Arriva in sala l'1 novembre Una questione privata di Paolo e Vittorio Taviani, che scelgono di ispirarsi liberamente all'omonimo capolavoro di Beppe Fenoglio per raccontare di tre ragazzi la cui storia parte nell'estate del 1943. I tre incontrano nella villa estiva di Fulvia, adolescente e donna. I due ragazzi sono Milton e Giorgio, l'uno pensoso, riservato, l’altro bello ed estroverso. Amano Fulvia che gioca con i sentimenti di entrambi. Un anno dopo Milton, partigiano, si ritrova davanti alla villa ora chiusa. La custode lo riconosce e insinua un dubbio: Fulvia, forse, ha avuto una storia con Giorgio. Per Milton si ferma tutto, la lotta partigiana, le amicizie... Ossessionato dalla gelosia, vuole scoprire la verità. E corre attraverso le nebbie per trovare Giorgio, ma Giorgio è stato fatto prigioniero dai fascisti.

Una questione privata (2017): Valentina Bellè, Luca Marinelli, Lorenzo Richelmy
«Una questione privata è la storia d’un impazzimento d’amore (ricorda L’Orlando furioso, ha detto Calvino). È una storia d’amore in contraddizione col momento storico in cui avviene, il clima di violenza degli uomini che si combattono, si uccidono. L'orrore della guerra corre parallelo alla corsa di Milton alla ricerca della verità. Non gli basta la mezza verità suggerita malignamente dalla custode, vuole tutta la verità. L'impazzimento d'amore gli fa dimenticare la Resistenza che lo ha portato in montagna a combattere il fascismo. I fascisti ancora sullo schermo? Oggi? Si, oggi: il fascismo torna o tenta di tornare. È proprio di questi giorni un manifesto di Forza Nuova copiato proprio da quello della Repubblica di Salò in cui un negro allunga le mani su una bella donna bianca indifesa.
Ed è il solito triangolo d'amore, perché no? Non inventiamo nulla. È un film di genere, potremmo dire, come tanti mediocri film e tanti straordinari film e come le grandi tragedie: Artù – Ginevra – Lancillotto, per esempio. Il mito dell'originalità secondo noi è una balla. Si copia sempre, cercando di fare diversamente le stesse storie. Alcune volte meglio, se hai fortuna. All'interno di questa antica struttura cerchiamo d’inventare nuovi personaggi, una nuova storia d’amore come quella di Milton, Fulvia e Giorgio, portati in scena da Luca Marinelli, Valentina Bellè e Lorenzo Richelmy.
Di Luca Marinelli, il nostro Milton, ci aveva coinvolto la recitazione volutamente sopra le righe di Non essere cattivo e Jeeg Robot. Avevamo ammirato la sua capacità di uscire da se stesso e diventare quei suoi personaggi malvagi, deboli. E la forza dello sguardo. C'è anche un’altra ragione che ci ha spinto a sceglierlo. Eravamo con tutto il cinema italiano al Quirinale dal Presidente Mattarella per la consegna del David di Donatello, c'era anche Luca, accompagnato non dalla fidanzata o da un'amica, ma dalla nonna. Il “malvagio” ci ha conquistato.
Valentina Bellè, la nostra Fulvia, l'avevamo conosciuta per Maraviglioso Boccaccio. All'inizio del film c'è una ragazza che muore di peste. Intorno al suo letto la famiglia. Lei pronuncia una sola battuta prima della fine: "Sto morendo e non ho goduto tanto così". Una battuta difficile, una scena difficile. E Valentina, questa giovane attrice che non conoscevamo, ci commosse, bravissima, vibrava. Per Fulvia abbiamo pensato subito a lei. L'episodio non è in Boccaccio, è un racconto di nostra madre: una sorella morta giovane di "spagnola", la peste degli anni Venti.
Lorenzo Richelmy, Giorgio, lo avevamo apprezzato nel Marco Polo. Ripensammo alla sua fisicità così giusta per il nostro personaggio: un giovane biondo che sembra fatuo, ma che si rivela un uomo che, picchiato con ferocia dai fascisti, ha la forza di dire: "Perché mi fate questo? Io sono un combattente"... Giorgio l'ha detto con dignità, senza retorica, quasi con dolcezza. Un attore vero. Durante le riprese accanto a me alcune collaboratrici, di nascosto, si sono asciugate le lacrime», raccontano i due registi.
Di Una questione privata vi presentiamo oggi una clip in esclusiva: sotto il "loro" albero, Fulvia (Valentina Bellè) e Milton (Luca Marinelli) parlano del futuro. Travolto dal sentimento, Milton sta per cedere alla tentazione di rivelarle il suo amore…
"Come sospeso su una nuvola, Milton dimentica gli amici e la centralità della guerra in corso, avendo come unico obiettivo quello di andare fino in fondo per dare un senso alla propria ossessione d'amore, l'amore del tutto platonico e nemmeno corrisposto per il suo "Splendore". Con lui, i Fratelli Taviani (che adattano il racconto lungo Una questione privata di Beppe Fenoglio, tornando a parlare di Resistenza a 35 anni da La notte di San Lorenzo) fanno sì che la guerra inizi come mero sfondo ad un triangolo d'amore osservato esclusivamente da un lato solo, alternando il vagare di Milton nel presente (è il 1944) ai ricordi dell'estate precedente (gli approcci impacciati e abortiti con Fulvia, la maggior consapevolezza di Giorgio). Ma la speranza di risolverla in breve tempo svanisce subito, perché Giorgio è finito nelle mani dei fascisti, e per riaverlo indietro, Milton deve cercare a sua volta un fascista da catturare per proporre uno scambio. E la guerra torna progressivamente a giocare il proprio ruolo, involvendo il protagonista in un vortice inarrestabile di riflessioni e azzardi, ma sempre e inesorabilmente concepiti sulla propria nuvola" - Recensione di Pazuzu.
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