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Venezia 74: diario di bordo giorno 8
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Siamo a mercoledì? Sul serio? Essere consapevoli di sapere in che giorno della settimana siamo è già un grande passo in avanti. Oggi sento che il fisico mi sta cedendo: mal di testa,  male ad una spalla, e una confusione mentale dovuta alla mancanza di sonno.

locandina

Ammore e malavita (2017): locandina

Ma mi rimetto in sesto pensando subito al primo film della mattina in Sala Darsena  (of course): "Ammore e malavita" dei fratelli Manetti. I Manetti li ho sempre apprezzati tanto, sia come registi che come produttori,  sono quelli che mi fanno sperare che la nostra industria cinematografica possa pendere pure verso un genere più anticonformista. Musical? Si! Poliziesco? Senza ombra di dubbio! Comico? Ci potete scommettere, in questo film ci siamo fatte grasse risate e non sono mancati applausi a scena aperta. Ho scritto la recensione, quindi non mi dilungo sulla trama o su altre considerazioni, tranne per dire che da oggi la Gerini diventa senza ombra di dubbio una mia beniamina per una battuta che mi ha fatto sbellicare; e che cercherò Raiz disperatamente per tutta la laguna. Il film ha messo di buon umore tutti, meritatissimi applausi scroscianti sui titoli di coda ( qui alla Mostra c'è la brutta abitudine di applaudire qualsiasi cosa). Non so se il film potrà vincere qualche premio, a oggi è il mio film italiano in concorso preferito.

scena

Sweet Country (2017): scena

Si esce e ci si prepara per rientrare per il secondo film in concorso: "Sweet Country di Warwick Thornton. L'ho già detto che mi sento stordita più del solito, Spaggy  mi fa credere che sto facendo la fila per un documentario sugli aborigeni!!! Io ci credo! Oggi posso abboccare a qualsiasi cosa, ho le difese ai minimi storici, mi possono dare da intendere di tutto.

Il film è deludente, o meglio: non mi lascia davvero niente. Niente di nuovo sul fronte, se non la solita lotta tra aborigeni e uomini bianchi. Sfruttati e sfruttatori. Bene e male. Sullo sfondo una Australia bellissima e implacabile, che leva e da. Il film però da veramente poco. Girato  benissimo, con una fotografia eccellente, attori bravi, rimane nel  contenuto scontato e con un finale ridotto ad una frase moreleggiante che lascia increduli per la banalità.

Ci si aggira come fantasmi in una Mostra quasi deserta, oggi non arriva nessun divo internazionale e il viale del red carpet è pressoché deserto. Cerco disperatamente Raiz ma non ne vedo traccia, in compenso strappo una foto con un irrequieto Abel Ferrara.

Siccome quest'anno rimango tutta la durata del festival, mi sono concessa un lusso che nelle edizioni precedenti non avevo nemmeno preso in considerazione: vedermi un film della sezione Venezia Classici.

Stéphane Audran

L'occhio del maligno (1962): Stéphane Audran

Alle 17.00 mi trovo con mio marito ed Eightandhalf per "L'occhio del maligno"-1962 di Claude Chabrol. A presentare il film una bella sorpresa: Stephane Audran, protagonista di questo e molti altri film e moglie di Chabrol. Confesso che durante una bellissima scena in cui la Audren di 55 anni prima passeggiava in un bosco, mi sono voltata per vedere la Audren di oggi che si guardava. Mi sono emozionata nel vedere questa piccola donna minuta e fragilissima, ma dallo sguardo ancora pungente.

Ma io sono ancora con l'idea che devo vedere Raiz, così una volta finito il film mi fiondo al Grand Hotel Excelsior.  Non c'è traccia del cantante e attore napoletano, ma io e Spaggy siamo convintissimo di aver visto Frances McDormand che fa il check-in in albergo. La guardiamo insistentemente, la voce è proprio la sua, facciamo ipotesi quindi sulla sua improvvisa venuta per ritirare la Coppa Volpi...in realtà la signora è una semplice cliente,  che assomiglia tantissimo all'attrice americana e che per qualche minuto ci ha fatto sperare in un avvistamento speciale.

scena

Angels Wear White (2017): scena

 

Ci avviamo così al mio quarto film, in concorso "Gli angeli vestono in bianco" di Vivian Qu. 2 ragazzine di 12 anni vengono molestate da un uomo. Le porta dentro un albergo, le fa bere e abusa di loro. Testimone di tutto è Mia una giovane clandestina che lavora come cameriera nell'albergo. Si  apre un'indagine, e Mia cerca di ricavare dei soldi in cambio di un video girato di nascosto proprio durante la notte degli abusi. Il film mi è piaciuto e cerco di capire però in cosa non mi ha del tutto convinto. Forse sono davvero solo molto stanca. Ho più sonno che fame, devo recuperare le forze per non abbassare la guardia negli ultimi giorni che mi rimangono.

Stamattina si è fatto una specie di gioco con Alan, Supadany, Spaggy ed Eightandhalf : abolire gli aggettivi nei giudizi sui film. Io sono rimasta senza parole, un blocco mentale su qualsiasi titolo. Devo sforzarmi di piu sugli avverbi e i sostantivi.

Cosa mi è piaciuto di più:

Supadany: "Ammore e malavita"

Spaggy:  "Ammore e malavita"

Eightandhalf: "Team hurricane"

Alan Smithee: "Angels wear white"

Maghella:  "Ammore e malavita"

Cosa mi è piaciuto di meno:

Supadany: "Volubilis"

Spaggy: "Sweet Country"

Eightandhalf: "The testament"

Alan Smithee: "Les bienheurex"

Maghella:  "Sweet Country"

 

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