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Viaggio nell'Italia Underground di Dizionario del Turismo Cinematografico: Benvenuti nel Mondo dei fantasmi della mente del Cinema Psicologico di Luigi D'Alessandro!
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Suggestiva sequenza di ALL'OMBRA DELLA TORRE, per gentile concessione

della Kira Film Verolengo.

 

 

Siamo andati a Roma, Napoli, Terni e un po’ tutto l’Appennino, la riviera romagnola… e, spesso, torniamo negli stessi luoghi per conoscere nuovi autori. Ultimamente giriamo in lungo e in largo in quella zona tra le Risaie Vercellesi e il Canavese dove sta (ri)fiorendo un gruppo culturale variopinto e affiatato di idee. L’altra volta abbiamo fatto due chiacchiere con Piero Lo Preiato che, in mezzo a tutti questi artisti, ne è coordinatore e incentivatore. Nell’intervista era uscito il nome di un regista, Luigi D’Alessandro, e di un film ISMAEEL IL DEMONE. Ma Luigi non è solo ISMAEEL IL DEMONE. E anche altro. Come adesso lui ci dirà!

-Ciao Luigi e ben trovato! Tu che fai molte cose innanzitutto nasci regista o scrittore?

-Ciao Davide ed un  saluto caloroso a tutti i tuoi fans e lettori che tra l’altro sono molto numerosi! Innanzi tutto ti ringrazio di questa occasione. Comincio col risponderti che nasco come scrittore od almeno ci provo. Mi è sempre piaciuto scrivere, posso considerarla come una sorta di confessione dei miei pensieri non essendo molto propenso al dialogo vero.

 

 -Nella tua opera prima E’ TROPPO TARDI si respira una vena da thriller malinconico alla Dino Risi, a cominciare dai titoli di testa… Sei un tipo malinconico tu?

-Non principalmente, ti posso dire che ho una personalità un po’ complicata, sento dentro le circostanze in cui vivo di conseguenza per me ogni cosa ha un significato o lo acquisisce nel momento che cattura la mia attenzione. Tenebroso sarebbe il termine corretti per descrivermi.

 -E romantico?

-Si effettivamente, come ti ho poc’anzi detto ho una personalità complessa che mi porta a sentire fortemente le cose. Considero il romanticismo uno degli aspetti fondamentali di un uomo anche se devo ammettere che lotto costantemente per evitare che la vita soffochi questo lato della mia personalità. Il fatto che mi trovi più a mio agio a scrivere che parlare mi crea qualche difficoltà ad esternare i miei sentimenti.

 

 

Un'immagine del film E' TROPPO TARDI che evoca tutta la malinconia

presente nella pellicola.

 

 

 -In quel film volevi lanciare qualche messaggio?

-Si, scrissi quella storia perché stavo attraversando un momento di evoluzione personale, quasi uno sfogo di rabbia per una vita passata a voler piacere agli altri e sopportare le ingiustizie di una vita preconfezionata dalla famiglia per amore di pace come si usa dire. Stufo di vivere una vita non mia. Non è stata una crisi di rimpianti, ma una risposta ad una mia semplice domanda: “Perché sono qui?” Per alcuni potrebbe essere banale o l’enigma di Shakespeare “l’essere o non essere”, per me no. Sono convinto che ogni uomo o donna dovrebbe lasciare un segno del suo passaggio su questa terra. Fare qualcosa di buono che riveli la propria essenza e che venga ricordato per non morire mai. Però delle volte per far questo bisogna stravolgere la propria vita e liberarsi di quella, come ho detto prima, preconfezionata da retaggi familiari e culturali non propri; avere il coraggio di opporsi con tutto se stessi e lottare per i propri pensieri e sentimenti anche se questo significasse rimanere soli contro il mondo intero. La vita va vissuta intensamente, come dice un mio amico pilota a “ gas a martello “, non si può vivere di rimpianti ma di intensi attimi travolgenti. Bisogna avere il coraggio di seguire il proprio cuore. Per questo è il messaggio che ho voluto lanciare con E’ TROPPO TARDI una storia gay tra due donne.

 

-E di ISMAEEL IL DEMONE cosa ci dici? Anche qua c’è un messaggio in sottofondo?

