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Ogni fine è un nuovo inizio
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Frase ad effetto che vi sarete sicuramente sentiti dire (o avrete detto almeno una volta nella vita) se avete; a. perso qualcuno di molto caro b. divorziato con somma sofferenza c. perso un lavoro che sfamava voi e la vostra famiglia e che incidentalmente vi piaceva pure un casino d. appena finito un trasloco debilitante e. terminato in una sola, goduriosa e indecentemente perversa sorsata la prima stagione di The Marvelous Mrs. Maisel*. Se avete subito due o più di queste condizioni tutte insieme vi meritate almeno di sapere che la citazione originaria proviene da un passo de Il piccolo principe e anche che, lievemente modificata, è stata utilizzata come titolo per l'ultimo (nel senso che non ce ne sono stati altri) libro di Tiziano Terzani, scritto appunto in punto di morte insieme al figlio Folco. Io mi sono guadagnato l'accesso a questa fondamentale consapevolezza sulla base degli ultimi due punti ma non voglio parlarvi né del mio trasloco né (solo) di quanto sia davvero marvelous Mrs Maisel. Il punto è che questa storia delle fini di stagione che preludono a nuovi inizi è debilitante. Più del trasloco di cui al punto d.

L'escamotage del cliffhanger non è certo una novità per gli spettatori delle serie tv ma l'avvento della visione di tutti gli episodi in modalità "ingordigia" caratteristica dello streaming (chiamata binge watching, cioè "guarda tutto di seguito fino a che gli occhi e la mente reggono") ha degli effetti collaterali che con la visione modulata sull'appuntamento settimanale non esistevano. Nel solo mese di dicembre sono rimasto con gli occhi in fiamme a chiedermi come e quando avverrà la metamorfosi di Jimmy (Better Call Saul), con il cuore spezzato dallo sguardo finale di Bojack Horseman al quale il destino ha voluto concedere la possibilità di essere (almeno) un buon fratello, con il desiderio di affidarmi di nuovo alla comica solarità di Mrs Maisel per credere che nella vita possiamo sempre passare attraverso le cose che capitano senza mai perdere la capacità di considerarla un assurdo, meraviglioso, inatteso regalo. Tutto ciò è troppo. Il problema non è che ogni fine è un nuovo inizio, ma che tra l'inizio e la fine passa troppo poco tempo rispetto a quello che bisogna aspettare perché tutto ricominci. La visione intensiva crea una strana familiarità con i personaggi delle serie tv, non è come andare a bere una birra con un caro amico una volta alla settimana, è come ritrovarti in casa la sorella completamente fuori di testa che non hai mai avuto o il fratello maggiore criptosentimentale che ti tratta male ma in fondo ti vuole bene, gente che cerca di fare del bene senza riuscirci, personaggi con un sacco di problemi che si specchiano perfettamente nei tuoi. La casa ti si riempie di complici o di antagonisti, è la stessa cosa, e poi improvvisamente, dopo avere condiviso i loro successi e i loro dolori, dopo aver detto "anche io, anche io" la casa si svuota e ti tocca aspettare mesi per sapere cosa è successo nelle loro vite.

Il sorriso meraviglioso (e vagamente malinconico) con cui Mrs Maisel ci dice "Thank You and Good Night" è lo stesso con cui Truman Burbank saluta i suoi spettatori quando si trova sulla soglia della porta che separa il set dalla vita. Anche allora, con notevole anticipo sui tempi, a restare orfani di questo fratellone inconsapevole alla ricerca della sua strada erano gli spettatori.
Quindi ok, Midge Maisel, aspetterò.

*The Marvelous Mrs. Maisel è una serie creata da Amy Sherman-Palladino (Una mamma per amica) e prodotta da Amazon Studios. È visibile in modalità "tutto e subito", in lingua originale con sottotitoli italiani, dai primi di dicembre mentre la versione italiana doppiata sarà distribuita, sempre su Amazon Prime, dal 29 gennaio. A voi la scelta.

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