Siete appassionati di cinema italiano? Magari preferite quello degli indimenticabili Anni '70? Scendendo nel particolare -e cioè nel genere- vi intrigano i gialli e i thriller? Dario Argento, Mario e Lamberto Bava, Lucio Fulci, Sergio Martino, Luciano Ercoli, Ruggero Deodato, Antonio Margheriti, Aldo Lado, Alberto De Martino: solo per citarne una minima parte, per voi non sono semplici nomi ma rappresentano un interessante e riuscito momento di cinema?
Allora avrete certamente letto Profonde Tenebre, uno dei primi testi dedicati a questo tipo di pellicole, scritto nell'ormai lontano 1992 dai bravi Antonio Bruschini e Antonio Tentori. Da lì in poi c'è stato Nocturno, con due imperdibili Dossier (per la verità Book dal titolo: Solamente giallo), Luca Rea con il prezioso I colori del buio, Luigi Cozzi che ha dedicato diversi testi reperibili nel catalogo di Profondo rosso edizioni, e ancora Bruschini con Giallo e Thrilling all'italiana (edizione italiana e inglese Glittering Images) e oggi, tra più o meno originali scritti (La paura cammina con i tacchi alti di Stefano Iachetti offre interessanti interventi dei protagonisti), va a Claudio Bartolini -esperto di cinema e collaboratore di Nocturno e Film Tv, con già all'attivo ottimi testi su Pupi Avati, Cronenberg e Crispino- il merito di avere composto il volume più esaustivo sull'argomento.
L'autore, ne Il cinema giallo-thriller italiano (Gremese editore) ha schedato in 336 pagine tutta la gamma di cinema giallo nostrano (anche in coproduzione con l'estero) dedicando ad ogni titolo una sintetica trama ed una più approfondita disanima critica, spesso accompagnata da curiose informazioni più o meno inedite. Si tratta di un lavoro maestoso, che ha richiesto certamente una lunga stesura ma che, a differenza dei libri prima citati, fermi alle produzioni realizzate fino al 1982/83, prende in esame tutti i titoli dal 1963 al 2016. Non solo: Bartolini analizza opere rare ed inedite, nonché serie televisive più o meno significative. Un testo importante, che può essere letto sia come evoluzione di un genere o di uno stile personale dei vari cineasti, sia come dizionario da consultare quando alla ricerca di dati su uno specifico lavoro. Complimenti dunque a Claudio Bartolini, che ha saputo colmare una lacuna per i moltissimi affezionati di questo tipo di cinema...
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