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Il vocabolario dei sentimenti - Nostalgia (7)
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La mente è un'entità a sè, capace di moti propri, turbolenze infette e lampi di sonora meraviglia. Due cose possono sconvolgerla, su livelli diversi. Un lutto ed un malfunzionamento ma quando tutto funziona bene, essa è in grado di produrre infinite combinazioni di sostanze ed impulsi, generando meravigliose sensazioni.

 

A volte un fremito alcolico, una malinconia incubata, rivestono il tessuto cerebrale di una patina di sensibilità altra, basta nulla, un soffio di ricordo, un odore dimenticato, un riflesso d'infanzia per scatenare la nostalgia di ciò che è stato ma anche, talora, di ciò che non sarà mai. Essa può investire un ricordo, sia esso legato ad un fatto piuttosto che ad una proiezione mentale... ed in quei momenti capisco di avere un accesso intimo e vivo al me passato, talvolta un lampo d'infanzia diviene tanto vivido da pormi il dubbio che il presente sia un sogno del me trascorso. Una morsa di ricordi angosciante, tutte le persone che ho amato, i luoghi, un vortice devastante di lacrime, non so più fermarmi.

 

Le lotte con mio padre, i giochi d'acqua, quel pallone che disegna un arcobaleno e schizzi... mille gocce... mille lacrime come gerridi brulicanti su un lago immoto e mi manca il respiro, la vista e persino il sud.

 

E poi l'adolescenza, i compagni di giochi, quelle capanne con tende rabberciate, quei segreti sussurrati e spesso inventati, quelle lotte innocenti, le sbucciature ed i bulli di quartiere. E sotto quest'alone sfocato e caldo, il miracolo; persino i brutti ricordi, persino le botte prese quella volta, fin'anche gli imbarazzi delle prime cotte, si trasformano in qualcosa di piacevole e tenero. La felicità fa occhiolino dal passato.

 

 

Il peso della felicità a volte soffoca più di qualsiasi silenzio. Ogni uomo sembra dover pagare un prezzo in lacrime, lo sconterà subito in un'infanzia infelice o dopo, attraverso l'assordante malinconia del ricordo. 

 

 

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