Sedendo (sedimentando, rimestando, e altri gerundi fichi) e (ri)mirando: “Twin Peaks-3”, ovvero: tra un ritratto di Kafka e quello di un'esplosione nucleare appesi alle pareti.
Considerazioni e appunti sparsi sui primi 6 episodi di “the Return”.




La curiosità è cagione immediata del piacere che si prova vedendo una campagna, ma non di quel desiderio che questo piacere sia senza limiti. Eccetto in quanto ciascun desiderio di ciascun piacere può essere illimitato e perpetuo nell’anima, come il desiderio generale del piacere. Del rimanente, alle volte l’anima desidererà ed effettivamente desidera una veduta ristretta e confinata in certi modi, come nelle situazioni romantiche. La cagione è la stessa, cioè il desiderio dell’infinito, perché allora in luogo della vista, lavora l’immaginazione e il fantastico sottentra al reale.
Giacomo Leopardi – Zibaldone di Pensieri (di Varia Filosofia e di Bella Letteratura) – 1817-1832
Ora, senza mai perdere di vista l'eccellenza, o perfezione, in ogni punto, mi chiesi: "Fra tutti gli argomenti malinconici, qual è, secondo il concetto universale dell'umanità, il più malinconico?" La Morte, fu l'ovvia risposta. "E quando" mi dissi "è più poetico questo argomento, fra tutti il più malinconico?" Dopo quanto ho già abbastanza ampiamente spiegato, la risposta, anche qui, è ovvia: "Quando è più strettamente congiunto alla Bellezza: dunque la morte di una bella donna è, indiscutibilmente, l'argomento più poetico del mondo, ed è ugualmente fuor di dubbio che le labbra più adatte a tale argomento sono quelle di un amante privato dell'amata".
Edgar Allan Poe – la Filosofia della Composizione – 1846
My family, my friend. I have crisscrossed this great land of ours countless times. I hold the map of it here, in my heart, next to the joyful memories of the carefree days I spent as a young boy here in your beautiful town of Twin Peaks. From Alexandria, Virginia, to Stockton, California, I think about Lewis and his friend Clark, the first caucasians to see this part of the world. Their footsteps have been the highways and byways of my days on the road. My shadow is always with me. Sometimes ahead. Sometimes behind. Sometimes to the left. Sometimes to the right. Except on cloudy days or at night.
Wally "Brando" Brennan – 2016
“Il film è mio, e ci metto tutti i gufi [*] che voglio.” – David Lynch
[*] O conigli, cup of coffee, vanghe dorate, fette di torta di ciliegie, Dougie...
Spero che Lynch non infarcisca il tutto di deus ex machina ad ogni passaggio e svolta...saturando la sua creatura sino all'inverosimile di garmonbozia e sarchiaponi, in un loffio finale (finale?) lindelofiano...
mck – Crocifisso in Sala Mensa – 2017
“1-1-9!” – un Angelo Custode





Six figures..., staticità, ripetizione, the alphabet, ansia, tensione, the grandmother, follia, sospensione, eraserhead, surrealtà, sofferenza, rabbits in dumbland, panico, (de)frammentazione, estasi, blue velvet, coerenza, dolore, lost highway, ossessione, reciprocità, mulholland drive, liberazione, sarcasmo, inland empire, evoluzione, angoscia, ...getting sick.
Per un quarto di secolo, Bob e (gl)i (g)ufi, in girum imus nocte et consumimur igni…



