Heilà, Nino!
I più felici e gioiosi sono quelli che non hanno storie da raccontare
Quanta strada aggiu fatto pè saglì 'sta furtuna
Ero in cima a Posillipo, quando riflettevo che scrivere ci porta ovunque. Guardo le scie degli yacht che fuggono da Napoli verso le isole… Il molo Beverello sorride. E ricorda tutti i miei predecessori: Don Salvatore, il Maestro Raffaele, il Recanatese, Donna Matilde, Luciano Bellavista di Milano… La scrittura è un piacere sottile e intenso, non condivisibile. Sono contento guardando il mare… Ma quando scrivo sono più felice. Non mi importa davvero se nessuno mai mi leggerà. Per scrivere, una volta sono arrivato a Giugliano, ai confini con il lago Patria. Casting, di tutti i tipi. Una fila di attori spinge fuori il cancello. L’amico prestigiatore fa trucchi per vincere. Una bionda zizzona mette in mostra il parco macchine schiacciandomi… L’amico mio mi riconosce subito. Eccomi. Ma cosa devo scrivere?
Senza giacca e cravatta accussì so venuto
Dentro, un capannone, una scenografia di massima, quattro bidoni da prendere a calci. Non è Cinecittà, eppure… C’è lui. La leggenda vivente. Certo, senza quel mitico caschetto. But no! I am not for this type of movie, please. Fossi nato a New York, oggi scriverei per Martin Scorsese…
Crescevo dint’o sanghe a musica vullente
Ti stringe la mano. Ma non sei tu quello che disprezza i cantanti di basso profilo partenopeo? L’intellettuale? Che giudica con il metro di una supponente cultura? Poi, questo piccolo uomo ti stringe la mano e crollano le certezze. Saccente del cazzo! non esiste una scrittura di serie A ed una di terza serie! Ma nun ‘o saje che Peppino De Filippo, ‘o napulitano, ha sdoganato Harold Pinter in Italia? Sì, proprio lui, Pappagone!
Vita mia mò corro insieme a te
Ascolto i produttori: sono quei due fratelli ingegneri che nonmiricordomancocomesichiamano... E ho lasciato quel gran pezzo di Donata a casa?
- Leonardo originale s’è pigliato ‘o core ‘e tanta belle guaglione….
- Ma questa è ‘na parodia.
- Eh, no signori. Quale parodia? Intanto, affrontiamo il problema dei disoccupati.
-Sì, pecché ‘o pprincipio di Titanic vero, non erano disoccupati pure Leonardo e l’amico suo?
-Ma no. Quelli erano temporaneamente disoccupati. I nostri sono disoccupati storici.
-Però, là c’era una nave colossale.
-E qui c’è un traghetto colossale.
-Ma la cosa più curiosa è il naufragio.
-E perché?
-Embè, nell’Oceano si muore. Se affondi tra Napoli ed Ischia, vieni soffocato dai soccorsi.
-Appunto, Aità. Per soffocamento, muori lo stesso.
A purtà tutte ‘e suonne cchiù belle a chi ancora add’esistere
La leggenda si scuote: e’ partito da San Pietro a Patierno, sporca e vullente comme l’inferno, è arrivato a Milano. Con un jeans e ‘na maglietta. Prima faceva il gelataio per aiutare la famiglia. Ma ha sorriso, sempre. Quando il padre vendeva le sue canzoni in musicassette abusive, lo raggelò: “mi fai del male. Si perdono i diritti sulle musiche”. Eccolo, di fronte a me, la leggenda vivente.
Quanta strada aggiu fatto
Si volge verso di me. Sono raggelato. E mi chiede addirittura che ne penso!
-Cioè, insomma, alla fine, dopo tutto chistu bordello, Leonardo si sposa ‘na zoccola!
-Ah, ah! L’amore, amico mio, è cecato! Che t’mporta, e chello che è stato? E’ mò ca conta. Questa è la gioia. E, alla fine, quello che vuole trasmettere il mio film.
Sto per andare via. Mi trattiene e aggiunge :“‘fattella ‘na risata”. Una risata di gioia. Come Aitanic che affonda un faraglione! O solo come una canzone di Nino D’Angelo.
Senza giacca e cravatta
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