Venezia 74: diario di bordo giorno 5

Che giornata strana quella di oggi. Quinto giorno della Mostra, domenica, tanta gente fin da subito, il pubblico non si scoraggia né dal tempo instabile, né dai prezzi, né da una certa insofferenza che alcune persone del luogo hanno per i frequntatori del festival, che per fortuna risultano sempre in minoranza rispetto alla carineria di moltissimi volontari e addetti ai ristori e alle entrate delle sale cinematografiche che prestano i loro servizi per questi 10 giorni. Peccato che se si ha la sfortuna di avere un malore durante la fila per assistere al primo film delle 8.30, non ci sia subito disponibile nessun tipo di assistenza medica, nonostante sia una delle Giornate più affollate della settimana.

Primo film in programma è quello in concorso di Paolo Virzì. Un film di cui avevo paura. Paura di andare incontro ad una grande delusione. Virzì lo seguo dal suo bellissimo "Ovosodo", ho sempre apprezzato il suo modo di raccontare attraverso le molteplici voci dei suoi personaggi così pittoreschi. In questo film ha alle spalle una produzione americana importante, il film uscirà prima negli Stati Uniti che in Italia, ci sono come protagonisti 2 mostri sacri del cinema. Tanta grandezza mi faceva preoccupare, e a ragione. Intendiamoci, il film non è brutto, ma al termine della visione non ho sentito quell'ovosodo che "non va ne su né giù". Mi sono semplicemente alzata, apprezzato le belle interpretazioni di Helen Mirren e Donald Sutherland, e non mi è rimasto molto altro addosso se non la fretta di raggiungere la sala Casinò per il mio secondo film della giornata.

Questa mattinata per me è cominciata in compagnia dei miei soliti amici (la fila 6 della Sala DARSENA è diventata la mia seconda casa praticamente), ma continuerà in solitaria per la mia seconda visione per un film fuori concorso "Brawl in Cell Block 99". Posso dire serenamente senza destare preoccupazione nelle persone che mi conoscono bene e che mi stanno accanto in questi giorni, che avevo bisogno di una sana scossa di adrenalina che "Brawl in Cell Block 99" ti dà a volontà per tutti i 135 minuti di durata. Quando mi assalgono le nebbie depressive non c'è nulla di meglio che esorcizzare le proprie repressioni tramite la violenza cinematografica. Il mio nuovo mito (oltre a Nico, che rimane intoccabile) sarà il protagonista di questo film: Bradley Tomas ovvero Vince Vaughn. Lo consiglio vivamente.

Ripeto: questa è una giornata strana per me, non ho voglia di fare l'ennesima fila per mangiarmi il solito panino, e quindi mi dimentico del pranzo e opto per il mio rifugio: la sala stampa, dove posso vedere da vicino il cast di "Ella & John" e assistere alla conferenza stampa.

Ma la vera sorpresa del giorno (per quanto mi riguarda) sta nell'arrivo di mio marito al Lido. In questi giorni ci sarà un altro uomo a sopportarmi, e credo che ce ne sarà bisogno, sto iniziando ad avere i primi segni di stanchezza.

Ma l'arrivo del marito non mi distrae dai miei "doveri" così mi reco alla sala Casinò a vedere per Orizzonti il documentario "Caniba" di Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor. Mi intriga molto il personaggio di Issei Sagawa, il cannibale che nel 1981 mangiò a Parigi la sua compagna di studi. Sagawa vive da più di trent'anni in libertà in Giappone, dove ha scritto libri, pubblicato fumetti manga, e girato addirittura dei film pornografici. Una vera star che oggi vive da disabile su una sedia a rotelle accudito dal fratello. Lento, lentissimo, con immagini fisse dei primi piani dei 2 fratelli che narrano le loro perversioni in modo molto personale e non sempre comprensibile. Molto pesante per la forma e il contenuto, infatti molta gente ha lasciato la sala durante proiezione.