Il mondo dei festival cinematografici in Italia è abbastanza disparato. Proprio qualche settimana fa, si faceva il punto sul come vengono gestiti i fondi del Ministero e su come sia difficile affermare realtà nuove che propongono sguardi inediti sul cinema, cercando di conciliare la settima arte con il mondo che ci circonda. Del resto, viene da chiedersi, cos’è il cinema se non una rappresentazione di ciò che viviamo, sogniamo o speriamo?
Mettere in piedi una nuova rassegna cinematografica non è facile. Mille sono gli ostacoli da superare. Spesso si crede che basti scegliere un paio di film tra i soliti noti (del resto, con un po’ di attenzione, si capirebbe subito come esistano delle line-up fotocopia sparse in tutto il mondo), buttarli nel calderone e proporli al pubblico e alle giurie. In realtà, non è così. Occorre prima di tutto crearsi un’identità e differenziarsi semanticamente. È nella differenziazione che sta la chiave di svolta e di riuscita. Vi faccio un esempio. Anni fa, in queste pagine, tra l’indifferenza generale, si presentava la prima edizione del Sicilia Queer Film Festival. Ricordo a grandi linee che in molti espressero le loro perplessità per l’ennesimo festival dedicato alle tematiche lgbt rinchiudendosi in posizioni di pochissima apertura. A distanza di tempo, il SQFF è diventato invece un evento imprescindibile del panorama italiano grazie alla capacità degli organizzatori di guardare oltre e di aprirsi a un cinema poco convenzionale e, soprattutto, molto sperimentale. Ai primi mugugni si sono sostituite le lodi e, curiosamente, il SQFF ha trovato tra le pagine di questo sito un grande seguito, con utenti che provvedono (volontariamente ed entusiasticamente) a far da inviati. La differenziazione, quindi, è stata la chiave di svolta della rassegna.
E perché tornare a parlarne oggi? Semplicemente per illustrarvi una novità nel panorama delle rassegne cinematografiche, una novità che ancora una volta trova culla nella Magna Grecia, terra che da secoli abbraccia la cultura nel segno della differenziazione.
Era l’anno scorso, il 2017, quando nell’ambito del Festival Internazionale del Paesaggio Radicepura Garden Festival (che si tiene a Giarre, in provincia di Catania), nasceva la rassegna cinematografica Garden-in-Movies per valorizzare, attraverso il Cinema, la natura e l’ambiente come motori di sviluppo e contaminazione, in una visione a tutto tondo che oltrepassa il concetto circoscritto di “giardino” e lo apre ad ogni luogo, contesto, dinamica, relazione in grado di coltivare e nutrire valori fondanti di ordine culturale, politico, sociale e artistico. Per tre giorni, durante il primo fine settimana di agosto, un luogo suggestivo come il Parco di Radicepura viene trasformato in una sorta di salotto botanico a cielo aperto e in una sala cinematografica sotto le stelle alle pendici dell’Etna per ospitare tre giorni di proiezioni, incontri e conversazioni con autori, registi, attori ed esperti.
Tre giorni di proiezioni, incontri e conversazioni con autori/registi/attori/esperti sono il cuore del Garden-in-Movies, a partire dalla programmazione di tre lungometraggi che esplorino la cultura e l’essenza mediterranea attraverso la forza delle radici, ma anche temi di grande attualità intuiti ed esplorati già in film del passato diventati classici imperdibili, che tornano a rivivere sul grande schermo. I temi ispiratori della rassegna determinano la selezione dei film protagonisti delle tre diverse serate, proposti nelle tre sezioni che contraddistinguono Garden-in-Movies sin dalla prima edizione: “Radici”, “Essenza mediterranea” e “Oltre il giardino”, recita il sito ufficiale.
Per il 2018, l’evento si terrà dal 3 al 5 agosto ma presenta una sezione del tutto nuovo e competitiva. L’organizzazione ha infatti deciso di aprire la rassegna a un concorso internazionale riservato ai cortometraggi, il Garden-in-Movies Short Film Festival:
A partire dalla seconda edizione, in programma 3-4-5 Agosto 2018, la rassegna Garden-in-Movies si arricchisce del Garden-in-Movies / ShortFilmFest, concorso internazionale di cortometraggi a tema, in linea con lo spirito fondante della rassegna cinematografica principale, decisa a crescere e indossare sempre più le vesti di un vero e proprio Festival in cui proporre novità cinematografiche, individuare nuovi talenti e divulgare opere inedite e sperimentali, portatrici di nuovi linguaggi.
Il concorso internazionale di cortometraggi Garden-in-Movies / ShortFilmFest è rivolto a tutte le opere che, attraverso il linguaggio cinematografico, valorizzano la natura, l’ambiente, il paesaggio, l’ecologia e la sostenibilità ambientale come motori di sviluppo e contaminazione. In questa prospettiva, il “giardino” diventa metafora di ogni luogo, contesto, dinamica, relazione in grado di coltivare e nutrire valori fondanti di ordine culturale, politico, sociale e artistico.
Le porte della rassegna sono dunque aperte a tutti. I requisiti di ammissione del resto sono semplici. Il concorso è aperto a tutti i cortometraggi di finzione, documentari, di animazione, di qualsiasi genere narrativo (dramma, commedia, thriller, fantascienza, fantastico, noir, ecc.), della durata massima di 15 minuti (compresi titoli di testa e titoli di coda), di qualsiasi nazionalità, editi o inediti, purché prodotti dopo 1'1 gennaio 2016.
Il bando e la domanda per partecipare al concorso sono on line ( www.radicepurafestival.com/it/garden-in-movies) e la scadenza per inviare le opere è fissata per il 20 giugno 2018. Le opere finaliste verranno proiettate nel corso della II edizione del Garden-in-Movies e saranno valutate da una Giuria di qualità e da una Giuria popolare. Tra di voi, so per certo che si nascondono registi in erba e talentuosi filmmaker: perché non provarci?
A ideare e dirigere il Garden-in-Movies è la giornalista e critico cinematografico Ornella Sgroi, che proprio a FilmTv.it si era raccontata qualche tempo fa in una lunga intervista per la rubrica Cinelavorando.
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