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REGISTI CHE CONTANO#10: BERTRAND BONELLO - la leçon de cinéma retrouvée.
di alan smithee ultimo aggiornamento
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Il 28 ottobre 2016 ore 19 presso la Cinématheque de Nice, partecipai con grande interesse alla lezione di cinema che Brtrand Bonello fu invitato a tenere, presso la celebre sala nizzarda dedicata al cinema, alla sua storia, ai suoi miti e a tutti coloro che hanno trasformato questa tecnica di rappresentazione e narraziobe, in arte.

Come già avvenuto in certe altre circostanze, con altri aurori amati e precedentemente invitati ad un incontro col pubblico (pure Nanni Moretti intervenne circa due anniorsono), mi portai carta e penna, deciso a prendere diligentemente appunti su quello che Bonello - a mio giudizio uno dei più maturi ed interessanti registi cinquantenni di oggi - ci avrebbe comunicato, insegnato, chiarito a proposito del suo cinema esemplare, ma non certo lineare o narrativamente elementare.

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Persi tutto, o così mi parve, salvo ritrovare oggi, a quasi un anno di distanza, e per puro caso, quegli appunti scarabocchiati velocemente, frutto di una traduzione frettolosa e simultanea (in realtà rispetto a quanto avvenne col russo Sokurov - auricolari in testa e traduzione simultanea in cuffia dal russo, a cui seguì quella, tutta mia, su carta in italiano - fu una passeggiata: ma col russo non persi scioccamente gli appunti, mentre col francese si).

Riporto dunque, in ritardo clamoroso, un pò a casaccio, in modo frammentario certo, ma spesso con frasi pronunciate di persona all'interessato, scampoli di memorie, ricordi e sensazioni che scaturirono da quella intervista che, già di suo, nel ripercorrere una carriera di 18 anni e 7 film (oltre a qualche corto e il doc. su Ingrid Caven, più qualche partecipazione come attore), si perse in interessanti divagazioni che ci portarono avanti ed indietro nel tempo con i movimenti bruschi simili a quelli di un autobus condotto in modo sin troppo disinvolto. Ma anche quella sera, fu una esperienza positiva, intensa, piacevole da ricordare e ripercorrere un po' a sussulti, come il pensiero che sorvola certe panoramiche del passato, zig-zagando tra ricordi e curiosità dei tempi ormai trascorsi.

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Bertrand Bonello nasce a Nizza, la città che lo ritrova quella sera di ottobre di un anno fa come protagonista acclamato e riverito, nel settembre del 1968. La sua passione è la musica: studia da pianista classico a Parigi, ove compie già gli studi dell'obbligo, muovendo i primi passi all'interno di un complesso musicale di ragazzi coetanei, esibendosi ove capita, anche nelle piazze durante le celebri "notti bianche" estive. Il cinema è solo una passione almeno fino ai 25 anni: dopo quell'età inizia la sperimentazione di nuove forme di rappresentazione, ed il cinema diventa una cosa finalmente impellente: vi  esordisce per caso e per azzardo a 30 anni, dopo qualche corto che lo fece notare, con il controverso ed inquietante "Quelque chose d'organique": siamo già nel 1998.

La folgorazione per il cinema avvenne grazie al film di Jarmush, Stranger than Paradise, ove è fondamentale, come quasi sempre nell'autore americano indipendente, l'apporto musicale scelto con passione e cura nei minimi dettagli. Ma pure nomi come Pasolini, Antonioni e Chaplin lo aiutano a guardare al cinema come ad un avvenire incerto, ma folgorante. "La musica è venuta prima del cinema, solo perché è stata qualcosa di più immediato per me: il cinema me lo sono dovuto guadagnare, soppesare, meditare, faticare ogni volta come uno sforzo titanico".

