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Viaggio nell'Italia Underground di Dizionario del Turismo Cinematografico: Musica, Tecnologia, Cinema, Nostalgia e il Sogno By Alessio Gaudio!!!
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Un set allestito in un suggestivo cimitero.

 

 

Oggi abbiamo incontrato il giovane Alessio Gaudio di Roma che in questo periodo sta presentando in giro il suo ultimo lavoro dal titolo IN FABULA.
Se consultate il suo sito ufficiale (
www.alessiogaudio.com) vi troverete immersi in un mondo nel quale il cinema convive con la musica (soprattutto elettronica) ma adesso ce ne parlerà meglio lui…



-Ciao Alessio e ben trovato! Dimmi, da dove nasce la tua passione per il cinema?

 

-Ciao Dave, grazie e ben trovato anche a te. La mia passione per il cinema nasce fin da bambino, quando spesso la Domenica pomeriggio i miei genitori mi portavano al cinema. Per quell'ora e mezza mi perdevo in un mondo magico, fatto di immagini e suoni. I giorni seguenti la visione di un film, indipendentemente da trama e genere, passavo il mio tempo ad emulare le gesta del protagonista. In un certo senso mi trasformavo, comportandomi come lui. Diventavo lui. Quando avevo 8 anni mia madre notò in me questa "stranezza", così mi chiese se volevo fare un corso di recitazione. Puoi immaginare quale sia stata la mia risposta. Ho studiato recitazione teatrale durante i quattro anni seguenti, prima di iniziare a fare seriamente con lo sport. La fantasia continuava però a portarmi in mondi lontani, tanto che iniziai a coinvolgere amici e parenti, chiedendogli di recitare in piccole "storie domestiche" che poi iniziai anche a riprendere con la videocamera pal-8 di mio padre. Ho tutto il girato conservato e ad oggi, rivedere quel materiale mi fa sorridere ma anche riflettere sul percorso fatto fino adesso.

Da li in poi inizia il mio amore per la regia e in qualche modo anche per la fotografia cinematografica.

 

Cinema e musica.



-E per la musica?

 

-Ho studiato pianoforte per 2 anni, sempre in tenera età. Apprese le basi smisi di esercitarmi perchè trovavo le lezioni molto noiose. Ero ancora troppo piccolo per capire bene ciò che facevo. A casa però avevamo un bellissimo pianoforte Anelli e mio padre ogni sera si scatenava in alcune sessions di piano jazz. Quando ero solo e lontano da occhi indiscreti cercavo di imitarlo, provando e riprovando gli stessi accordi, a modo mio. Dopo svariato tempo ho capito che il mio "orecchio" mi permetteva di sviluppare idee musicali originali e non solo limitarmi a riprodurre e suonare spartiti e musiche di altri. Questo mi ha permesso di andare oltre i confini accademici dello studio di uno strumento. Il pianoforte è stato solo l'inizio. Poi è arrivata la scoperta della musica elettronica e in un certo senso questa mi ha fatto appassionare come la regia cinematografica, con la quale vedo numerose somiglianze. Finalmente avevo il pieno controllo di ogni aspetto della musica e di tutti gli  strumenti in modo accurato, portando a compimento un brano musicale dalla A alla Z.

I primi tempi ero euforico.

-Quale delle due forme artistiche senti più vicino?

 

-Sono entrambe due forti passioni. La musica è più immediata perchè ho gli strumenti sempre a portata di mano e nonostante negli ultimi anni non abbia pubblicato più nulla di ufficiale, sono sempre molto prolifico. Solo con il mio pianoforte digitale ho registrato un centinaio di brani originali negli ultimi tre anni. La regia è qualcosa di più riflessivo e duraturo, c'è tanto lavoro prima e dopo, non solo durante le riprese. I tempi si allungano e ci vuole pazienza e forza di volontà. Devi essere convinto di ciò che stai facendo, perchè spesso l'entusiasmo iniziale può perdersi strada facendo. Iniziare a lavorare a qualcosa che poi (forse) girerai mesi e mesi dopo, non è sempre facile, almeno per me. In ogni caso il cinema è una professione corale, che richiede comprensione del prossimo e condivisione delle proprie idee.

