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Il mostro di Firenze / Mini serie TV
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Dal 1981 al 1985 si scatena la follia omicida del più (tristemente) celebre serial killer italiano, attivo sin da metà Anni '70 nei dintorni di Firenze. Sedici vittime, partendo dal primo omicidio (21 agosto 1968, assassinati Barbara Locci e Antonio Lo Bianco) dovuto a gelosia e per il quale il coniuge tradito, Stefano Mele, venne accusato del massacro. È però in questo contesto che compare la Beretta calibro 22, poi passata nelle mani del sardo Francesco Vinci e da lì, chissà come, in quelle del "mostro" con la quale siglerà tutti gli altri delitti. Il caso è attribuito a Pier Luigi Vigna che demanda le indagini a Silvia Della Monica, tra i primi procuratori a collegare i delitti. Della Monica riceve poi una busta con un lembo di pelle appartenente a Nadine Mauriot, vittima del duplice (e ultimo) delitto avvenuto a Scopeti, frazione di San Casciano Val di Pesa l'8 settembre 1985. Abbandonata la pista Sarda (Vinci) le indagini passano in mano al commissario Ruggero Perugini il quale, affiancato dall'F.B.I., istituisce la S.A.M. (acronimo di Squadra Anti Mostro) per arrivare ad incastrare -complice un diario appartenuto ad una coppia di tedeschi scambiati per errore ragazzo e ragazza e un proiettile calibro 22- il contadino Pietro Pacciani, noto per essersi macchiato di un feroce omicidio per gelosia compiuto in giovane età. Le indagini coinvolgono poi un postino locale, Vanni, e il guardone Lotti attribuendo a questi tre ruoli diversi in differenti omicidi. Tra condanne, smentite in appello e colpi di scena (il Vinci assassinato, Pacciani forse ucciso da un farmaco inadatto) si apre un nuovo livello di indagine che porta a Perugia, sulle rive del Lago Trasimeno...

 

 

Nel 2009 su Fox Crime va in onda una mini serie televisiva composta da sei episodi della durata di circa cinquanta minuti ciascuno. A dirigere Antonello Grimaldi, regista di fiction con già all'attivo serie di certo successo (Distretto di polizia) e un film piuttosto controverso, Caos calmo. La serie, a differenza di un paio di instant movie molto osteggiati e realizzati nel 1986, viene diretta con molto garbo e buon gusto da Grimaldi, il quale -pur essendo di fatto incentrata su fatti di cronaca davvero morbosi e inquietanti- decide invece di calarsi nei panni delle vittime, in particolare in quelli di un genitore, Renzo Rontini (interpretato dal bravo Ennio Fantastichini) distrutto dal dolore per la perdita (29 luglio 1984) della figlia Pia Gilda e intenzionato a capire chi e perché possa avere compiuto atti così ingiustificabili.

 

 

Abbandonata la pura cronaca, con l'ultimo duplice delitto avvenuto nel settembre del 1985, da metà serie in poi subentra l'analisi (poco convincente) che vede indagati Pacciani e i compagni di merende, per poi tentare un aggancio con le teorie del criminologo Francesco Bruno (interpretato dallo stesso regista) e le derive su una eventuale setta satanica. Il risultato finale è interessante, in grado di catturare l'attenzione senza mai abbandonare - nemmeno per un istante- il pensiero che va, con totale rispetto, al ricordo delle giovani, sventurate vittime, ancora oggi in attesa di risposte ad una duplice domanda che pare destinata a rimanere inevasa: chi e perchè?

 

 

Filmografia

Purtroppo la triste vicenda fiorentina ha cagionato, nel 1986, tre discutibili tentativi di sfruttamento cinematografico. Il primo è Firenze! L'assassino e ancora tra noi, per la direzione del produttore/regista Camillo Teti, qui impegnato a realizzare uno squallido thriller (fortunatamente reso soft dalle maglie della censura). Modicamente più dignitoso, diretto da Cesare Ferrario, è Il mostro di Firenze, film che presenta un giornalista (Leonard Mann) recarsi sui luoghi dei delitti per cercare di addentrarsi nella psicologia del killer. Cosa che lo apparenta in maniera simbiotica al poliziotto di Manhunter (William Petersen), anticipando in tal senso il protagonista del primo vero capitolo, diretto con stile da Michael Mann, nel quale compare l'Hannibal Lecter reso celebre dal seguente Il silenzio degli innocenti. La similitudine tra i due personaggi è forse da ricercare nello scritto originale di Thomas Harris, autore del racconto e celebre per essere stato, durante la realizzazione di Hannibal (2001), presente ai processi sul "mostro di Firenze". 

 

 

Tramonti fiorentini, poi mutato in Quel violento desiderio fu il terzo film (dopo Firenze! L'assassino è ancora tra noi e Il mostro di Firenze) ad essere stato concepito per solcare le tristi vicende di cronaca nera, in quegli anni (il 1986) purtroppo all'apice.  Il flm, avviato da Gianni Siragusa, venne fortemente osteggiato dai parenti delle vittime, tanto che le azioni legali ne sospesero la lavorazione. Alcuni anni più tardi, nel 1992, per il mercato Home Video (etichetta Clemi) uscì una videocassetta dal titolo 28° minuto, alla cui regia è accreditato il misconosciuto Paolo Frajoli: ebbene, questo film - che pure contiene estratti dal lavoro di Camillo Teti, ovvero Firenze! L'assassino è ancora tra noi - era in origine quel Tramonti fiorentini, poi opportunamente rielaborato (con sequenze aggiunte su una love-story, che nulla c'entrano con la cronaca). Ma il mistero sulle varie versioni/edizioni di questo terzo e ultimo film rimane allorché nel 1997, a firma in regia di Gianni Siragusa, appare una ulteriore pellicola dal titolo Inquietudine o Anxiety: di fatto dovrebbe trattarsi di un film slegato dal tema, realizzato con lo stesso protagonista di 28° minuto (Christian Borromeo).

 

 

Zodiac, il prequel de... Il mostro di Firenze?

Sono notizie degli ultimi giorni, ma tutt'altro che campate in aria perché sottoposte a vaglio di indagine (in Italia e in America): un militare italo americano di 82 anni, tale Joe (Giovanni) Bevilacqua, ha rilasciato dichiarazioni corroborate da circostanziati elementi probanti circa le sue ammissioni, ovvero dopo aver compiuto una serie di feroci delitti tra Nevada e California, sfidando gli investigatori con lettere anonime siglate Zodiac, Bevilacqua si è trasferito in Italia dal 1974 al 1989 in veste di direttore del Cimitero Americano dei Falciani, a due passi dagli Scopeti, zona testimone dell’ultimo duplice omicidio. Non solo, noto al Vanni (con lo pseudonimo di Ulisse), Bevilacqua si era presentato al processo contro il Mostro di Firenze, per depositare dichiarazione come testimone oculare contro Pietro Pacciani...

 

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