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"I miei film hanno poco in comune uno dall'altro: L'Apollonide, Saint Laurent (girato su commissione) e l'ultimo Nocturama, sono quasi film collettivi: hanno richiesto ricerche di casting piuttosto lunghe e complesse, anche perché gli attori, specie i protagonisti, li scelgo solo dopo averli osservati a lungo, quasi ossessivamente. Louis Garrel ad esempio, come co-protagonista in Saint Laurent, io da principio non lo volevo affatto, ma quando mi si è presentato davanti e l'ho fatto sedere vicino a Gaspard Ulliel, ho visto in quell'insieme l'alchimia, ed ho capito che, assieme, erano perfetti. "

"Le Pornographe l'ho scritto per darne la regia a Philip Garrel, ma poi non sono riuscito ad abbandonare il progetto e ho deciso che dovevo essere io a dirigerlo. De la Guére è stato l'unico tra i miei film che ho girato solo perché Mathieu Amalric e Asia Argento hanno accettato di far parte del progetto: altrimenti avrei desistito: era un film per loro, anzi il loro film: non avrei potuto girarlo se anche solo uno di loro due avesse rifiutato di partecipare al progetto".

"Il mio esordio nel lungo, Quelque chose d'organique, lo girai a Montreal in 3 settimane, con un budget di 100 mila euro; si tratta di un film nato prima di tutto per il titolo: ad esso si sono poi accostate 3/4 idee, mi sono balenate alla mente due immagini opposte ed antitetiche: la coppia che si bacia affiatata, e la stessa coppia in cui lui uccide lei brutalmente: decisi di non mostrare mai nessuna di queste scene, ma le immediate conseguenze di entrambe; l'organicità del titolo sta negli animali che circondano una vicenda ambientata ai margini di uno zoo, nel sangue che appare come esploso in una parete assieme a materiale cerebrale".

Per riuscire a venir fuori da un progetto complesso come quello di "Tiresia", la cui controversa vicenda prende spunto dalla mitologia legata alla divinità di Tebe che si trasforma da uomo a donna, e poi di nuovo in uomo, mi sono ispirato - e questa circostanza mi ha salvato dall'eventualità probabile di un film lasciato incompiuto - a Pasolini e alla sua impronta, con riferimento al suo magnifico Teorema": pensando a lui ho intrapreso scelte controverse ma forti di cui non mi pento: come l'antitesi di scritturare due attori differenti (anche per sesso) per interpretare  Tiresia, mentre poi ho deciso di conferire ad un solo attore (Laurent Lucas), due distinti personaggi, anche piuttosto attinenti l'uno all'altro: una scelta non facile da far digerire allo spettatore, ma rigorosa e meditata a fondo".

"Nocturama è nato, a livello di scrittura, su un solo foglio A4 tutto pieno di appunti scritti in piccolo, a formare 3 atti molto sintetici: da questo groviglio impresentabile è nata tutta la sceneggiatura definitiva: un lavoraccio, su un argomento scomodo che repelle, sinistramente profetico, che ha sconvolto la Francia, in particolate la mia città natale di Nizza, proprio con un avvenimento di cui in qualche modo questo film ne può risultare un sinistro e torvo precursore".

"L'ossessione che traspare nei miei film, molto diversi uno dall'altro, è anche un pò il sentimento che mi coglie quando mi convinco che un soggetto che ho tra le mani può diventare il mio prossimo progetto cinematografico: è questa ossessione che mi dà la forza di affrontare ostacoli altrimenti per me insormontabili. Mi aiuta ad affrontare queste imprese, la circostanza di avvalermi sempre sostanzialmente della stessa equipe tecnica: più una famiglia che semplici affiatati colleghi o fidi collaboratori indispensabili: di loro so che mi posso fidare, e forse, allo stesso modo, loro sanno di potersi fidare di me.... o almeno questo mi piace credere di loro."

 

Tirando le somme di questo un pò bislacco, ma anche a tratti intimo e personale mix di appunti ritrovati, ecco qui di seguito, ripercorsi in ordine cronologico, i 7 lungometraggi di Bertrand Bonello; per molti dei quali è possibile accedere alla recensione, cliccando sul titolo.

QUELQUE CHOSE D'ORGANIQUE

VOTO ***

VOTO ****

TIRESIA

VOTO ****

DE LA GUERRE

VOTO ****

L'APOLLONIDE (SOUVENIRS DE LA MAISON CLOSE)

VOTO ***1/2

SAINT LAURENT

VOTO ****

NOCTURAMA

VOTO *****

 

 

 

 

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