12 mesi di cinema, spesso vissuto in sala, ai festival (per la prima volta il gioioso e frizzante FEFF di Udine, il Lovers di Torino, Cannes, Venezia, la Festa di Roma, il TFF, ed altri ancora terra francese), oltre a tutto ciò che proviene dalla rete, alle visioni in DVD (da pochi mesi ho il blu ray, e dunque un motivo in più per farmi tentare dalle visioni casalinghe, specie nelle fredde sere invernali), e persino dai Festival “virtuali” (Artekino, iniziativa gratuita ed accessibile a tutti, risalente a solo pochi giorni fa grazie a Mymovies, è stata una generosa e gradita sorpresa in grado di abbattere, almeno in parte, quella fastidiosa forma di censura che, in Italia più che altrove, è rappresentata dalla mancata circolazione di opere spesso di grande qualità e spessore!!).
Una annata anche quest’anno densa quantitativamente, forse tuttavia leggermente meno esaltante dal punto di vista qualitativo. Posto che i dieci film che annovero tra i migliori, hanno rappresentato tutti per me una occasione davvero unica per emozionarmi seduto in poltrona, in una sala cinematografica durante una normale programmazione o, più spesso, nel corso di uno di questi festival citati poco sopra.
10 top, ma, da quest’anno, pure 10 flop, entro i quali appaiono ahimé ben tre film italiani. Il nostro cinema non se la sta passando affatto bene: molta la mediocrità dilagante, la sciatteria indifendibile di certe commedie ipotizzate di largo consumo, che ora non riescono più nemmeno ad essere suffragate dalla ragione dell'incasso. E poi, a parte - anzi in disparte - ci sono film d’autore, spesso anche notevoli, spesso pure provenienti da autori giovani (i migliori li trovate in una classifica a parte, tutta dedicata al cinema italiano, in cui nessuna opera riesce a rientrare tra le prime 10 assolute…anche se La tenerezza di Amelio ed alcuni altri rientrerebbero senz’altro tra i primi 20 titoli), che stentano a trovare un riscontro del pubblico, pena anche una distribuzione carente o insufficiente, che taglia fuori tutta la grande periferia italiana, quella a cui appartengo di diritto in un Ponente ligure cinematograficamente impresentabile… non esistesse la Francia e la nota e ghiotta “tentazione oltreconfine”.
Ecco qui di seguito le mie scelte, nel bene e nel male di ciò che è stata l’annata 2017.
Auguri di Buone Feste a tutti. Alan.
THE BEST
1) MEKTOUB, MY LOVE - CANTO UNO di Abdellatif Kechiche (Venezia 2017 - Concorso )
2) COLO di Teresa Villaverde (TFF 2017 - ONDE)
3) STORMMAKER di Rubén Imaz (Festa Roma 2017)
4) DUNKIRK, di Christopher Nolan
5) THE NOTHING FACTORY di Pedro Pinho (TFF 2017 Concorso)
6) JEANNETTE, THE CHILDHOOD OF JOAN OF ARC, di Bruno Dumont (Cannes 2017 - Quinzaine)
7) VISAGES, VILLAGES, di Agnes Varda (Cannes 2017 - fuori concorso)
8) I AM NOT MADAME BOVARY, di Feng Xiaogang- (FAR EAST 2017 - UDINE)
9) CERTAIN WOMEN, di Kelly Reichardt
10) SILENCE, di Martin Scorsese
THE WORST:
Tutto o molto di ciò che guardiamo o valutiamo è soggettivo: qui, in questa sede, si spazia dal brutto senza appello (nonostante i giudizi fittizi-spassionati a 5 stelle di utenti-parenti che, spiace dirlo, costituiscono solo un giochino ingannevole da quattro soldi di cui ci si dovrebbe solo vergognare, e che andrebbe eliminato senza appello dai gestori di questo sito, anziché lasciato proliferare come un'abitudine contagiosa, proprio perché lesiva della serietà di questo sito), a film tecnicamente girati anche piuttosto o molto bene, ma irrimediabilmente e gratuitamente tendenziosi, capziosi, ingannevoli: un film può far irritare, e a volte questa circostanza diventa la qualità preponderante di tutta l'opera; ma non quando tutto è frutto di un inganno costruito a tavolino solo per farsi compiacere, o per farsi odiare a tavolino. Javier Bardem, che è già stato un ottimo attore, si rivela ultimamente molto attratto da progetti autolesionisti o nei quali egli finisce per dare il peggio di sé: almeno ora finiremo di prendercela solo col povero, buon Nicholas Cage.
Poi ancora la più blasfema delle trasposizioni della Marvel, che distrugge sistematicamente quasi tutti i suoi fumetti, ma guadagna tuttavia somme da capogiro; quasi tutto il resto è, ahimé, cinema non riuscito, accozzaglie di ambizioni mal governate, trasposizioni scellerate o pedanti da romanzi best sellers, passi falsi di autori fino a poco prima senza macchia, ed in alcuni casi, irrimediabilmente, solo unicamente spazzatura, trash senza rimedio. Scelgliete voi chi è chi, o - se del caso - indignatevi liberamente per l'affronto subìto:
THE BROKEN KEY, di Louis Nero, It.
LA TORRE NERA, di Nicolaj Arcel, Usa
LA RAGAZZA NELLA NEBBIA, di Donato Carrisi, It.
UNA FAMIGLIA, di Sebastiano Riso, It.
madre!, di Darren Aronofsky, Usa
KUSO, di Flying Lotus, Usa
IL TUO ULTIMO SGUARDO, di Sean Penn, Usa
PARIGI PUO' ATTENDERE, di Eleanor Coppola, Usa/Fr.
ONE OF THESE DAYS, di Nadim Tabet, Libano
THOR: RAGNAROCK, di Taika Waititi, Usa.
e l'Italia? Siamo caduti davvero così in basso?..... Tutt'altro, ma.....
La qualità esiste ancora, pure gli autori di riferimento (e Gianni Amelio sembra costituire uno dei più solidi nostri riferimenti autoriali), e diversi giovani autori su cui contare, o altri cineasti che, film dopo film, consolidano una carriera interessante, ricca di stimoli, imèprontata al sociale e alla realtà spesso drammatica del contorno in cui viviamo; a vlte registi dal talento notevole, quando purtroppo questo non riesce ad essere colto appieno da una massa distratta e poco abituata a considerare il cinema qualcosa di più che un semplice svago da fine settimana; ecco allora che il riscontro del pubblico, il ritorno commerciale, non seguono nella stessa direzione la considerazione della critica ai festival in cui queste opere spesso sono accolte, con evidente favore o premi.
Spettatori che, a parte qualche caso (Amelio riesce spesso, come con La tenerezza, a fare centro anche al botteghino), sembrano generalmente sfiduciati dal nostro cinema, o proprio disinteressati, quando anche i micidiali cinepanettoni ormai da anni raccolgono al più solo tiepidi consensi di pubblico "natalizio", il più distratto, il più generalista.
Ecco quelle che considero le migliori opere italiane del 2017:
LA TENEREZZA, di Gianni Amelio;
BALON, di Pasquale Scimeca (TFF 35 - Festa Mobile);
SICILIAN GHOST STORY, di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia (Cannes 2017 - Semaine de la Critique);
A CIAMBRA, di Jonas Carpignano (Cannes 2017 - Quinzaine des Réalisateurs);
L'EQUILIBRIO, di Vincenzo Marra (Venezia 74 - Giornate degli autori);
L'INTRUSA, di Leonardo Di Costanzo (Cannes 2017 - Quinzaine des Réalisateurs);
DA'WAH, di Italo Spinelli (Festa del Cinema di Roma 2017)
LORELLO E BRUNELLO, di Jacopo Quadri (TFF 35 - Concorso);
FINCHE' C'E' PROSECCO C'E' SPERANZA, di Antonio Padovan;
EASY - UN VIAGGIO FACILE FACILE di Andrea Magnani.
Buone Feste e buon 2018!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta