“Papà ma quella è Mary Poppins!” esclama entusiasta Tommaso

“Sì è proprio lei. O meglio è la stessa persona che interpreta un altro personaggio.”

“Però canta sempre come Mary Poppins!”, insiste Tommy.

“Sta insegnando a quei bambini l’uso delle note musicali. Non vedi come l’ascoltano rapiti e felici? In questo modo i bimbi imparano più facilmente, divertendosi anche.”

“Papà allora è per quello che anche tu canti sempre?” continua Tommaso.

“Io canto spesso perché mi piace e mi fa sentire bene. Poi è vero che a scuola, per ricordare a memoria le poesie, le cantavo con melodie che inventavo, perché mi risultava più semplice, un po’ come nel film.”

“Dopo cantano anche Supercalifragilistichespiralidoso?” interviene tutto eccitato Nicolò, capace di pronunciare perfettamente quella parola difficilissima.

“No, Niki, quella è un’altra storia.”

“Allora non ci sono i pinguini che cantano e ballano?”

“Qui ballano e cantano solo i bimbi con Maria, tra quelle splendide montagne.”

“Sembrano le montagne di Heidi!” afferma con una certa competenza Tommaso.

“Beh, siamo lì!” replico.

“Possiamo andare anche noi a quella montagna, prendere il treno e cantare e correre sul prato?” continua Nicolò.

“Si potrebbe andare, in fondo non è molto distante da qui.”

“Possiamo incontrare anche Daitarn e Reika?”

“No Niki, loro sono un po’ più lontani!”

“Adesso me la canti tu quella canzone?” domanda ancora Nicolò

“Dopo la suoniamo al piano.”

“E quando possiamo vedere tutto il film?” riprende Tommy.

“Non appena hai finito di vedere la partita di Holly contro Mark Lenders che dura già da venti puntate!” replico.

Così hanno reagito i miei due bimbi (Tommaso 6 anni, Nicolò quasi 4) al vedere un paio di volte su You tube questa scena.

Ricordo di aver visto questo film per la prima volta a scuola quando ero in terza elementare. Ne ero rimasto entusiasta, soprattutto per questa scena, per me carica di una gioia irrefrenabile, anche perché unisce alcuni elementi che all’epoca significavano un po’ tutto: diversi fratelli con cui giocare, il cantare e la montagna. Manca la bicicletta, ma poco più avanti i bimbi e Maria fanno anche quello, cantano in bici. La rappresentazione perfetta ed ideale della gioia, secondo il mio punto di vista di bambino (ma mi sa che sotto questo profilo non sono molto cresciuto, dal momento che ancora spesso e volentieri fischietto in bicicletta). In classe ero stato uno dei pochi ad amare il film. Sinceramente però mi era interessato poco il fatto che gli altri miei compagni l’avessero trovato noioso e pesante, troppo cantato. Poi ogni Natale il film passava in Tv e io, per caso o volutamente, lo rivedevo tutte le volte. Ed avevo sempre il medesimo entusiasmo. Questo film mi faceva stare bene. Ed anche adesso, rivedendo per la millesima volta questa scena, ho le stesse identiche impressioni. E’ incredibile come certe sensazioni che ti catturano da bambini non subiscono il trascorrere del tempo. E poi c’è Julie Andrews, viso solare e sorridente, modi gentili ma determinati. Una presenza magnetica, fantastica.

Mentre sono preso in queste mie riflessioni, vedo al computer che mi arriva un messaggio in posta. Forse leggendomi nel pensiero, Database amichevolmente mi scrive: “Stefano ricordati che il post è per “Il vocabolario dei sentimenti” non per “I bambini li guardano”.

Hai pienamente ragione Data, ma questa volta ho voluto fare un mix tra le due rubriche. Il sentimento in oggetto mi ha ispirato così. Ti aggiungo anche che, giusto per non farmi mancare nulla, sono stato pure un po’ più lungo del tradizionale standard. La settimana prossima, prometto, torno nei ranghi. Mi raccomando, però, non irritarti...quello è il sentimento di settimana prossima!

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