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Dizionario del Turismo Cinematografico: Brusaschetto Basso, una location scomparsa!
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Una scena del film IL VILLAGGIO CHE RIMANE A GUARDARE (2007)

 

 

 Cliccando sulle parole colorate potete accedere al link per vedere i film.

 

 

 

La storia della sfortunata location del quale vi parleremo oggi comincia per un miraggio (che poi tanto miraggio non era) alla fine del 1800 quando, nella zona tra i comuni di Trino (VC) e Camino (AL), un gruppo di imprenditori cominciò l’opera di estrazione della marna, un minerale utile nell’industria edilizia.

Questo minerale nella zona è un po’ metafora di quello che è nella realtà il ben più pregiato oro, che ha sempre portato nella stessa maniera benessere (per il valore economico) e malessere (per le guerre provocate dalla sua estrazione e spesso, come in questo caso, dallo sconvolgimento dell’ecosistema geografico).

L’estrazione del minerale nel posto ha provocato un cambiamento nel paesaggio e nella vita degli abitanti: molti contadini lasciavano i campi e le risaie per diventare minatori, si costruirono cave, ponti, una tranvia (la dismessa e non più esistente rete Trino-Camino) ed altro.

Il cambiamento però non fu solo sulla superficie ma anche nel sottosuolo, il continuo scavare ed estrarre all’interno della collina provocò, a partire dagli anni ’30 (ma col top di sollecitazioni, giunte anche a Roma, tra il 1951 e il 1955), un disfacimento di alcuni fabbricati e un tremolio che fece allertare l’area, in particolare della frazione di Camino denominata Brusaschetto, come sismica.

Che soluzione adottare? Fu presentato un progetto per la costruzione nell’ottobre del 1957 di un gruppo di case nuove sulla meno sismica pianura (che sarebbe stato chiamato Brusaschetto Basso, mentre il paese sulla collina diventava così Brusaschetto Alto). I lavori partirono (e si conclusero pochi mesi dopo) ufficialmente nel 1958 con la costruzione di una chiesa e una serie di palazzi (23 per l’esattezza, simili alle popolari Case del ministro Fanfani ma più piccole), a parte quello non c’erano negozi, bar o un parco giochi per bambini.

Gli alloggi furono offerti senza spese di trasferimento agli abitanti di Brusaschetto Alto.

 

Particolare delle palazzine di Brusaschetto Basso. Ora non più esistenti.

 

 

Quasi tutti si rifiutarono di raggiungere la nuova abitazione dicendo che il pericolo sismico era cessato con la chiusura definitiva, cominciata verso la fine degli anni ’50 (ma ufficialmente chiusa nel 1965), delle Miniere di Marna (ormai praticamente tutto estratto).

Però degli inquilini per Brusaschetto Basso (denominato nel gergo comune Brusaschetto Nuovo, mentre l’Alto è diventato Brusaschetto Vecchio) si trovarono, erano forestieri soprattutto dipendenti della centrale di Trino.

Se finiva l’era estrattiva cominciava quella delle ricerche sull’elettricità e l’atomica.

Comunque la differenza tra la cultura contadina del paese vecchio con la mentalità cittadina dei vicini di casa del paese nuovo, dove la vita c’era nonostante la mancanza di strutture di benessere e svago che comunque non mancavano nelle vicinissime Trino o Casale Monferrato facilmente raggiungibili, sfociò in una larga diffidenza, si parlava della frazione Brusaschetto Basso come di un piccolo Bronx dove regnava criminalità e vandalismo, si mormora addirittura di un fatto di sangue (omicidio?) nei primi anni ’80.

Nel 1986 il disastro della Centrale di Chernobyl nell’Unione Sovietica portò la Commissione Europea per l’Atomica a emettere referendum che portarono alla chiusura di molte centrali (soprattutto sul suolo italiano) come quella di Trino.

Visto che la maggior parte degli abitanti dei fabbricati di Brusaschetto Nuovo erano dipendenti della centrale cominciò un veloce spopolamento del borgo, come ennesima conseguenza nel 1994 l’alluvione del Po sollecitò ancor di più l’abbandono. Verso la fine degli anni ’90 la frazione fu abitata da profughi albanesi (era il periodo degli sbarchi in Puglia) che poi la lasciarono nella prima metà degli anni 2000. Da quel momento gli unici a sostare nel posto, divenuto ancor di più maledetto per gli abitanti di Camino che già lo vedevano con occhio sinistro quand’era abitato, furono satanisti, appassionati di Urbex (la moda del turismo dedicato ai tour nelle location abbandonate), graffittari, ecologisti adoratori della Dea Natura e del Dio Po (che lasciarono inquietanti scritte, quasi a ringraziare il loro dio di aver spopolato il paese maledetto, come: “Mai più così. Viva il Po” e “Noi siamo vivi”), etc… che tanto sarebbero piaciuti a Pupi Avati, così appassionato di Filò Padani. Per leggere più dettagliatamente la storia della location con esatte cifre del censimento della popolazione clicca qua

Nel 2007 viene girato lì il Mondo Movie IL VILLAGGIO CHE RIMANE A GUARDARE (primo tempo) (secondo tempo) diretto da Roberto Brudaglio che ricostruisce la storia della location servendosi anche di interviste agli abitanti della zona.

Nel gennaio 2009 viene deciso l’abbattimento di tutto il Borgo e la cosa viene messa in pratica qualche mese dopo.

Da quel momento Brusaschetto Basso non esiste più.

In tempi recenti il regista Alberto Bracco (in arte Albyphoto) gira, per la sua serie di documentari mondo ALLA RICERCA DELL’ITALIA NASCOSTA, i cortometraggi BRUSASCHETTO NUOVO, IL PAESE SCOMPARSO (2016) e, dedicato all’estrazione della Marna, POZZO D'ESTRAZIONE ABBANDONATO "ECOLA" (2015).

E queste rimangono le testimonianze di un luogo non più esistente testimone degli ultimi due secoli di storia della zona tra estrazione, urbanizzazione, industria, agraria, atomica e cataclismi vari.

 

Brusaschetto Basso, particolare della Chiesa demolita nel 2009. La foto è

della metà anni 2000.

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