Home video (dvd e blu ray) – Principali uscite Febbraio 2018

In febbraio è nuovamente il tempo di accogliere uno dei – rarissimi – macro successi di pubblico della stagione in corso, accompagnato da un titolo attesissimo che, all’opposto, non è stato in grado di intercettare il successo auspicato. Attorno a loro, spiccano tre opere d’autore molto amate, inediti delle più svariate tipologie e un vero e proprio caso, un film evento che è andato oltre a ogni più rosea aspettativa, ricavandosi uno spazio non preventivato e nemmeno lontanamente ipotizzabile all’interno della programmazione tanto che, per una volta, il pubblico italiano ha premiato la qualità con una risposta che gli altri mercati più ricchi non hanno neanche minimamente avvicinato.

Arriva in videoteca uno dei film che ha dominato il box office mondiale, con oltre 700 milioni di dollari. Parliamo di It, revisione vestita per l’occasione e con furbizia da anni ottanta del celebre romanzo di Stephen King e dell’adattamento televisivo di Tommy Lee Wallace che agli inizi degli anni novanta turbò le notti di milioni di ragazzi. Un fenomeno popolare più che di critica, per quanto la valutazione media sia comunque superiore alla maggioranza dei blockbuster (recensione positiva di Alan Smithee, sufficiente di amandagriss, insufficiente di TriStar). Altresì, Blade runner 2049 ha tutte le caratteristiche necessarie per rifarsi proprio nel mercato home video dopo che il lancio globale in grande stile non ha visto seguire il successo, un po’ come accadde a suo tempo al suo illustre predecessore. Ciò nonostante, sulla community sono fioccati i contributi (recensione positiva di Alan Smithee, quasi sufficiente di Eric Draven, insufficiente di EightAndHalf) e la valutazione media è tra le più elevate tra i titoli prodotti nel 2017 e passati al vaglio di un ampio pubblico. Il film di Denis Villeneuve è disponibile in tutte le versioni presenti sul mercato, oltre che in una versione da collezione, denominata Whisky edition. Distanziati anni luce in fatto di richiamo da questa coppia di pellicole americane, sgomitano due titoli italiani che smuovono le acque della produzione nostrana. Con The place Paolo Genovese non si preoccupa di bissare il suo più recente successo – Perfetti sconosciuti – e, pur rimanendo saldo su un’esecuzione corale, ricerca tonalità diverse dal tipico prodotto acchiappa pubblico, ricevendo di ritorno giudizi scostanti (insufficiente per Bufera, sufficiente per IlGrandeCinematografo, discreto per Nickoftime). Con La ragazza nella nebbia, Donato Carrisi si affaccia al cinema giocando in casa (adattamento di un suo romanzo) e riscuotendo un buon successo commerciale, promuovendo critiche che spaziano dall’entusiasmo più convinto alla delusione senza attenuanti (recensione positiva di Undying, sufficiente di Bufera, insufficiente di M Valdemar).

Nel campo del cinema d’autore, escono tre opere sentite che hanno bazzicato nei Festival principali, senza dimenticare che anche tra le prime visioni ne figurano almeno un paio assolutamente da recuperare. Dopo essere stato premiato a Cannes, 120 battiti al minuto è uscito in sala senza lasciare traccia, non fosse stato per il malumore espresso sui social dal distributore indipendente (Teodora), che si attendeva una maggior attenzione (anche perché per averne di più sarebbe bastato realmente poco), e non è rientrato nemmeno nella cinquina finale per l’Oscar al miglior film straniero, ma rimane un’opera di interesse, per la storia che racconta e le tematiche che affronta (recensione positiva di Spopola, sufficiente di Alan Smithee). Dal canto suo, Una donna fantastica ha conquistato il premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Berlino 2017 ed è entrato nella cinquina di titoli in lotta per l’Oscar al miglior film straniero, ma soprattutto offre un contenuto dai tratti burrascosi affiancando la sua protagonista, tenacemente impegnata in un percorso controvento (recensione positiva di Supadany, sufficiente di Fionnula). Infine, da Venezia 2016 arriva una delle opere più apprezzate del concorso ufficiale, rimasta immeritatamente a bocca asciutta. Una vita, une vie di Stéphane Brizé offre uno spaccato radicale, un’opera tanto ostica quanto immersiva, una di quelle rare occasioni in cui la mano dell’autore si distacca drasticamente dalle modalità espressive di comune utilizzo (recensione positiva di Supadany, quasi sufficiente di Nickoftime).

Capitolo prime visioni. Come da prassi consolidata nel corso degli ultimi anni, anche in febbraio arrivano sul mercato home video parecchie opere che non sono transitate nelle sale cinematografiche italiane. In questa ricca offerta compaiono nomi importanti: fresco del successo di Thor: Ragnarok, Taika Waititi vede recuperato dall’oblio il suo horror Vita da vampiro. What we do in the shadows (recensione positiva di Maghella, sufficiente di Alan Smithee), il trio all female e multi generazionale composto da Greta Gerwing, Elle Fanning e Annette Bening anima Le donne della mia vita (candidato per la miglior sceneggiatura originale agli Oscar 2017), Robert Duvall e Bill Murray – premiati entrambi al Torino Film Festival del 2009 – dominano The funeral party (recensione positiva di Stefano L), James Franco e Winona Ryder duettano nel drammatico The letter, il rassicurante Greg Kinnear condivide la scena con la rediviva Renée Zellweger in Diverso come me, mentre la commedia romantica Quando arriva l’amore propone un cast composto da donne mature quali sono Sharon Stone, Famke Janssen ed Ellen Burstyn. Niente grandi nomi negli ultimi due film in rassegna, nei quali primeggia la ricerca di formule più impegnate: batte bandiera francese il fantascientifico Arès, che si avvale di scenari cupi e tematiche complesse (recensione positiva di Alan smithee) , mentre Clash fionda le cinepresa nel ventre molle degli scontri che hanno segnato l’Egitto nel 2013, utilizzando un originale punto di vista (recensione positiva di Supadany).

Infine, anche l’home video accoglie Loving Vincent, auspicando di cementificarne ulteriormente la diffusione che - già nelle sale - è andata ben oltre ogni più rosea previsione, trasformando un evento di tre giorni in una serie di appuntamenti susseguitisi nel corso dei mesi (ancora oggi circola in alcune sale). Avvalendosi del titolo di essere il primo film interamente dipinto a mano, Loving Vincent dona la vita ai dipinti di Van Gogh offrendo un’esperienza unica nel suo genere (recensione positiva di Yume). Da non mancare, anche solo per farsene un’idea.