La 33ma edizione della Settimana della Critica, che come ogni anno si svolge in concomitanza con il Festival di Venezia, ha diramato oggi la sua lineup, una selezione che spiega lo stesso Giona A. Nazzaro, delegato generale della sezione:
«Il mondo e il cinema. Il nodo è sempre quello, già individuato da Roberto Rossellini e sul quale Jean-Luc Godard non ha smesso di interrogarsi (come dimostra Le livre d’image). Non una banale relazione binaria nella quale il cinema diventa un riflesso sociologico del mondo, ma una dialettica aperta. E quindi tenere alto, possibilmente altissimo, il livello del confronto e della proposta cinematografica, evitando magari le scorciatoie banali del conforto con il già noto, per incrementare il piacere, sempre disorientante, della scoperta. Al principio di (ir)realtà del discorso dominante opponiamo il principio della discontinuità, del piacere, dello smarrimento, della sensualità, del rischio, dello sconosciuto e dell’ignoto. Opporre a quanti alzano steccati invocando identità limitanti tutte le possibilità che il cinema (e il mondo, e il corpo) ancora offre. Fassbinder sosteneva, a ragione, che al cinema ci si andasse per fare nuove esperienze. Non solo: che al cinema il lieto fine non avesse ragione d’esistere perché altrimenti le persone avrebbero prima o poi smesso di cercare un lieto fine nelle loro vite, fuori dal cinema.
Dall’osservatorio che è la Settimana Internazionale della Critica, il cinema appare dunque come una fucina in piena attività. Le mappe di ieri sono già inutilizzabili, la sfida del presente, però, è irresistibile ed è un privilegio unico poterla accogliere. Non solo: confortati dal successo della precedente edizione (davvero al di là delle più rosee aspettative) abbiamo tentato di allargare ancora di più l’orizzonte dello sguardo possibile. Tentando così di raggiungere mondi e sguardi che non avevamo ancora lambito.
In apertura abbiamo posizionato Tumbbad, un fantasy indiano, una parabola sulla cupidigia, che viaggia alla velocità di un racconto di Emilio Salgari filmato da Spielberg. Assecondando il piacere della circolarità, in chiusura ospitiamo Dachra, un horror tunisino che affronta il conflitto fra tradizione e modernità alla luce delle speranze di una rivoluzione che è ancora in attesa di compiersi. Torna anche l’Africa subsahariana, con il film A Kasha, una commedia solare strappata agli orrori della guerra civile in Sudan, nella quale Plauto abbraccia il venerando Ousmane Sembène. Sul versante italiano salutiamo con entusiasmo Saremo giovani e bellissimi, esordio sulla lunga distanza di Letizia Lamartire, autrice rivelata dalla seconda edizione di SIC@SIC con il cortometraggio Piccole italiane. Il cinema francese si presenta con Bêtes blondes, una commedia lunare e surreale che, ne siamo convinti, lascerà un segno molto forte. Con Adam & Evelyn, romanzo di formazione sentimentale all’ombra della caduta del muro di Berlino, il cinema tedesco si confronta invece con i fantasmi della riunificazione. Anche il documentario è presente nella 33esima edizione della Settimana: Still Recording presenta uno sguardo dall’interno dell’inferno della guerra siriana, assolutamente inedito e genuinamente innovativo. Il Montenegro fa il suo esordio alla SIC con You Have the Night, magnifico e dolente poema sulla scomparsa di un intero mondo. E infine, M, l’esordio alla regia della popstar finlandese Anna Eriksson, con un viscerale e misterioso horror sperimentale del quale l’autrice ha curato ogni tappa della realizzazione, compresa la color correction e le varie fasi del missaggio.
Una selezione composita, dunque, che ha evitato in tutti i modi, i luoghi comuni e le soluzioni più immediate, aprendosi alle incognite e, soprattutto, al piacere del futuro. Un futuro tutto da inventare, possibilmente insieme».
Cliccando sui titoli, scoprirete trama, cast e foto.
-------------
CONCORSO
-------------
EVENTI SPECIALI
-------------
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta