è esteticamente un personaggio realizzato in maniera ottima: nonostante le sue imperfezioni facciali e forse questo che rende il personaggio iconico, tanto che molte delle sue posture e le sue forme verranno riproposte nelle future principesse quali, ad esempio Cenerentola. Il carattere della giovane principessa è illustrativo: ella sembra capace di badare a sè stessa, così come per i nani e la loro casa, ma è molto ingenua e si lascia trasportare dalle bugie e dagli sconosciuti. In certi tratti viene caratterizzata come personaggio aristocratico, specie nella scena in cui obbliga i nani a lavarsi prima della cena ma questo perché, avendo vissuto per molto tempo all'interno di un castello avrà certamente delle regole che la rendono, indipendentemente dal carattere, una ragazza viziata dalla buone maniere; il che è un buon risultato. Ritornando un attimo ai nani: il mio preferito, a livello caratteriale, è proprio Brontolo. Egli sembra rappresentare il rapporto odio-amore di cui tanto si parla, ovvero il classico diffidare dai pregiudizi specie se si tratta di un personaggi dalle caratteristiche misogine, riporto testuale frase dal film <<E' una femmina e tutte le femmine sono perfide. Piene di arti subdole.>> e a seguire.. Inoltre una scena particolare conferma la mia tesi: Biancaneve, dopo aver cantato per i nani, sale nella stanza da letto dei nani per la notte, con il permesso datole da quest'ultimi che, invece dormono in cucina e, prima di dormire prega che Brontolo possa volerle bene, in modo da risolvere questa brusca partenza col piede sbagliato.
La Regina Grimilde è, invece un eccellente villain! Profonda e crudele come descritta in partenza, ella rappresenta l'odio, il terrore, tutto quello che c'è di sbagliato nell'essere umano, ma in particolare è ossessionata dall'aspetto fisico e, non meno importante, dal fatto che qualcuno possa toglierle il premio della più bella del reame. Scherzi a parte, il personaggio è visivamente spaventoso, specie nella forma da strega. Conoscitrice di trasformazioni, reca inquietudine solo nel dover uccidere la povera ed ingenua Biancaneve per via della sua bellezza naturale. Il fenomeno della matrigna cattiva sarà presente anche in Cenerentola.. mmh, non credete che il citare quest'ultima non vi invogli a pensare che sia copiato? Scherzi a parte (parte due), ma seriamente. Penso che la trasformazione porti la stessa Grimilde a vantarsi di una sfida già vinta in partenza, non considerando la presenza di un possibile principe. Difatti, se fosse stata più attenta alla vita sentimentale della figliastra (come infatti è accaduto), non avrebbe fatto la fine che l'aspettava, così come gli avvoltoi amici/nemici. Il senso di potere e menefreghismo totale si racchiude in un solo meschino personaggio, elegante nella sua rappresentazione iniziale.
Ed infine parliamo del Principe: personaggio presente in 1/4 di film, si presenta alla nostra Biancaneve con mantello rosso, veste bianca/blu, cappellino e stivali. Non so se lo sapete ma nel doppiaggio italiano del 1938 (primo doppiaggio italiano), la voce del principe veniva accompagnata da un tenore e personalmente mi ha lasciato divertito e allo stesso momento colpito da questo fatto, ma in fondo parliamo di altri tempi. Egli nota sin da subito la voce promettente di gioia e serenità di Biancaneve, quale appunto spera in qualcuno che la porti con sè in regno. Sin da bambino la sua onnipresenza mi ha lasciato sbigottito, ma ovviamente basta considerare due fattori: 1) il fatto che nel film vi siano riportate scritte che ricordano la sua esistenza con frasi tipo <<il principe, nel frattempo, andò alla ricerca di Biancaneve>> e 2) per un fatto omesso dal film, ovvero che il cacciatore avrebbe avvisato egli della fuga di Biancaneve. Almeno queste sono le possibilità che il film sa darci in merito. Per il resto, egli è il protagonista della canzone "Il Mio Amore Un Dì Verrà" ("Someday My Prince Will Come") e solo con ciò possiamo intuire quanto amore e affetto Biancaneve provava durante l'interpretazione della canzone.
LA COLONNA SONORA:
La colonna sonora della pellicola riporta svariate melodie che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo ascoltato. Tra queste ricordo "Io Spero/Non ho che un canto", "Con Un Canto Nel Cuor", "Impara a Fischiettar", "Ehi-ho!", "La Tirolese Dei Nani"; "Il Mio Amore Un Dì Verrà" e le riprese della prima ed ultima canzone.
- "Io Spero/Non ho che un canto" sono le canzoni iniziali della pellicola. "Io Spero" è il primo canto di Biancaneve: in questa canzone ella esprime il suo desiderio di libertà, di amore e serenità. Questo desiderio verrà accolto con l'arrivo del Principe che esordisce con "Non ho che un canto", melodia con la quale appunto egli rivela il suo amore alla giovane principessa.
- "Con Un Canto Nel Cuor" è una canzone di ripresa morale. Poco prima che la cantasse, Biancaneve aveva passato un bruttissimo incubo nel cuore del bosco, luogo dove si tiene la scena più paurosa del film e probabilmente la più inquietante mai realizzata dalla Disney. L'arrivo degli innocenti e spaventati animali del bosco porta Biancaneve a rassenerarsi, coinvolgendo gli animali stessi.
- "Impara A Fischiettar" è una canzone di transizione, sempre cantata da Biancaneve con tanto di accompagnamenti musicali (fischiettii) da parte di alcuni uccellini. Durante la performance, Biancaneve e gli animali puliscono la casa dei nani.
- "Ehi-ho!" è un inno al lavoro e al contempo al riposo, ovviamente cantato dai sette nani che ritornano a casa dopo (appunto) una giornata di lavoro in miniera.
- "La Tirolese Dei Nani" è una simpatica canzone che i nani cantano a Biancaneve, probabile segno di fedeltà a quest'ultima.
- "Il Mio Amore Un Dì Verrà" è una canzone d'amore che Biancaneve canta ai nani per ricambiare. Ritenuta da me la migliore canzone del film, essa rispecchia un vassello di speranza della giovane principessa di poter, presto, rincontrare il suo pricipe e il vivere con lui per il resto della sua vita. La canzone è, tra l'altro una delle più conosciute nel mondo della musica, tanto che viene spesso "coverata" o cantata da altri artisti contemporanei quali, per fare un esempio Barbra Streisand. Un altro accenno musicale vi è per l'omonima canzone di Mile Davis, dove regnano perfetti e assoluti assoli jazz sulla melodia della canzone del cartone animato.
- Le riprese di "Non Ho Che Un Canto" e "Il Mio Amore Un Dì Verra" rappresentano il finale del film, in cui regna un assolutismo generale di emozioni felici e vittoria morale dei protagonisti. Grandissimo finale.
E infine, "Biancaneve E I Sette Nani" è probabilmente il mio film d'animazione preferito: ti coinvolge sin dal primo momento, ti incupisce nella maniera più straziante, ti rende felice quando devi essere felice, riesce a farti provare emozioni che non sentivi da tanto tempo; ogni tanto una visione è dovuta. Il finale del film, personalmente, mi suscita un'emozione tale che tendo spesso a paragonare con il paradiso "terrestre" (letteralmente parlando), accompagnato da una musica celeste e magistrale. Disney, soltanto con la sua prima opera, ha costruito un'impero difficile da distruggere per il suo enorme spessore. Un impero che durerà per sempre.
E con questo concludo. Ci vediamo al prossimo post.
Un saluto da Andrea.
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