Comunque queste due forme artistiche si completano a vicenda. Quando butto giù un'idea spesso inizio anche a comporre nuova musica oppure viceversa, riascolto qualche brano realizzato e questo mi da l'ispirazione giusta per scrivere una nuova storia.


-Torniamo adesso al video… quanti film hai diretto?

 

-Inizialmente ho avuto qualche esperienza sul set, come aiuto regista o semplice "guardone".

Nell'estate del 2002 a 19 anni, ho girato un "film fatto in casa", con pochissimi mezzi, intitolato

LA LEGGENDA DEI 55. I protagonisti erano mio cugino Daniele e mia sorella Ludovica (entrambi bravissimi). Si tratta di un thriller/horror dalle modeste pretese. Era un modo per passare la lunga estate in montagna, precisamente nei boschi dell'altopiano silano, in Calabria. Alla fine invece ne uscì un vero e proprio lungometraggio, efficace soprattutto nella parte finale, che impiegai ben 3 mesi a montare personalmente.

Negli anni successivi, durante gli studi universitari, ho continuato a sperimentare con piccoli corti, documentari-reportage, dietro le quinte e video musicali.

Poi nel 2013, ho conosciuto Alessio Di Cosimo, giovane regista teatrale, con cui ho condiviso la regia de LA VITA NON E‘ UN GIOCO, il mio primo cortometraggio.

Successivamente sono stato il regista della seconda unità del lungometraggio horror THE TAPE- SENZA VIA DI FUGA, diretto con Antonio Bonifacio. Nel 2016 ho conosciuto Luca Alessandro, che mi ha dato la possibilità di curare la mia prima fotografia girando il suo corto intitolato MAMMA RACCONTA. E' stata una bellissima esperienza che mi ha permesso di imparare tante cose nuove sul set. Al momento mi sto occupando della distribuzione nei festival del mio ultimo cortometraggio horror IN FABULA, scritto proprio da Luca Alessandro. Ad Ottobre invece dirigerò un nuovo corto, per adesso "top secret". Posso solo dire che si intitola MI RICORDO DI TE.

 

Un taglio di fotografia che evoca inquietudine fiabesca.

-Hanno partecipato a qualche festival o rassegna?

 

-Con LA VITA NON E‘ UN GIOCO abbiamo partecipato ad alcuni festival, non raccogliendo quanto sperato in realtà. Il corto era prossimo alla mezz'ora di durata e questo ci ha precluso la partecipazione a numerosi festival. Il tema trattato è importante, denunciando in qualche modo la piaga della dipendenza dal gioco d'azzardo. La grande soddisfazione è stata sicuramente la partecipazione dell'Associazione giocatori anonimi durante la prima proiezione ufficiale. Sono intervenute numerose persone coinvolte personalmente in questa "forma patologica", raccontando le proprie esperienze. E' stato molto toccante. Sapevamo di aver fatto qualcosa di importante, al di là di premi o riconoscimenti. Siamo riusciti a toccare le corde giuste. In ogni caso, avendo curato anche il montaggio del corto, dopo qualche mese ho ricevuto il "Sampietrino d'oro marguttiano" proprio per l'editing.

Mamma racconta di Luca Alessandro al momento sta partecipando a numerosi festival molto importanti, dunque incrociamo le dita. In Fabula invece è in fase di lancio per quanto riguarda festival e rassegne di genere e non solo. Vedremo come andrà.

 



-Quale di questi ti ha dato maggiori soddisfazioni?

 

-Tutti. Ogni film, ogni esperienza sul set è una cosa a sé. Fai tesoro di tutto quanto apprendi e delle persone che conosci. E' qualcosa di speciale che solo il cinema riesce a regalarti. Ciò che ti rimane è il ricordo di uno stupendo viaggio.

-Il tuo genere cinematografico preferito?

 

-Amo particolarmente il cinema Noir degli anni '40 e '50. Il bianco e nero mi fa letteralmente impazzire.

Ovviamente mi piace molto anche il cinema Horror, non tutto però. Grandi classici a parte, prediligo l'horror psicologico e la suspence come il grande maestro Hitchcock insegnava.

PSYCO, LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE  e LA FINESTRA SUL CORTILE, solo

per citarne alcuni, sono classici intramontabili che non mi stufo mai di vedere e rivedere.

 

-Hai qualche autore del cuore che ti ha ispirato in particolare?

 

-Uno dei miei registi preferiti, tra i contemporanei, è sicuramente David Fincher. E' un regista con la R maiuscola, non propriamente un autore. Il suo lavoro però lo fa egregiamente. Oltre ad amare praticamente tutti i suoi film, di cui SEVEN è  il mio preferito, lo studio costantemente. A mio avviso è talmente "perfetto" sia dal punto di vista della direzione degli attori, che della fotografia e dei movimenti di macchina, che ogni suo film dovrebbe essere visto più e più volte per fare un focus su ogni aspetto realizzativo. E' un vero perfezionista ed i suoi film, al di là della trama che può piacere o meno, sono lezioni di cinema. Mi ipnotizza letteralmente.

Nel genere Horror, tra i contemporanei mi hanno incuriosito molto Jennifer Kent con il suo BABADOOK, David Robert Mitchell (IT FOLLOWS), il duo Helene Cattet e Bruno Forzani con il paranoico e originalissimo AMER, Mike Flanagan (SOMNIA) e André Ovredal (AUTOPSY) solo per citarne alcuni.

Tra i grandi del passato adoro Mario Bava (la fotografia dei suoi film era spettacolare) e il primissimo Dario Argento. Roman Polanski, in particolar modo ROSEMARY’S BABY, LA NONA PORTA e il meno conosciuto REPULSION. Poi autori e registi a cavallo tra noir ed horror come Henri-Georges Clouzot (I DIABOLICI), Robert Siodmak (LA SCALA A CHIOCCIOLA), Jack Clayton (SUSPENSE). Il già citato Hitchcock ed il recentemente scomparso Romero (tutta la filmografia).

Infine Sam Raimi con il suo LA CASA, forse l'unico splatter che sia veramente riuscito a terrorizzarmi, più che per le secchiate di sangue e le presenze demoniache a go go, quanto per la sua tensione continua. Un ritmo ed un'energia che ti appiccicano allo schermo come pochi altri film. Budget minimo ma con massimi risultati, cioè il cinema in tutta la sua essenza.

 
-Parliamo di IN FABULA… cosa dobbiamo aspettarci dal tuo ultimo lavoro?


-IN FABULA è stata per me una vera sorpresa. Durante l'estate scorsa (2016), mentre preparavo la fotografia di MAMMA RACCONTA, Luca (Alessandro) mi inviò una serie di sue sceneggiature. Una di queste era proprio IN FABULA. Mi piacque al punto che gli chiesi di dirigerla.

La storia parla di due sorelline che passano la notte a casa del nonno, mentre i genitori sono via per lavoro.

Sono molto affezionato al mondo dell'infanzia e mi sento particolarmente legato ad esso, sotto tanti punti di vista. Uno di questi è il potere della fantasia e della suggestione, che solo un bambino riesce a manifestare in modo così genuino.

Chi di noi, da piccolo, non si è suggestionato e spaventato, raccontando o ascoltando il famoso "racconto di paura"? Esiste una sottilissima linea di confine tra ciò che è e ciò che sembra essere, soprattutto quando si ha a che fare con un sentimento come la paura. La paura riesce a mettere a nudo ognuno di noi. Ecco, IN FABULA è proprio questo. Uno specchio in cui ognuno di noi può riflettersi, tornando indietro nel tempo. Non voglio però svelare altri dettagli della storia.

Posso solo dire che si è trattato di un'esperienza fantastica e devo ringraziare tutti coloro che vi hanno lavorato, a partire da Luca, le due bravissime attrici Valentina Bivona e Sveva Fiore fino a "nonno" Giancarlo (Del Monte) e tutto il resto della troupe.

Al momento stiamo partecipando a numerosi festival e nel 2018 spero di poterlo mostrare al pubblico attraverso una distribuzione on-line.

Aspettatevi qualcosa di "spaventosamente diverso".