-ISMAELL IL DEMONE ha una storia un po’ particolare che sta accompagnando questo mio cammino evolutivo. E’ un po’ autobiografico in effetti e nasce durante la progettazione e sviluppo del mio sogno: una piccola casa cinematografica. Come cantava il grande Gino Paoli eravamo veramente “ 4 amici al bar “, abbiamo iniziato per gioco quasi per scommessa pensando un po’ a quale risultato ci avrebbe portato. In effetti era da un po’ che stavo  scrivendo la storia del film, gliene parlai a quei 4 amici al bar e piacque da subito. Mi interessa sfidare me stesso cimentandomi in un qualcosa che mi appassiona molto, il cinema, ma da dietro le quinte; mettere in scena la mia storia. Ismaeell è malvagio, demoniaco, determinato e senza pietà se vogliamo un lottatore del male. Quando l’ho scritto c’era un pensiero che mi girava per la testa, e lo affermo ancora oggi, che delle volte se si vuole cambiare vita e smettere di subire ingiustizie, lottare contro la quotidianità, fare delle scelte che vanno contro tendenza ma che sarebbero assolutamente necessarie per essere felici, dare una svolta decisa alla propria vita, bisogna diventare “ cattivi “. Dobbiamo permettere al nostro Ismaeell interiore di venire fuori per difenderci ed aiutarci perché spesso siamo bloccati in una vita che non è nostra perché non abbiamo la forza di reagire. Ismaeell invece si.

 

-C’è qualcosa di te (nel senso un po’ autobiografico) nelle tue opere?

-Sì e credo che sarà il filo conduttore di tutte le mie opere. In E’ TROPPO TARDI la mia determinazione ad oppormi alla pensiero di massa. In ISMAEELL IL DEMONE l’odio contro le ingiustizie personali e tutto ciò che mi rende infelice.

 

 

 

 

L'inquietante comprensorio abbandonato di Orio Canavese.

 

 

 -Giravano curiose voci… tipo di incidenti o cose strane successe durante le riprese di ISMAEEL IL DEMONE. Tu ci credi in queste cose?

-Si perché non penso assolutamente che siamo gli unici esseri viventi in tutto l’universo. Ci sono, ed in parte la scienza lo ha dimostrato, altre forme di vita alternative, universi paralleli ed altre dimensioni. All’inizio delle riprese succedeva sempre qualcosa di strano. Sparivano oggetti, non cose eclatanti ma piccoli oggetti; una volta in una scena girata in un palazzo improvvisamente sparì il cuneo che utilizzavamo per tenere aperto il portoncino d’ingresso quasi da non poter continuare le riprese perché era fondamentale che rimanesse aperto. Ci sono state altre due occasioni che non dimenticherò mai, una ad Orio C.se ed una a Leri Cavour. A fine giugno 2016 girammo una scena di ISMAEELL IL DEMONE con l’attrice protagonista in un comprensorio medico per bambini abbandonato dal 1984 ricavato nell’ala di una villa del ‘700 di un ricco nobile. Un luogo che era diventato un ricovero per bambini malati e non, abbandonati dai genitori dove molti trovarono la morte per tbc. La leggenda narra che il nobile si aggiri ancora nei cortili della villa a cavallo e che ci siano spiriti di bambini in cerca dei loro genitori. Girammo la scena di notte ed improvvisamente cellulari, batterie e tutta l’elettronica ko. Quando finalmente riprese a funzionare tutto cominciammo a girare ma sentivo che non ero solo. Mi sentivo osservato e spesso mi voltavo indietro, sentivo come se qualcuno mi stesse osservando da dietro qualche muro poi ricordo che in alcuni punti faceva veramente freddo. Quando finimmo di girare chiesi all’attrice, che è una sensitiva, se avesse visto qualcosa. Mi disse che aveva visto una bimba in camicia da notte non ferita che correva dietro di noi. A Leri di Cavour girammo una scena del documentario ALL’OMBRA DELLA TORRE  in un cimitero per bambini. Era Febbraio se non sbaglio, faceva freddo e c’era una nebbia incredibile, vento e versi di animali. Già che ci fosse la nebbia con la presenza di vento mi faceva strano, comunque entrati all’interno del cimitero pace totale: non c’era nebbia, non c’era vento, non si muoveva una foglia e non si sentiva nessun verso di animale pur essendo in campagna.

 

 

La Torre della Violinista. Interno.

 

 

 

 

 -A proposito di questo Mondo Movies ALL’OMBRA DELLA TORRE cosa ci dici? Nel documentario viene spesso menzionato il tipo di giornalismo di Gualtiero Jacopetti. Cosa dici al riguardo?

-ALL’OMBRA DELLA TORRE è un progetto nato a Verolengo per valorizzare il territorio verolenghese ed i comuni limitrofi. Sono arrivato a Verolengo nel 2009 un bel paesino con un bel centro storico e le sue leggende come appunto la Torre dove, secondo la leggenda, un ricco signore rinchiuse una giovane violinista, sua figlia, perché innamorata di un popolano (forse uno stalliere). Si narra che delle volte si sentono note di violino provenire dalla torre. Da qui l’idea di andare alla ricerca di particolari che legano Verolengo sia alle leggende sia alla storia contemporanea e questo ci ha portato alla scoperta di collegamenti storici fino al tempo dell’impero romano, ville settecentesche sparse lungo il percorso che collega Verolengo al Monte Rosa attraverso una strada romana, fontanili sacri, acqua miracolosa che proviene dal corso d’acqua sotterraneo che collega la Chiesa Nera di Leri Cavour, Verolengo, Torino.

“Se saranno cose amare è perché troppe cose sono amare su questa terra. Il dovere del cronista non è quello di addolcire la verità ma di riportarla obbiettivamente” Jacopetti aveva un’idea chiara del giornalismo che oggi si è persa in nome delle vendite, degli scoop, della politica di parte, dei finanziamenti statali. Oggi non lo riconosco più. Negli anni passati esisteva il giornalismo d’inchiesta, il giornalismo di cultura, il giornalismo di guerra. Oggi esiste ancora ma è imbavagliato dai poteri forti. Nel 2016 eravamo al 77simo posto nella classifica mondiale, nel 2017 siamo al 52simo posto forse perché anche il giornalismo tenta di opporsi al bavaglio ed insabbiamento ma ad un prezzo che una volta era di vite umane, oggi nel 2017 il prezzo è che 6 giornalisti su 10 sono sotto minaccia di mafia ed alcuni scortati H24. In più il giornalismo è costretto all’auto censura, il governo si protegge con una legge che condanna da 6 a 9 anni chi diffama un politico.

 

 

 

Un passaggio cinegiornalistico di Gualtiero Jacopetti, alla cui opera Luigi

D'Alessandro si sente molto legato.

 

 

 

 

-Il tuo regista preferito (se c’è)?

-Hitchcock.

 

-Oltre ai film hai realizzato anche altro (tipo videoclip, servizi televisivi, etc…) con la tua casa di produzione?

-Sì in due anni circa ho realizzato il cortometraggio E’ TROPPO TARDI, due videoclip musicali di giovani artisti uno torinese ed una chivassese, un videoclip promozionale per un team automobilistico sul circuito del Mugello, videoclip della sfilata di moda IL PIU’ BELLO D’ITALIA tappa a Torino, videoclip promozionale in ambiente militare ai  PRETORIANI, un team che fa Softair, mediometraggio dello spettacolo teatrale LA PASSIONE DI CRISTO, videoclip promozionale per Ciriè City, uno spot pubblicitario per la FRANCY.jewels, con orgoglio il videoclip delle edizioni 2016 e 2017 della sfilata di moda nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne presso il Parco Dora di Torino più una serie di videoclip promozionali per la Federeventi di Torino.

 

-Parlaci un po’ di questa casa di produzione. Come si chiama e di cosa si occupa nel globale?

-Il progetto va avanti da un paio d’anni e sto lavorando per concretizzarlo, la Kira Film Verolengo sarà una piccola casa di produzione cinematografica, si occuperà non solo di cinema ma di tutto ciò che riguarda la cultura. Il progetto prevede vari rami da affidare a persone competenti, tra cui il teatro, l’informazione, eventi in genere, videoclip, la fotografia anche se l’attività principale sarà il cinema. La Kira Film Verolengo vorrebbe diventare il punto di riferimento locale per dare a tutti  una reale opportunità di entrare nel mondo del cinema che si tratti di attori o si tratti di tecnici o manovali. Per dirla in breve creare opportunità occupazionali nel nostro territorio.

 

 -Fai spesso la comparsa anche in film di registi importanti. Pensi di aver appreso qualcosa da loro?

-Non si trattano di comparsate generiche ma di figurazioni speciali in abiti di scena ed alcune volte interagendo con gli attori. Ho lavorato in serie tv come PROVACI ANCORA PROF 6, in G&T, web serie, in SACRIFICIO D’AMORE, nel cortometraggio IO SONO NESSUNO, E’ TROPPO TARDI, nel film del regista Marco Bellocchio BEI SOGNI. Attualmente faccio l’opinionista nel programma tv su Primantenna tv “Prima fila”. Sì, in effetti la mia aspirazione non è quella di apparire ma quella di vedere come dirigono i registi che ho avuto la fortuna di conoscere. Importanti o no, ognuno con il suo stile e personalità spesso scontrosa e schiva, alcuni più umani altri extraterrestri, tutti mi hanno insegnato qualcosa di cui farò tesoro nella mia carriera. Sono diventato un regista severo, serio ma che mette a suo agio gli attori e tecnici, voglio essere partecipe del set e non rimanere chiuso nella stanza della regia.