Coffee! C'è sempre musica nell'aria...e s'incendia... Eamon Farren, della schiatta Horne {Ben e Jerry, da bravi conigli di Dallas-Dinasty [Lynch è il primo (capace) a prendersi in giro: basti ricordare i continui, persistenti riferimenti alla, per l'appunto, tv più becera, inconsistente, inutile, respingente...], recitano una parte, la loro, da soap opera, didascalizzata oltremisura volutamente sino all'estremo e allo stremo dello spiegone riepilogante e puntosituazionante in stile Space Balls}, 33% Chris Walken, 33% Willem Dafoe, 33% Dennis Hopper (Frank Booth, Jr.!) e un 1% di the Arm. Qualcuno ha preso il posto di Phillip Jeffries a Buenos Aires (o in qualche altro ascensore: la sua è una figura cardine che striscia, disperso in Argentina, raccogliendo i frutti delle briciole disseminate in questi 25 anni) e sta tramando attorno a Cattivo Cooper, il quale, riflettendos'in trasparenza come ogni bravo Gatto del Cheshire passato al Lato Oscuro, saluta Bob per noi, regalandoci un makeup-sorriso (un momento protratto di cangiante, mutevole, appar(ten)enza nella penombra dello specchio) frutto di dissolvenze incrociate con l'extra-diegetico defunto Frank Silva sempre ghignante e in cerca di nutrimento stillato dalla disperazione [25 anni sono tanti: 6 episodi, quasi altrettante dediche di morte: (oltre al già citato boB) “In Memory of” Catherine Coulson, Don S. Davis, Miguel Ferrer, Marv Rosand... In attesa di David Robert Jones, “See you soon, old friend”: cinema mortuario, mai così vitale...]. Da qualche parte nelle Black Hills southdakotiane di “DeadWood” il corpo di Garland Briggs, scoperto parafrasando la Fuck-Scene di “the Wire” in Oh-Oh-Scene, ha contribuito a golemizzare Dougie [“You've lost weight!”, gli rinfaccia e imputa – e quel tono vale pagine e pagine di descrizioni ambientali e di pregressi relativi ai personaggi: una pennellata alla Cezanne e la vita di coppia è disegnata / inquadrata – la moglie che pure ha le fattezze e le movenze di una angelo, Naomi Watts; mentre, più tardi, il figliolettastro gl'insegnerà da capo (dammi il cinque!, ben fatto!, bravo!) com'è che si sta a tavola: "Take Five" by Dave Brubeck]. Al Bang! Bang! Bar “James is still cool” - “He's always been cool”, ed è come se fosse per sempre un “for the first time”: e infatti, ecco, la carrellata, violenta e retorica (il main theme di Laura Palmer), verso Bobby (la sua lacrimante commozione è la nostra, ed è un piacere lasciarci irretire e muovere al pianto). Madeline Zima muore, Nicole LaLiberte anch'e pure, Jennifer Jason Leigh appare, Ashley Judd apr'e chiude una porta, Meg Foster presta gli occhi al cambio spiccioli, David Duchovny in tutto questo tempo non ha fatto altro che californicare, altro che X Files. Poi: un consumato e splendido Tom Sizemore (e Jim Belushi, e Robert Forster), Harry Dean Stanton, il ragazzino rapito, ora ultra-settant'enne e senza nemmeno la compagnia di Alvin Straight, Balthazar Getty prestidigitatore della mala, uno strafatto Jeremy Davies, un Michael Cera nature… E Peggy Lipton + Madchen Amick = sempre più belle. Difficile, inoltre, riprendersi dalla visione di Elena Satine che sorride (non fa solo quello...ma non ci sono parole per descriverlo) dopo aver accompagnato "Dougie"-il Buon Cooper al cesso delle signore… Commozione finale assurda, in luce calante, al termine del 5° ep.: MacLachlan portentoso.

