È finita anche quest'anno, dopo una dozzina di giorni esaltanti trascorsi con gli altri ragazzi e ragazze del gruppo di FilmTv, spesi a trangugiare cinema in quantità che per chi non frequenta o non è avvezzo, paiono da follia o da ricovero immediato.
Non starò qui a ribadire concetti già chiaramente espressi nel dettaglio nei numerosi post opportunamente dedicati alle tendenze emerse durante questo che è il nostro più importante appuntamento con il cinema d'autore in Italia, e pure, probabilmente, il più anziano e longevo al mondo se si parla di festival.
Né tantomeno, tornerò ad elencare nomi di titoli o attori o registi premiati: gli interessati sanno già tutto, o possono reperite tutto ciò di cui non si sovvengono ovunque, qui nel nostro sito, come in rete.
Si parlava e discuteva in modo acceso, sui social, nei giorni scorsi, forse anche stimolati dall'increscioso episodio dell'insulto ignobile pronunciato dall'ormai noto facinoroso ai danni della regista australiana del film - pur assai epidermicamente provocatorio e gratuitamente irritante - The Nightingale - fin anche ad arrivare a polemizzare, della circostanza ed opportunità se dover sempre necessariamente esprimere o legare un proprio giudizio che faccia seguito alla visione di una pellicola: sia che si tratti di un semplice voto che rispetta un graduatoria preimpostata, sia che esso sia frutto di un discorso più ampio e sviscerato, o piuttosto, come quasi sempre avviene, una mediata combinazione di entrambe le strategie.
Secondo il mio parere, e penso che qualcun altro qui nel sito possa appoggiare questo mio sentimento, se il CINEMA è arte, o tende a divenirlo, non solo merita di essere giudicato: lo pretende, CE LO CHIEDE LUI STESSO, se non espressamente, come modalità unica per comprendere se stesso, rapportarsi con i colleghi e concorrenti con cui i cineasti condividono la medesima voglia di raccontare in forma visiva storie, fatti, situazioni, fenomeni di questo e pure di altri mondi o dimensioni.
Senza un giudizio di merito, cosa ne sarebbe del cinema?
Si ridurrebbe, lo sostengo in modo molto convinto, al rango di un reality dozzinale o allo status primordiale e decerebrato di qualche altro orrore televisivo per cui chi proprio non puo' rinunciare ad affrontarlo, non deve nemmeno porsi il dubbio, o l'evenienza, se esso meriti o meno.
Tutto il quesito è superato a priori da interrogativi più spicci o maliziosi, cavalcando l'incognita primitiva e rozza di cosa dirà questo partecipante a quell'altro, su chi si fidanzera' con quell'altra, su cosa dirà questo di quello all'insaputa di quell'altro.
Ci troveremmo di fronte non a materia che tende a divenire rappresentazione privilegiata e sublime, ma piuttosto dinanzi ad un incubo da panorama apocalittico, che il cinema, inteso come arte o tentativo di farne parte, deve evitare. Come la peste!
Termino questo post celebrativo di un festival di buona qualità, con i film del Concorso, ordinati in base alle prefereze mie personali; come già in passato, cliccando sul titoli degli stessi, potrete accedere direttamente alla singola recensione.
Per tutti gli altri film (64 visionati in 11 giorni, con la sezione Orizzonti che presenta almeno 4/5 titoli notevoli), vi rimando direttamente alle singole recensioni.
Roma di Cuaron, vincitore del Leone d'Oro numero 75, è un grande film, intenso, che ci restituisce un autore lontano dai fasti hollywoodiani - in cui si è comunque distinto con onore coniugando mestiete con autorialita' - ritrovandolo ora nella sua intimità più pura e poetica, pure parzialmente autobiografica; abile in modo insuperabile a scovare il tratto lirico, mai lezioso, anche semplicemente all'interno di una pozza invasa da acqua di risciacquo, utilizzata dalla protagonista per pulire il solito cortile lordato di escrementi di un cagnone assai ben motivato d'intestino. Vedere per credere, appena si potrà, sul.palinsesto che il produttore Netflix ci comunicherà, per buona pace di ogni ulteriore polemica.
Buona lettura.
- KILLING di Shinya Tsukamoto *****
- ROMA di Alfonso Cuaron ****1/2
- THE BALLAD OF BUSTER SCRUGGS di Joel e Ethan Coen ****
- THE FAVOURITE di Yorgos Lanthimos ****
- CAPRI REVOLUTION di Mario Martone ****
- SUSPIRIA di Luca Guadagnino ****
- PETERLOO di Mike Leigh ****
- NUESTRO TIEMPO di Carlos Reygadas ***1/2
- TRAMONTO di Laszlo Nemes ***1/2
- NON-FICTION di Olivier Assayas ***1/2
- THE SISTERS BROTHERS di Jacqies Audiard ***1/2
- WHAT YOU GONNA DO WHEN THE WORLD'S ON FIRE di Roberto Minervini ***1/2
- VOX LUX di Brady Corbet ***
- 22 LUGLIO di Paul Greengrass ***
- THE MOUNTAIN di Rick Alverson ***
- IL PRIMO UOMO di Damien Chezelle ***
- OPERA SENZA AUTORE di F. Henckel von Donnersmarck **1/2
- CLOSE ENEMIES di David Oelhoffen **1/2??
- ACUSADA di Gonzalo Tobal **
- AT ETERNITY'S GATE di Julian Schnabel **
- THE NIGHTINGALE di Jennifer Kent *1/2
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