quando si ciarla di cosa porteresti con te su un'isola deserta, in questo momento porterei scioccamente il dvd di HAWAII il film di MARCO BERGER. lo vedo e lo rivedo e ogni volta che lo rivedo, mi accorgo di un dettaglio, magari minimo, che mi fa amare ancora di più questo film. perchè portare un dvd su di un'isola deserta? lo porterei per saperlo accanto a me. vicino a me, anche se non potrei vederlo, essendo su di un'isola deserta. l'ultima volta mi ha impressionato il dialogo in cui MARTIN(MATEO CHIARINO) ricorda a EUGENIO(MANUEL VIGNAU) quando da bambini uccisero a sassate un gatto.
martin se lo ricorda improvvisamente in quel preciso momento, sul fiume, vicino al ponte, nello stesso punto in cui da bambini facevano il bagno accompagnati dal padre di eugenio.
in cinque o sei linee di dialogo e in poche parole, vi è insita una violenza che non ricordavo di aver provato guardando un film.
lo sguardo ben piantato nei ricordi di martin, mentre fa riemergere quel particolare sepolto nel passato, mostra a nitide immagini il felino che soffia ferito a morte e sofferente, verso il sadismo dei bambini che ridono mentre lo finiscono a sassate; impossibilitato a fuggire.
HAWAII per me è di una perfezione esemplare. anche in un momento di violenza quasi insostenibile nella sua hanekiana privazione del momento visivo della crudeltà.
ma HAWAII si autoalimenta di questi momenti della vita come di altri anche meno violenti. HAWAII è quello che siamo stati e quello che con difficoltà cerchiamo di diventare in un percorso che può impegnare buona parte della vita, tra innumerevoli fallimenti autoinflitti, sgommate rapide e brusche frenate. una violenza altalenante di sentimenti irrefrenabili che non si riescono a cogliere, a gestire, che non si vogliono vedere per quello che sono per la paura di commettere un passo falso.
passo falso che se non si fa non si saprà cosa sarebbe potuto succedere, compiendolo.
HAWAII è la chiusura in se stessi e in una grande casa di famiglia, che non si vuol lasciare andare.
la telecamera inquadra eugenio intento a buttare ricordi, che sono rubati da martin mentre va a rifugiarsi nel suo spazio selvaggio contro un muro, esposto alle intemperie.
HAWAII è l'immagine di due frutti in una grande piantagione in una diapositiva vecchia di chissà quanto sepolta anch'essa in innumerevoli cartoni nel ripostiglio.
HAWAII è un giocattolo di plastica sbiadita, che si riallaccia mirabilmente, poeticamente e magicamente ad un altro antecedente bellissimo film di marco berger, sempre con manuel vignau, riadattato e usato come ultima spiaggia per cercare di recuperare quello che ci si è accorti di aver perduto per mancanza di fiducia in se stessi e nell'altro.
HAWAII sono le emozioni ataviche e mitiche evocate dalla fascinosa musica di PEDRO IRUSTA che co-dirige e co-produce questa esperienza di vita totalmente empatizzante.
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