Intanto potete seguirne le evoluzioni sulla pagina Facebook ufficiale https://www.facebook.com/infabulashortmovie/

 

 

-E tu cosa ti aspetti dal pubblico?

-Spero che il pubblico ne colga i molteplici significati.

Spesso, dopo la visione di un film horror al cinema, si sentono commenti come "che paura, è la prima e ultima volta che vedo questo film!".

Tutto il cinema disturbante si muove lungo la linea dell'esperienza personale, che può essere unica o ripetuta (in più visioni), al di là del fatto che riesca a piacere o appunto, spaventare.

Non è detto che non rivedere un horror significhi necessariamente che non sia piaciuto. Se riesci a spaventare il pubblico, vuol dire che hai colpito nel segno.

IN FABULA può spaventare ma allo stesso tempo far riflettere.

Vi farete parecchie domande... il finale è apertissimo!

 

 

L'apparato tecnico è molto importante per Alessio Gaudio.

 

-A proposito dell’apparato tecnico videomaker, quale camera preferisci utilizzare (quella con il quale ti trovi meglio)?


-Lavoro come Filmmaker indipendente da svariati anni e ho avuto la possibilità di testare varie tipologie di videocamere. Sicuramente il "fenomeno reflex" ha tracciato una linea netta, dalla quale non si torna più indietro. Il mondo del cinema indipendente deve tanto a questa rivoluzione.

Dal 2010 al 2014 ho "spremuto" per bene la mia Canon 5d mk2. Successivamente sono passato al primo modello di Black magic cinema camera, approfondendo soprattutto le tecniche di trattamento del girato in post-produzione.

Oggi possiedo una Sony Fs7 e la prima Red, ovvero la One MX. Devo dire che il mezzo deve piegarsi allo scopo. Nella realizzazione di produzioni più veloci, per esempio documentari e video musicali, utilizzo la Sony. E' più completa e leggera. La Red invece è una vera macchina da presa digitale, da cui puoi tirare fuori grandi immagini. Ma richiede tempo ed è impegnativa soprattutto in quanto a peso e ingombro, insomma è una camera da set.

 

-A proposito invece della musica, so che da qualche tempo ne produci un particolare tipo elettronica. Ti piace sperimentare?

 

-Sì, sperimento sempre in tutto ciò che faccio. La vita è una e voglio avere il coraggio di guardare oltre, non solo nella musica e nel cinema. Tutto evolve e niente resta fermo (della serie "chi si ferma è perduto"). In ogni caso qui è possibile scaricare ed ascoltare i miei album ufficiali http://www.alessiogaudio.com/music/ o perdersi, appunto, in numerose sperimentazioni sonore https://soundcloud.com/spank-3

-Sogni nel cassetto?

 

-Uno in particolare. Spero di non perdere mai la voglia di fare e di affrontare nuove sfide, nella vita come nella professione creativa del video e della musica. Continuare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino, imparando dagli errori, giorno dopo giorno. Le sorprese sono sempre dietro l'angolo.

-Cosa diresti ad un ragazzo che ti chiede consigli per iniziare a lavorare nel mondo artistico?

 

-Non sono bravo in questo genere di cose. Posso solo dire che è importantissimo essere sé stessi e avere il coraggio di portare avanti le proprie idee, senza arroganza, ma con la giusta dose di convinzione.

Non dovete essere nessun altro se non voi stessi. Fate ben distinzione tra le critiche costruttive e quelle distruttive perchè c'è tanta invidia in giro, soprattutto in questo mondo e dovrete imparare a conviverci. Osate e vedrete che raccoglierete tanto, presto o tardi che sia.

-E a chi ti segue vuoi dire qualcosa?

 

-Ovviamente! Oltre al nuovo cortometraggio, da Settembre lavorerò a due nuovi video musicali e ad una puntata pilota per un nuovo format (documentario). Restate sintonizzati sulla mia pagina Facebook!

-Grazie mille Alessio per la chiacchierata!!!

 

-Grazie a te Dave e in bocca al lupo con il Dizionario del turismo cinematografico.

 

-Grazie ancora!!!

 

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