I bambini li guardano è una rubrica settimanale di Cinerepublic in cui gli autori raccontano, in forma di cronaca dal salotto di casa, la visione di un film per grandi ad altri genitori audaci desiderosi di allargare gli orizzonti cinematografici dei propri figli.
Che cosa sono le nuvole (1967)
regia di: Pier Paolo Pasolini
con: Totò, Ninetto Davoli, Laura Betti, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Domenico Modugno
genere: Commedia
Di come Niccolò, 4 anni, ha giocato con Otello.
Iago e Otello e Desdemona e Cassio fanno i pompieri e Desdemona è già arrivata e la sua auto è parcheggiata perché sta per bruciarsi e Otello e gli altri arrivano. Uno porta la macchina nell'officina di Desdemona. Uno invece è morto, ma è Bianca! ed è morta perchè è stato il macchinone di un signore che l'ha investita.
Ma non muore nessuno? - domando. - Cassio, Iago, Otello? - e lui mi risponde:
No quello è l'altro film, il mio film inizia con Bianca che è morta. Desdemona è caduta nel fuoco e gli altri la devono salvare.
Così Niccolò ha reinterpretato il dramma di Otello in chiave ludico-moderna, salvando tutti e ammazzando un personaggio secondario (ma Bianca chi è? mi hanno chiesto in molti!).
Quando dissi a un mio amico che volevo far vedere a Niccolò "Che cosa sono le nuvole" mi rispose che quello non era un film per bambini! E io contestai che proprio per questo volevo farlo vedere a Niccolò e capire se gli sarebbe potuto piacere. Del resto c'erano l'azione, Iago che era verde, Otello che era nero e durava solo mezz'ora (dopo i rimproveri di Niccolò per la lunghezza di Big Fish era un'ottima durata!).
Ritenevo l'idea accattivante perché questo cortometraggio di Pasolini è uno dei miei film preferiti - e non solo per la nota sequenza in cui Iago ci ricorda che "noi siamo in un sogno dentro un sogno", che è l'idea che sento più mia -, ma anche perché c'è il teatro e le marionette, due elementi che ogni tanto ricorrono negli svaghi domenicali di Niccolò.
Nel contempo sapevo che era difficile per un bambino seguire questa storia, seppure semplificata come in questa trasposizione cinematografica. Così ho per qualche giorno raccontato a voce a Niccolò la "fiaba" di Otello, Iago, Cassio e Desdemona, dicendogli che gli avrei fatto vedere un film dove si narrava questo dramma; finché una sera gli ho proposto di vedere un film e lui tutto eccitato ha detto che voleva vederlo.
Inizia la canzone di Modugno e con essa la prima domanda: chi è? E io gli rispondo "il monnezzaro" e lui ripete tra sé poco convinto la parola.
Finalmente ecco in scena Iago e Otello che parlano. Iago è verde e già questo di per sé attira l'attenzione di Niccolò, oltretutto Totò ha una mimica che trasmette simpatia anche solo nei gesti, che Niccolò di tanto in tanto tenta di ripetere.
La storia inizia e a ogni scena spiego a Niccolò come stanno andando i fatti. Lui è così preso a farmi domande, a chiedermi chi è Cassio, chi Desdemona, che si perde tutte le battute.
Quando Otello chiede al marionettista perché deve ammazzare Desdemona e quello gli risponde "perchè tu sei felice di ammazzare Desdemona e perché Desdemona è felice di essere ammazzata da te", Niccolò vuole sapere il perché di quella risposta. Non esito a spiegargli che quella è la storia e loro sono personaggi in quella storia quindi vivono ogni volta quegli avvenimenti, insomma quello è il loro destino... Insomma, per dirla tutta, dentro di me ammettevo che forse avevo scelto un film un po' difficile per un bambino!
Ma alla fine succede che il pubblico salta sul palco e rompe tutte le marionette e Iago e Otello finiscono nel cesto dell'immondizia. Mia moglie entra nella sala in quel momento e Niccolò, con grande entusiasmo, sull'onda dell'impeto della battaglia, salta in piedi e corre a dirle:
"Guarda mamma, loro sono stati buttati perché lui le aveva messo le mani al collo e voleva ammazzarla così, ma il pubblico è salito sul palco e hanno ammazzato Iago e Otello e per questo loro sono stati buttati. Adesso sono delle marionette rotte!".
Ultime scene, Iago e Otello sono buttati nella discarica. Otello chiede a Iago: guarda, cosa sono quelle? E Iago risponde: quelle sono le nuvole. E Otello: e che cosa sono le nuvole? E Niccolò: perché gli ha chiesto che cosa sono le nuvole?
Gli spiego che Otello è una marionetta che non ha mai visto il cielo perché ha sempre vissuto in un teatro. E poi gli domando se lui sa che cosa siano le nuvole e Niccolò risponde, convinto, di sì, che le nuvole quando sono nere servono per fare la pioggia, invece quando sono bianche significa che si può andare al parco a giocare.
Non nego che di fronte all'ingenua ovvietà della sua risposta ho riso e condiviso con mia moglie la spiegazione, ma mi ha anche molto intenerito questa visione del mondo e delle nuvole legate al nostro umore, come se in fondo ne cogliesse vagamente la metafora.
Gli ho chiesto con chi si fosse identificato (Tu chi sei: Iago, Otello o Cassio?) La risposta, arguta, è stata: quello che non viene buttato via! Gli domando per conferma: Cassio? E lui mi chiede per confermare: Cassio è quello che va a fare la guerra? Rispondo di sì. E lui esaltato: sì sono quello!
Quando ho chiesto a Niccolò di dirmi di cosa parlava la storia, mi ha risposto: "c'erano le marionette che parlavano e poi morivano. Desdemona veniva strozzata. E Iago inganna Otello. Lo inganna perché non sono veri amici."
Credo che l'avevo sottovalutato e che certo, Pasolini non è facile per i bambini, ma la storia essenziale di Shakespeare l'ha colpito e chissà che la poesia di certe frasi non possa sedimentare in lui. Proprio come la frase finale che chiude questa storia e la vita: la presa di coscienza di una "straziante, meravigliosa bellezza del creato."
Per approfondire:
* Si qualifichi!
Due parole sull'autore della settimana: Cantautoredelnulla
Quando avevo quindici anni e scoprivo pagina dopo pagina il teatro di Shakespeare pensavo che non solo la lettura non era noiosa, ma era una vera avventura.
Come si può leggere le opere teatrali di Shakespeare e non trovarvi stimoli, fantasie, fantasmi e ovunque una metafora sulla vita?
Così mi dicevo: quando sarò grande, con mia moglie e i miei figli reciteremo in casa le opere di Shakespeare.
Detto fatto: per ora in casa recitiamo bene Cappuccetto Rosso e i personaggi si scambiano a seconda delle scene e delle battute che ricorda Niccolò, il che dà un'idea di teatro sgangherato.
Ma Shakespeare era lì in agguato e allora perché non provarci, mi sono detto? Le marionette, una storia semplice, la poesia e il cinema di uno dei più grandi cineasti di sempre: Pier Paolo Pasolini. Ed ecco qui il risultato!
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