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Sono andato al cinema. Ma uno piccolo...
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Benvenuti. A settembre - inizio dell’anno scolastico e di quello cinematografico - mi immagino sempre “i nuovi”. Quelli che si sono iscritti al sito nel mese di agosto, mentre il sito era in silenzio, e ora che si sono aperti di nuovo i cancelli si vedono arrivare queste newsletter - la mia è la seconda della nuova stagione - e si chiedono chi diavolo siano questi e cosa vogliano. Io sono Database - nickname non scelto ma ereditato (un premio a chi si ricorda il mio primo e vecchio nick) - e sono uno dei due fondatori di questo sito: l’altro è End User (nick rubato a me!), che si alterna con me nello scrivervi ogni settimana. Erano sedici anni fa, tra poco diciassette e ci sembrano tantissimi e pochi al tempo stesso. 
Rassegnatevi: questa non è una newsletter come le altre newsletter di cinema (ne ricevo tantissime anche io: le conosco). È un’oggetto un po’ anomalo: non per fare i diversi, ma perché ci hanno disegnato così e pertanto non sappiamo fare altrimenti. Benvenuti dunque.

 



Il mio anno cinematografico ha avuto un inizio insolito. Del resto quest’anno si presenta un po’ strano. Per esempio, prendete la Mostra del Cinema di Venezia che è in corso e dalla quale altri utenti del sito, che furono novellini come voi siete novellini oggi, ci stanno raccontando doviziosamente che succede. Bene, uno dei film indubbiamente più scioccanti - a sentire i racconti - è stato Sulla mia pelle, di Alessandro Cremonini, che racconta gli ultimi giorni della vita di Stefano Cucchi. Uscirà settimana prossima, il 12. Ma non in sala: anzi, non solo in sala. Idem per il film di Cuaron che - a detta di molti - è tra i più papabili per un premio importante: Roma (che in questo caso non è la Città eterna, ma un quartiere omonimo di Ciudad de México). Entrambi - insieme ad altri importanti titoli in concorso e no - sono titoli prodotti da Netflix e quindi si potranno vedere lì, oltre che al cinema. Pensate addirittura che Netflix per buona parte ha già comunicato quando li metterà online, mentre sulla data di uscita delle sale degli stessi ancora non si sa niente.
Ecco quindi il primo dubbio. Ma Sulla mia pelle, settimana prossima, andrò a vederlo al cinema, con la mia compagna abituale di visioni e di vita, tirando fuori quasi 20 euro, o lo vedrò su Netflix senza spendere niente (visto che pago già)? Qui la domanda esce dalle considerazioni filosofiche spesso fatte su quanto sia meglio vedere un film in sala (è meglio, per me) e si fa concreta e spicciola: pagare (ancora) o no?

Intanto settimana scorsa al cinema ci sono andato e ho pagato: meno di dieci euro, anzi la metà. Perché sono andato in un cinema piccolo, ma carino. Due vetrine con ampio seminterrato. È la sala Wanted, nata pochi mesi fa a Milano. Mi ha accolto Lorenzo ed è stato un po' come andare a casa sua, vista l'accoglienza e la gentilezza. La sala Wanted è infatti una di quelle nuove realtà (a Milano conosco per esempio anche Il Cinemino, e anche il Beltrade è un po' così) che si stanno facendo spazio: un po' cinema di quartiere, un po' club. Sale piccole, difformi dal tipico cinema per architettura e spazi, preziosissime per proporre e accogliere quei titoli che altrimenti non si vedrebbero proprio. Io ci ho visto Lucky - per amore e riverenza verso Harry Dean Stanton - che per la mia gioia era in lingua originale (tra l'altro Wanted è anche distributore per l'Italia di questo come di altri titoli). 
Questa dei piccoli cineclub è una soluzione interessante e possibile. È qualcosa che viene dal passato e sta un po' nel futuro. Ed è anche una risposta che crea integrazione e comunità. Il mio voto all'iniziativa è molto alto. L'unica controindicazione è che essendo luoghi piccoli e atipici non ricreano la "magia" del cinema, ma comunque sono sempre meglio dello schermo del mio portatile da 13 pollici. 
L'altro problema è averne uno vicino: un club dove sentirsi a casa - come un pub - non può essere dall'altra parte della città. Deve essere portata di mano. Io un'idea per un posto ce l'ho, magari una delle prossime volta ve ne parlo. Voi?

PS: La foto sopra me l'ha mandata Paolo e testimonia la più piccola arena estiva al mondo. È la celebre Pines&Sheet (pini e lenzuolo), posta tra i monti alle spalle di Genova. Un luogo incantato, con notti selvagge e proiezioni a raffica. Paolo ci legge, salutatelo insieme a me: ciao Paolo!


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