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Da pochi giorni si è concluso il Far East Film Festival, edizione n°20. Un festival nato a Udine che a sorpresa negli anni è diventato il più importante festival di cinema orientale in Europa. Lo abbiamo seguito da vicino e qui sotto trovate alcuni stimoli al riguardo.
Nel corso di queste venti edizioni il Gelso d’Oro, premio del pubblico, è andato per 10 volte alla Corea del Sud, 5 volte al Giappone, 2 volte a Hong Kong.
Su venti edizioni, la Cina ha vinto solo 3 volte. Considerando un semplice rapporto popolazione/vittorie, visto che i coreani sudisti sono 50 milioni e i cinesi 1300 milioni, se uno vuole fare il regista e avere successo in Europa conviene decisamente che nasca in Corea del Sud. 
Però a uno come il cinese Wu Jing tutto questo interessa pochissimo. Wu è infatti il regista di Wolf Warrior II, che l’anno scorso ha guadagnato 854.248.869 dollari, diventando il film cinese che ha incassato di più nella storia. 

 

per la cronaca, anche qui numeri: Trump dice China 233 volte.


Questa cosa dei numeri della Cina da un po’ di tempo mi ossessiona. Praticamente ogni articolo io abbia letto sul cinema e la Cina negli ultimi tempi mi ha riportato ogni volta a confrontarmi con numeri, sempre ovviamente enormi.
Per esempio è di pochi giorni fa la notizia che - in anticipo sulle previsioni - Dalian Wanda Group ha aperto a Tsingtao (è solo la 19esima città della Cina per popolazione e ha solo 9 milioni di abitanti) Movie Metropolis, una “città del cinema” provvista di 30 studios e di innumerevoli strutture: un progetto colossale, frutto di un investimento di oltre 8 miliardi di dollari. Sarà. anzi ormai è, la nuova Hollywood del cinema cinese. 
Se non sapete chi sia Wanda Group una breve ricerca vi dirà che è semplicemente la società cui va una parte del prezzo del vostro biglietto quando andate in un cinema della catena UCI, che da un paio di anni è tutta roba loro. Nel mondo Wanda ha già la bellezza di circa 7700 sale: 5400 in America, 2300 in Europa (di cui appunto 472 in Italia).
Vabbe', direte voi. Alla fine che si paghi all'uno o all'altro... E poi si sa che i cinesi sono penetrati un po' ovunque. 
Già. Però c'è altro. La Cina è infatti il secondo mercato cinematografico al mondo. E tra poco potrebbe diventare il primo: forse quest'anno: nel primo trimestre 2018 la Cina è già avanti. Un mercato per altro molto chiuso: pensate che esiste un accordo per cui all'anno solo 34 film americani possono essere proiettati in Cina, film che guadagnano tramite revenue sharing (in pratica va a loro una parte degli incassi). Poi entra un'altra quota di film internazionali - l'anno scorso sono stati 73 - che viene invece acquistata a un fee prestabilito. C'è motivo per cui credere che a Hollywood le nuove politiche daziarie di Trump facciano tremare i polsi: se i cinesi si ribellassero, addio espansione verso quel mercato gigantesco e in crescita.
E gli altri film che si vedono in Cina? Fatti in casa, ovviamente: nel 2017 sono stati 429, l'80%. E proiettati nelle 10 mila sale cinesi che contano un totale di 54 mila schermi (l'88% di questi possono proiettare film in 3D e 500 sono schermi IMAX). 
È un bell'affare, insomma. Se n'è accorto anche il Dipartimento Centrale della Propaganda del Partito Comunista che, sull'onda del successo di Wolf Warrior II, opera dai toni patriottici, ha avocato a sé l’amministrazione, la supervisione di tutti i film e della loro produzione, della loro distribuzione e della loro proiezione, la censura dei loro contenuti, il coordinamento dei principali eventi cinematografici, la supervisione delle co-produzioni, delle co-operazioni interne e gli scambi import-export di film. 
Insomma il modello autarchico paga. E il cinema cinese sarà sempre più ispirato a temi nazionalistici e propagandistici. 
Se provate a congiungere questi punti, la prospettiva inquieta: il cinema cinese, fortemente diretto e controllato, si prepara a crescere ancor di più, allestisce i suoi centri di produzione e si assicura i punti di distribuzione. Forse al Far East Film Festival la quota di film cinesi premiati non crescerà. Ma magari su uno dei 500 schermi del circuito Uci Cinemas in Italia vedrete presto una qualche mega produzione con lo zampino cinese. Le prove generali sono state già fatte. E non so quanto ne sarete contenti.

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