 

 

Luigi D'Alessandro (al centro) sul set di PROVACI ANCORA PROF 6.

 

 

 

 -Che ne pensi dei tuoi collaboratori?

-Sono molto grato ai miei collaboratori innanzi tutto perché hanno creduto nel progetto ma soprattutto in me che glielo ho “ venduto “. Alcuni si sono aggiunti dopo, altri sono con me dagli albori e sono particolarmente legato a loro. Credo molto nella lealtà ed onestà, me lo stanno dimostrando sopportandomi e supportandomi nei momenti complicati. Qualcuno mi ha abbandonato in maniera poco carina ma sto andando avanti lo stesso ed anche più forte di prima. Tutti verranno ricompensati sono certo che un domani questo sarà lo scenario: davanti ad un bicchiere di Moet in barca ( adoro le barche ) ripenseremo da che punto siamo partiti e rideremo di gusto vedendo dove invece siamo arrivati.

 

 -E della situazione artistica italiana?

-Ho smesso di guardare la tv da anni l’ho gettata nella spazzatura, non leggo giornali da una vita, odio il cinema commerciale. Solo libri, teatro e cinema d’autore possibilmente sconosciuti. A parte questo piccolo dettaglio credo che la situazione artistica italiana sia in forte declino. Non sono un nostalgico assolutamente, mi piacciono le novità ed i giovani talenti, ma onestamente il cinema, il teatro e la musica sono cambiati e non sempre in meglio. Ormai si da agli spettatori quello che vogliono vedere ed ascoltare, non si educa più lo spettatore, l’arte di portarlo a ragionare e capire la pellicola si è persa, oggi è tutto una questione di vendita ai botteghini. Hai citato RISO AMARO, uno spaccato di vita vercellese, vita dura delle mondine e dei sacrifici per sopravvivere, il ricorso alla malavita per cambiare vita, per scampare alla povertà oggi tema improponibile in quella chiave malinconica. Oggi è tutto violenza, digital effect, sesso e di nomi altisonanti che non sanno nemmeno come si recita ma fanno marketing e vendita. Prima mi hai chiesto se sono malinconico, ti ho risposto di no principalmente, ma in effetti sono malinconico perché vorrei riavere un Mastroianni, un Gassman, un Sordi, un Totò (il mio idolo), un Pasolini, un Rossellini, una Lollobrigida, una Loren, una Magnani, un Bertoli, un Battisti, un Tenco, un Benigni con LA VITA E’ BELLA e tanti altri di cui mi sfugge il nome. Dal mio punto di vista del tutto opinabile la situazione artistica italiana è deprimente fatta di reality, intrattenimento demenziale e pellicole altrettanto sbiadite. Ogni tanto qualche sprazzo di intelligenza al Festival di Venezia quando qualche pellicola italiana riesce a vincere qualche premio ed aggiungo “meno male!”.

 

 

Un servizio de "Il Canavese" sul cineturismo di quella zona. Sono menzionate

location del cinema di Luigi D'Alessandro & soci.

 

 

-Hai avuto brutte esperienze nella tua carriera artistica?

-Si! E’ successo quando è stato strumentalizzato uno spettacolo teatrale all’aperto nel quale recitavo nella parte del ladrone cattivo messo in croce, per attaccare l’amministrazione  comunale perché prossime le elezioni comunali. Fu scritto di tutto dallo sperpero di soldi pubblici allo spettacolo di cattivo gusto. Si trattava della rappresentazione teatrale della Passione di Cristo che fu invece toccante e commovente che ebbe un successo di pubblico notevole. Una brutta storia sfruttando immagini e foto di backstage per denigrare e giudicare, cattiverie gratuite. Non scendo nei particolari perché il tutto è ancora in mano ai miei avvocati.

 

 -Pensi che la zona dove vivi sia da valorizzare a livello artistico e culturale?

-Certamente e non perché a Verolengo non si faccia nulla, ma credo che si debba ampliare il portafoglio. Ha delle potenzialità, gli spazi ci sono e bisogna spingere. L’arte e la cultura possono portare nuove opportunità economiche e lavorative.

 

-Progetti futuri?

-Ho iniziato a scrivere il secondo film che dovrebbe essere il primo film ufficiale della Kira Film Verolengo ti posso anticipare il titolo provvisorio IO & TE una storia d’amore molto particolare ed intensa che ha da insegnare qualcosa ovviamente girato dalle nostre parti, ed un videoclip promozionale di un gruppo rock emergente.

 

-In definitiva parlaci di te come persona… che tipo sei?

-In questa intervista è emerso molto di me e ti ringrazio della chiacchierata, non mi sono mai aperto così tanto, di solito mi tengo tutto dentro, esporsi nel nostro mondo è deleterio. Ho messo il cuore in questa intervista come del resto quando scrivo o dirigo un film. Il cuore e la passione vengono prima della tecnica, se non c’è passione si spegne la storia. Sono una persona che ha le idee chiare di cosa vuole fare da grande e sono determinato a percorrere questa strada anche se mi è costato molto in termini affettivi. Ho dovuto chiedere aiuto ad Ismaeell il demone perché ho dovuto liberarmi di pesi inutili e di tutte le persone che mi hanno remato contro e che tutt’ora non capiscono il mio modo di essere. Persone che mi denigrano, mi snobbano, che cambiano strada solo perché non accetto più di farmi condizionare la vita. Perché ho scelto di vivere la mia vita non più preconfezionata. Dovevo svuotarmi per liberare la mente ed il cuore e riempirli di storie da raccontare e per lavorare serenamente. Non  credo ne alla fortuna ne al destino, sono convinto che ogni situazione in cui ci possiamo trovare è la risultante di una serie di circostanze che noi stessi abbiamo creato e che ci hanno portato al punto in cui siamo della serie se semini bene ……….. quindi sono determinato più che mai a realizzare il mio progetto e di conseguenza mi muovo perché questo avvenga. Non ho mai contato su nessuno, tutto con le mie forze e non sono mai sceso a compromesso perché so dove voglio arrivare e non posso perdere tempo. O con me o contro di me, poche spiegazioni. Non mi piace aspettare per me il discorso è semplice progettiamo insieme, partiamo con la realizzazione e si termina nulla di più. Amo il mio lavoro, mi piace scrivere storie, metterle in scena  mi emoziona e mi fa sentire vivo e credo che sia questo il mio modo di lasciare un segno del mio passaggio in questa vita. In effetti quando mi chiedono se sono soddisfatto e felice della mia vita la mia risposta è una sola “Sono felice solo dietro una macchina da presa!”. Riconosco con umiltà di aver appena iniziato, c’è tanta gente più brava e competente di me che mi può insegnare; non mi sento superiore a nessuno e forse il mio carattere forte viene scambiato per superbia ed arroganza ma non è cosi. Sono stato costretto a costruirmi una corazza per difendermi ma dentro sono molto vulnerabile.

 

 

 

 

-Cosa diresti ad un ragazzo che ti chiedi lumi per iniziare una carriera nel Mondo dello Spettacolo?

-Questo mondo è troppo chiuso, poche opportunità di affermarsi. E’ la cruda realtà, fatto di competizione, pugnalate e tante bugie. Non lo dico per smontare l’entusiasmo ma per prepararlo a quello che lo aspetta. Dovrei dirgli che è tutto bello e si diventa subito famosi è ricchi? Tutte storie. Se conosci vai avanti altrimenti ci metti un eternità. Sono schietto anche troppo ma lo vivo tutti i giorni. Se sei un nome si aprono i portoni altrimenti devi “scassinare la serratura”. Come? Innanzi tutto la determinazione a non arrendersi mai, circondarsi di persone che hanno fiducia in te e che sono pronte a sostenerti nei momenti difficili, ce ne saranno tanti l’ho provato sulla mia pelle. Eliminare completamente, soffrendo, tutte quelle persone anche amiche negative che ti riempiono la testa di sensi di colpa perché trascuri delle cose per seguire il tuo sogno. Andare dove ci sono più opportunità anche lontano dalla famiglia. Studiare, studiare e poi studiare ancora recitazione ci sono troppi ciarlatani che si passano per attori che vanno avanti solo per favori. Cercare una piccola casa produttrice come la futura Kira Film Verolengo che invece vuole investire nei talenti perché vuole diventare la talent scout di giovani attori. E se invece, come sto facendo io, non trovi il tuo spazio: be prenditelo con prepotenza costruendoti una tua casa di produzione o scrivendo una storia, trovando il modo di produrla e poi provaci senza risparmiarti.

 

-E a chi ti segue e sostiene vuoi dire qualcosa?

-Grazie di cuore, sono in molti che mi seguono e spesso ricevo parole buone che mi danno coraggio, non sono certo un supereroe, alcune volte ho pensieri negativi e di sconforto ma sapere che c’è qualcuno che tifa per me mi aiuta parecchio. Senza i miei fans non sarei qui Davide!

 

-Sicuramente! Grazie mille Luigi per l’interessantissima chiacchierata!!!

 

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