Il Buon Cooper, lasciato(si) alle spalle il dunesco panorama dell'Oceano-Solaris per entrare in una fortezza brutalista, e sostituito(si a) Dougie, il costrutto [e "the Return", oramai è "chiaro" ed “evidente”, è un riferimento al processo di reintegro nel mondo-reale (il doppelgänger in sincrono col behind the curtain: il mondo qua fuori è tanto bianco e tanto nero come nella Loggia) che il Buon Cooper è chiamato ad affrontare ed espletare], è - nel mondo-reale - assistito dal figli(astr)o, che sbatte le palpebre - come ci ricorda Yakov Perelman (non Grigori) - più lentamente abbassandole (scendono in 170 millesimi di secondo) e più velocemente alzandole (salgono in 85 ms). Tamara “Tammy” Preston, oltre a saper cantare (Chrysta Bell), sa anche camminare, e camminare… Il Dottor Lawrence Jacoby che indora (o, meglio: che out-dora, essendo en plein air) le vanghe arriva dritto dritto dall'iconicità vincegilligana (“Breaking Bad”) - ho già in ordine una vanga dorata (sotto certi aspetti mi sarà più utile del libro di Frost…) : “Shovel your way out of the shit!” -, così come il povero Dougie sembra la creatura nata da un incubo di “Legion” [N.Hawley, oltre ad essere egli stesso romanziere, ha letto più T.Pynchon di P(aul)T(homas)A(nderson), e, a proposito delle Teorie del Complotto e delle Cospirazioni, si veda o meglio si legg'ad ogni modo e comunque l'appen'adess'or ora citato “the Secret History of Twin Peaks” dell'Archivista Mark Frost, sorta di ponte tra le prime due stagioni di TP + “Fire Walk With Me” (e i relativi Missing Pieces) e questa terza]. "Similitudini" - forse troppo evidenti = perciò scontate = perciò non così scontate? - a parte, Amanda Seyfried sarà la nuova Laura Palmer? Personalmente la vedo-sento-percepisco (auspico) più come un carattere alla Audrey Horne, o, ancora, qualcuno di completamente divers(iv)o... Bella, concreta prova segno-significante (concreto attore in campo veicolante senso e significato) è il Sound Design (l'ambiente e il substrato fonici di TP3 sono un mondo a parte, e il sottoinsieme della sound-track - originale e preesistente - qualcosa di "definitivo", un sogno cadenzato... "Silencio"? Bang Bang!) lynchano (Cossacks...? Carsick!!!), uno dei maggiori dispositivi preponderatamente filmici (il regista di “the Elephant Man” e “the Straight Story” ha...orecchio, sin dai tempi di “Blue Velvet”, per ciangottii, sussurri, eco e risucchi musical/sonori), a cui s'aggiungono il montaggio romantico e a tratti (pre)potente (affidato al valido esecutore Duwayne Dunham), la fotografia (di Peter Deming: Lost HighWay + Mulholland Drive) che si fa strumento narrativo autentico (il blu appannato ed ovattato del “duello” tra Gordon Cole e Albert Rosenfield, che restituisce lo spaesamento in atto di fronte all'insondabilità del mondo e del prossimo) e le musiche, quelle originali di Angelo Badalamenti (per ora un repertorio sottotraccia, che riesce tuttavia ad insediarsi sottopelle) e quelle preesistenti, fantasmagoriche, a chiusa di sipario al Bang! Bang! Bar [Chromatics, Au Revoir Simone, Sharon Van Etten, Johnny Jewel (una sessione della sezione fiati da toglier'e levare ossessivamente il fiato), etc...]. E Silencio.
Diane. Chi, se non Nred Arual?!



È un crinale periglioso quello che si percorre gettando lo sguardo all'orizzonte tra confluenze ed influenze, ma…25 anni fa “Twin Peaks” ha aiutato a far esprimere il mezzo seriale (televisivo) al suo meglio, grazie a David Lynch [che si fidò - troppo - di ABC, dimostrandosi recidivo, ripetendo l'esperienza con Mulholland Drive (sia sempre lode a Studio Canal, così come a ShowTime, anche se un rilascio da bingewatching stile NetFlix sarebbe stato preferibile)] e al Mark Frost di “Hill Street Blues” [by Steven Bochco (“NYPD Blue”, con David Milch)], come solo “Oz”, in seguito (“Heimat” e “Berlin AlexanderPlatz” sono un “altro” discorso), e da lì a cascata e valanga [the KingDome, Angels in America, the Sopranos, the Wire, Mad Men, DeadWood (Rancho Rosa...), BoardWalk Empire...]...
ReCap: //www.filmtv.it/playlist/50919/e-le-fiscion--in-differita-dalla-x-factor-arena/#rfr:user-47656





