L'ultimo grande capolavoro di Sergio Leone, 'C'era una volta in America', è un film magniloquente che attraversa 40 anni di storia americana per parlare delle turbolente vite di due gangster e delle loro avventure personali alternate tra amore, denaro e potere. Max e Noodles si conoscono da giovani nei bassifondi di NewYork e insieme si addentrano nel mondo della malavita. Con il passare degli anni cominciano i primi problemi fino a che non avverrà un fatto che stravolgerà per sempre le loro vite. La storia, strutturata in tre atti narrativamente sconnessi tra loro e alternati da flashback, si concluderebbe con i due protagonisti ormai anziani che dopo decenni si incontrano per l'ultima volta. L'estremo finale, un flashback che rimanda al passato, è stato a lungo dibattuto per via dei contenuti poco chiari e si ricollegherebbe a un sogno fatto dallo stesso Noodles. Sembrerebbe che gran parte degli eventi narrati del film siano frutto della sua immaginazione.
Noodles anziano scompare portandosi dietro quasi mezzo secolo di ricordi. Uno stacco di montaggio e ritorna trentenne, sdraiato nella fumeria d'oppio dov'era solito recarsi quando voleva abbandonarsi ai suoi tormenti. Completamente assuefatto dalla droga si lascia andare a un misterioso sorriso. Si è immaginato la sua vecchiaia, i suoi più grandi problemi. Molti elementi sarebbero a favore della teoria del sogno e negherebbero alla storia una dimensione veritiera. Ognuno di questi è riconducibile all'assunzione dell'oppio da parte del protagonista e alle dirette conseguenze da essa scaturite quali allucinazioni o visioni. Il film si apre con una lunga sequenza, ripresa poi verso la fine, nella quale un telefono squilla incessantemente. Esattamente nel momento in cui il telefono smette di suonare, il protagonista si sveglia in preda ad una forte agitazione e viene soccorso da un inserviente che lo aiuta a immergersi di nuovo nelle sue visioni. Tutto quello che avviene in seguito, che nella storia corrisponde ai fatti ambientati negli anni '60, è frutto degli effetti dell'oppio. Noodles immagina il suo ritorno a New York e il tradimento dell'amico Max. Immagina la sua vita piena di fallimenti, le sue paure e inconsciamente manifesta il rimorso per non essere riuscito a far sí che certi eventi non avvenissero. Immagina le auto degli anni '30 che sfilano rombando davanti ai suoi occhi e dalle cui radio si può udire malinconicamente la canzone God Bless America. Ma poi quel sorriso compiaciuto su finale, un'espressione di sollievo per essersi accorto di avere immaginato tutto quanto.
Sembrerebbe di avere immaginato tutto quanto, non è sicuro. La teoria del sogno non è la verità certa ma solo una delle varie tesi discusse a riguardo. In contrapposizione a essa vi è una tesi contraria che sostiene la veridicità dei fatti annulando di conseguenza l'ipotesi onirica. Non si parla di alcuni anacronismi presenti in molte sequenze ambientate el 1968 come la musica dei Beatles, la modernità degli apparecchi elettronici, delle auto e degli edifici, i rimandi alla Guerra del Vietnam, a Jimi Hendrix e perché no agli hippies. Elementi non ancora presenti durante la giovinezza di Noodles e quindi alquanto impossibili da immaginare e per giunta sognare. Non si parla di dettagli materiale e concreti ma della natura stessa del film e dei suoi contenuti. Se le sequenze in questione fossero solo un sogno crollerebbe quanto costruito intorno ai personaggi e alle loro vicende. La potenza di 'C'era una volta in America' risiede nelle vicende di Max e Noodles, nei loro momenti più significativi dall'adolescenza alla vecchiaia, nell'essere uno l'antitesi dell'altro e nel valore conferito all'amicizia proprio nella scena finale. Il sogno annullerebbe il momento più significativo della storia nel quale le due personalità entrano in pacifico contrasto manifestando tutta la loro essenza attraverso uno struggente dialogo che conclude la loro amicizia. Se fosse solo l'oppio a parlare, lo spettatore rimarrebbe amaramente deluso nel vedere un così spiazzante colpo di scena perdere d'efficacia.
Non essendoci un'interpretazione certa e appurata, ci si lascia andare all'immaginazione e alla fantasia. I sogni sono difficili da classificare e ancor di più da comprendere e accettare ma a volte la realtà, se pur cinica e spietata, appare più bella e sincera della finzione.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta