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In Serie (46) : "Dark" (stag. 1) : “Nessuna DeLorean: la prima macchina del tempo è un bunker con quattro pareti”, ovvero: un paio di manifesti pure a Winde, Renania-Palatinato.
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L'ostinatamente persistente illusione della distinzione tra passato, presente e futuro.       


Composta da 10 ep. di circa 45'-55' l'uno, “Dark” inizia ad appassionare a circa 1/3 del suo percorso, quando, anche grazie ad un uso non reiterato ed inflazionato dello split screen, una tantum, per semplice fisionomia comparata, lo spettatore riesce a districarsi tra l'innumerevole genealogia di personaggi (gl'intrecci e gl'incroci di parentado, tra zie-mogli e padri-cugini, sono talmente ramificati che Beautiful, Dinasty, un Posto al Sole, CentoVetrine e la Cletus Family, rosi d'invidia e soggezione, je fanno 'na pippa a due per quattr'otto mani).
Poi, giunta a 2/3, in continuo crescendo, ecco che incappa nel “solito” blooper, errore, finto/falso non paradosso. Niente di che, nulla di male. Però. “Dark”, purtroppo, si basa s'una premessa sbagliata, ovvero il classico paradosso del “E se uccidessi mio nonno?”. Innanzitutto, povero nonno: ma che t'ha fatto mai? Poi, explanation: ogni volta che si “viaggia” indietro nel tempo – me l'ha detto “a” mio cuggino – si viene a creare, quando si sbuca fuori, una nuova linea spaziotemporale, così che, quando si “ritorna” al futuro...quel futuro non è più quello di partenza, ma bensì quello appartenente alla linea spaziotemporale secondaria venutasi a creare grazie alla nostra apparizione: quindi nessun paradosso: tu non smetti di esistere, non scompari dalle foto (come nel capolavoro fantasy di Zemeckis, “Back to the Future”) nell'universo A, semplicemente non puoi più farvi ritorno, ma i tuoi nonni, i tuoi genitori e i tuoi figli continueranno ad esistere senza di te, mentre nel futuro dell'universo B, creato dalla tua comparsa, la tua famiglia, causa la prematura scomparsa del nonnino, po'retto, non sarà, mai, esistita. Ma tu sei lì, in carne ed ossa, mica svanisci nel nulla. Dovresti svanire per la vergogna di aver ammazzato il nonno, questo si.
E se non lo ammazzi? Beh, in quel caso, ecco che, forse, esistono destini peggiori della morte: perché in quell'evenienza, nel futuro dell'universo B, ci saranno due te stesso: tu, il viaggiatore nel tempo proveniente dall'universo A, che lo hai creato col tuo apparire, il B, e il te stesso dell'universo B, identico a te in tutto e per tutto, sempre che tu non abbia interferito in alcun'altra maniera col corso degli eventi tranne comparire ad un certo punto del passato, decidere di NON ammazzare tuo nonno, e tornartene subito nel futuro...però dell'universo B, come detto.
I viaggiatori nel tempo sono naufraghi predestinati. Si muovono lungo i fili di una ragnatela: se l'abbandonano, cadono. Anzi svaniscono. Anzi no, meglio: è impossibile per loro abbandonarla: al di fuori di quella ragnatela di sentieri di nidi di ragno geometricamente ridondanti, c'è il nulla, niente esiste, nemmeno la possibilità di un'eccezione: il Determinismo Causale regna e detta le regole.
È una sorta di parafrasi ed evoluzione del Principio di Autoconsistenza di Novikov: se vai indietro nel tempo con lo scopo di cambiare il futuro, il tuo presente, l'unico effetto che otterrai sarà quello di realizzarlo, di compierlo, quel presente/futuro.    

Cliccare sulle immagini per aprirle nel (largo) formato originale (imgur, reddit).


“Sono convinto che ad Einstein e Rosen sia sfuggito qualcosa.”
Un vaffanculo, può darsi.    

Cliccare sulle immagini per aprirle nel (largo) formato originale (imgur, reddit).


Spoiler (tranquilli, leggete pure, che non ci capirete una mazzafionda lo stesso, o, se si, lo dimenticherete dopo 5 minuti).
La geografia della triquetra/triscele dipende da quando crei il portale: se lo crei nel 1986 puoi viaggiare solo verso il 1953 e il 2019, e quindi se utilizzi il portale del 1986 nel 2019 puoi viaggiare solo nel passato, o nel 1953, a sx, o nel 1986, a dx, mentre se lo utilizzi nel 1953 puoi viaggiare solo nel futuro, nel 1986, a sx, e nel 2019, a dx.
Col portale creato nel 2019 invece puoi spostarti o nel 1986, a sx, o nel 2052, a dx. E di conseguenza se utilizzi il portale del 2019 nel 1986 puoi viaggiare solo nel futuro (nel 2019, a sx, e nel 2052, a dx), mentre se lo utilizzi nel 2052 puoi viaggiare solo nel passato (nel 1986, a sx, e nel 2019, a dx).
Detto ciò...queste sono le regole del gioco (autarchiche, predeterminate*, non supportate d'alcuna pezza d'appoggio), NON spiegazioni. Da questo PdV “Dark” è - o, meglio: vorrebbe essere - “Lady in the Water”, il piccolo capolavoro di M. Night Shyamalan.
Riguardo alla scientificità – e la bibliografia e la letteratura sono davvero infinite [da H.G.Wells a M.Twain, da I.Asimov (the End of Eternity) a J.Williamson, da R.A.Heinlein a P.K.Dick (Dr. Futurity), da F.Leiber (the Big Time) a J.Finney (Time and Again), da John Varley (Millennium) a M.Swanwick, da M.Crichton (TimeLine) a S.King (22/11/'63), da C.Willis a S.Baxter, da G.Benford a R.J.Sawyer] – purtroppo “Dark” ricorda più i romanzi di Poul Anderson e Kage Baker che la Jetée/12 Monkeys o Primer di S.Carruth: una cosa però è certa: supportato o meno da spiegazioni scientifiche – e non lo è – plausibili, l'universo della serie è coerente con sé stesso, e questo è un immenso valore non aggiunto, ma fondamentale.
In realtà “Dark”, pur non essendo alcunché di trascendentale, è un ingranaggio che funziona. Magari alla fine il risultato è solo un carillon, un cucù, un jack-in-a-box, ma per lo meno funziona.    


* L'acqua, alla pressione presente allo zero altimetrico del livello del mare, ovvero 1 atmosfera, bolle a 100 °C, si, ma perché? Non “perché bolle a 100 °C?”, ché sarebbe come chiedere perché un metro è lungo un metro, dato ch'è stato stabilito in un modo del tutto arbitrario, causa sistema decimale [l'acqua ghiaccia a 0 °C ed ebolle a 100 °C, e da lì s'è creata tutta la scala Celsius, dividendo per 100 parti uguali l'intervallo compreso tra 0 e 100, e denominando quella singolarità Grado Celsius, un po' come per il metro, e nello specifico la copia campione, la Barra n. 27 custodita al Bureau International des Poids et Mesures di Parigi, ch'è passata dall'essere la decimilionesima parte (per la precisione: 1/10.001.957) del quarto di meridiano terrestre (da Polo ad Equatore) passante per Parigi alla distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo pari a 1/299.792.458 di secondo (la velocità della luce nel vuoto è pari a 299.792.458 m/s), vale a dire: una mera convenzione], ma “Perché bolle?”.    


La somiglianze e le analogie con molte serie contemporanee e coeve sono a volte superficiali e inconsistenti (Lost, the OA e Stranger Things, e riguardo a quest'ultima è più una questione di marketing, essendo le serie dei fratelli Duffer e di Baran bo Odar (che dirige tutti gli episodi) e Jantje Friese entrambe distribuite da Netflix, che non ha perso l'occasione per - impropriamente – definire “Dark” la “Stranger Things tedesca”...tag-line pubblicitaria che, ovviamente, funziona solo in Germania, perché nessuno dotato di un minimo di cervello nel resto del mondo civilizzato vorrebbe vedersi una serie tv tedesca, da quando ispettori Derrick e commissari Rex, casi per due, squadre speciali e lasko/siska hanno numericamente soppiantato capolavori come “Berlin AlexanderPlatz” ed “Heimat”) altre più concrete e significa-tive/nti (les Revenants, the Leftovers, e Donnie Darko).
Gli unici sprazzi “comici” (cinici) sono affidati a una bambina sordomuta di 10 anni: beh, s'intitola Dark, mica Funny.

Ottime musiche di Ben Frost (anche se lo score di "Super Dark Times" lo considero migliore).

Soap&Skin (Anja Franziska Plaschg) - “Me And The Devil” - 2013

Fever Ray (Karin Dreijer Andersson di “the Knife”, autrice, tra l'altro, di uno dei dischi migliori dell'appena trascorso 2017, “Plunge”) - “Keep The Streets Empty For Me” - 2009

Tirare le somme (ch'è la somma a fare il totale).
Insomma, il concetto concreto di libero arbitrio, in "Dark", non viene, mai, messo in discussione. Solo perché durante l'infinito e non/ripetentesi ciclo spaziotemporale, lungo le spire di uroboro, una persona X prende una decisione nel proprio presente e poi quella stessa persona nel proprio futuro torna indietro nel tempo guardandosi compiere quell'azione nel suo passato non significa che il libero arbitrio non è entrato in funzione o che è stato disinnescato: voi potete assistere anche 25 volte a "Titanic" (si, lo so che ci siete, là fuori), ma ciò non toglie che "ogni" volta la decisione di sacrificarsi da parte di Jack per salvare Rose non sia stata del tutto consapevole, libera e senziente: avrebbe avuto altre possibilità? Certo! Esistono altri universi in cui ha preso decisioni differenti? "Sicuro!" Ciò non toglie che nella nostra/sua linea spaziotemporale egli si sia comportato così, del tutto liberamente: e organizzare dei tour turistici dal futuro (nell'universo diegetico del film) per assistere centinaia e migliaia di volte a quella scena (in questo caso senza interferire col suo svolgimento, ma questa è tutta un'altra storia*) non significa sottrarre in alcun modo nemmeno una goccia dal suo libero arbitrio. È tutto già scritto? Benissimo, ma siamo noi stessi ad averlo scritto. La questione sfuma verso un muro di gomma di gomitoli impenetrabile, si aggroviglia, si annoda, si attorciglia su sé stessa, sino a perdere di senso...
*Per quanto riguarda il paradosso del nonno, invece, quello lo abbiamo già "smontato" più sopra con la teoria degli universi venutisi a creare ad ogni comparsa di materia estranea al presente proveniente dal passato o dal futuro (la qual cosa, si badi bene, lo ripeto, NON avviene in "Dark", che rimane/si situa a mezza via tra il "fantasy" zemeckisiano di "Back to the Future" (gli esseri umani che scompaiono dalle fotografie: roba che si può accomunare senza indugio alla "fanta-scientificità" di Star Wars) e la "empirica scientificità logica" del "Primer" di Carruth).
Poi, ma questa è, ancora una volta, tutta un'altra storia, ci si può spostare dalla "unicità" del nostro universo/linea spaziotemporale "originale" e considerare un "sotto-universo" socio-bio-chimico creato dall'umanità, vale a dire quello delle I.A., e nello specifico si considerino qui le rêverie/déjà-vu di "WestWorld": in quel caso sì che viene messa in atto una castrazione del libero arbitrio totale.    

https://dark.netflix.io

* * * ½ (¾)   

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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. djTEX
    di djTEX

    Le premesse erano buone, ma poi è diventato un guazzabuglio indigeribile con un finale al limite del ridicolo. BOCCIATISSIMO !!!

    1. mck
      di mck

      Non potrà entrare alla scuola di vampiri?! ;-)

  3. djTEX
    di djTEX

    A scuola ci manderei gli autori, anzi per punizione li chiuderei in una stanza a vedere e rivedere "il tè nel deserto"

    1. mck
      di mck

      L'idea sarebbe quella di curare il mal di schiena col polonio.

  4. djTEX
    di djTEX

    ESATTO !!!

    1. mck
      di mck

      ±

  5. fuzzy
    di fuzzy

    Direi che il "tranquilli leggete pure, che tanto non ci capirete lo stesso..." riassume perfettamente la serie. Il genere mi sarebbe anche piaciuto, ma la storia è di una confusione totale.

    1. mck
      di mck

      Eh-eh, si... Cioè: no.
      No, a mio avviso non c'è "confusione" - intesa "lostianamente", vale a dire con toppe e rappezzi in continua aggiunta ed espansione a coprire voragini e vicoli ciechi -, solo che la masnada di personaggi e le interazioni fra essi pretendono (troppa) attenzione e la contropartita non è all'altezza dell'impegno richiesto, ma tutto s'incastra alla perfezione.

      Come ho scritto, l'universo della serie è coerente (con sé stesso), ma questa coerenza interna non è supportata da alcuna pezza d'appoggio plausibile (elementi che non si richiedono ad un fantasy, ma ad un SF si). In altre parole: gli autori dicono "queste sono le regole del gioco, funziona così e cosà, dettate dalla serie stessa, e la serie le rispetta tutte", ma è la solita storia: la Terra poggia s'una Tartaruga Gigante, ma su cosa poggi la tartaruga, non è dato sapere.
      "Su 'stocazzo" non vale come risposta.
      Alla 2a stag. darò una possibilità.

    2. fuzzy
      di fuzzy

      D'accordo con quello che scrivi sul concetto di confusione rispetto a questa serie, mi sono espressa male. Sono una che tendenzialmente presta attenzione, perché mi piace capire quello che succede, le interazioni, le motivazioni. Sembra normale, ma non tutti hanno lo stesso modo di guardare. In questo caso, ho fatto davvero fatica semplicemente a riconoscere chi è chi. Poi, forse è stato già scritto - non ricordo e al momento non riesco a rileggere, - anche se la storia come ho detto non mi dispiace, i protagonisti spesso hanno comportamenti assurdi (il mio compagno alla mia protesta direbbe: "Guarda che è un film…"), lontani da una reazione normale a quello che accade di normale, non parlo del resto. Beh, non che non sia prassi. Ma se si vuole vederla appunto come una serie coerente, questo aspetto non lo è, e non essendo "Una serie di sfortunati eventi", ci si aspetta di assistere a reazioni diverse. Stranger things, per esempio, rispetta questo presupposto.
      Il finale non mi è piaciuto neanche un po'. Credo comunque che la seconda stagione, tutto sommato, la guarderò.

    3. mck
      di mck

      Ah, ma su questo concordiamo. Alcuni dei personaggi hanno anche 3 versioni (giovane, adulto, anziano), e all'inizio, per un buon terzo, non si fa che aggiungere, e ci fossero 2 pezzi del puzzle che combacino per forma e colore!
      Poi..."grazie ad un uso non reiterato ed inflazionato dello split screen, una tantum, per semplice fisionomia comparata, lo spettatore riesce a districarsi tra l'innumerevole genealogia", con un po' di difficoltà, certo, anche prestando la massima attenzione.
      --------------------------------
      Sull'altra questione, invece, non credo di aver capito bene cosa intendi. Le re(l)azioni "normali" tra i protagonisti a me sono sembrate "normalmente accettabili".
      Viceversa, ovvero con i personaggi normali messi di fronte a situazioni straordinarie...lo stesso. Uno scopre un wormhole e invece di fare ---la qualsiasi--- si cruccia di "piccolezze" famigliari: più che "Guarda che è un film…" io l'ho risolto con "Il mondo è bello perché è vario". Insomma la sospensione dell'incredulità non s'è dovuta attivare...
      Ad esempio, la prima cosa che farei se mi ritrovassi catapultato nel 1986 sarebbe porre fine a Gerry Calà. Priorità. Ognuno ha le sue.

    4. fuzzy
      di fuzzy

      mah, mi viene in mente quando, pur da agente di polizia, il padre del bambino scomparso sta in macchina ad aspettare mentre gli altri cercano; oppure, sono scomparsi due ragazzi(!) e nessuno ha ancora scoperto che c'è della droga neanche ben nascosta davanti alla grotta, né gli altri oggetti che saltano fuori all'interno: cioè, mai passati da lì? e non si parlava di cambio di anni... cose così, ma accetto il "mondo è bello perché è vario", che forse tutto sommato è così che va...

    5. mck
      di mck

      Ma si dai, capisco perfettamente cosa intendi. Posso solo dirti come ho vissuto io la cosa. Il primo caso rientra nella "Variabile Umana", gli altri due invece, a grandi linee collaterali, sono circonscrivibili nel contesto della...Sindrome da Morte Nera, il classico Tallone d'Achille, il punto debole nella Macchina "Perfetta": miliardi di euro galattici (€~ß) dei contribuenti spesi per la Death Star, e poi basta un "condotto di scarico connesso direttamente al reattore centrale" e...Bum! Salvo poi farci su, giustamente, un intero "Rogue One" per spiegarne l'origine coerente e consapevole...
      Ma, per l'appunto, stiam parlando di "Dark", non di "la Jetée" di Chris Marker... Un saluto :)

  6. djTEX
    di djTEX

    La seconda stg non la guardo neanche se mi pagano (dipende però dalla cifra)...

    1. mck
      di mck

      Non ti pagano, non ti pagano, tranquillo :)

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