"Così ero un pittore. Dipingevo e frequentavo l'accademia di belle arti. Non ero per niente interessato al cinema. Qualche volta andavo a vedere un film, ma dipingere era l'unica cosa che volessi veramente fare. Un giorno mi trovavo all'accademia di belle arti della Pennsylvania, in una grande sala da disegno. Avevo un dipinto per le mani, un giardino di notte. Predominava il nero, con piante verdi che uscivano dell'oscurità. Improvvisamente iniziarono a muoversi e udii un vento. Non ero sotto l'effetto di droghe! «Che meraviglia!» pensai. Così iniziai a chiedermi se il cinema potesse essere uno strumento per far muovere i quadri."
"I miei quadri sono tutti commedie organiche piene di violenza. Sono prodotti con violenza, devono essere oggetti primitivi e privi di ricercatezza. Così, a questo scopo, più che essere io, lascio che siano i miei impulsi a dipingere, e cerco il più possibile di non ostacolarli. (...) L'atmosfera dei miei quadri è piena di paura, ma c'è anche umorismo. È un umorismo che dice: 'Non è strano che ci siano cose del genere?' Però alla fin fine l'idea centrale dei quadri è il timore che la vita umana sia immersa nell'oscurità e nel caos. Di certo sono lì anch'io. Io vago nell'oscurità e nel caos."
David Lynch - fonte omogenea: //www.filmtv.it/playlist/693011/consigli-d-autore-12-da-luhrmann-a-menzel/#rfr:user-66097



I'll see you again in 25...years-days-hours… Meanwhile… Oggi, legge del contrappasso, cita, ricicla e reinventa (Matthew Weiner, David Chase, Terence Winter, Vince Gilligan, David Simon, Nic Pizzolatto, Noah Hawley, Alan Ball, Aaron Sorkin) quegli/questi 25 anni: perché la Stanza delle Stelle in “the OA” fa sorridere, al meglio, e in “American Gods”, “Legion” [Noah Hawley: a tal proposito, sogno un crossover con il deus ex machina “Leland Palmer” ultraterreno (in versione Sam Elliott by the Big Lebowski) proveniente dall'Antico Testamento di “Fargo-3”...] e “Twin Peaks” funziona? Perché nel primo caso l'intento è quello (nobilissimo) di raccontare una storia, nel 2° invece è quello di raccontare...un'ALTRA storia…
A suscitare interesse, soprattutto, è il dialogo (evidente) sulle modalità narrative (grammatica) e rappresentative (sintassi) di un racconto. Affermare che Lynch è una cosa a parte rispetto al flusso narrativo-figurativo (seriale) di questo quarto di secolo è miope e soprattutto commette torto verso Lynch, relegandolo in una loggia oscura per iniziati o, peggio, adoratori inconsapevoli e pasciuti di ciò.



Il pericolo - ed è sia il principale sia il più sottile -, con Twin Peaks, è quello della cosiddetta (da chi? Da me!) Belluria Regolamentata, ovvero: creo e dispongo delle regole che si scostano dalla realtà e attorno a quelle lascio insorgere e fruttificare un mondo compartimentato che solo in parte tenta di restituirci il nostro. “Game of Thrones”, che superficialmente è la serie meno vicina alla realtà, in verità è quella che la restituisce meglio: è un “the Wire” coi draghi [e coi nani: Tyrion Lannister rules; mentre in TP, "morto" uno, se ne fa un altro: Ike "the Spike"!]. E Twin Peaks ha qualcos'altro, oltre ai draghi…
Ma basterebbero i numerosi, puntuali, rigenerantisi riferimenti pittorici -{la sacra triade composta da Francis Bacon [figura (estratta), corpo, testa] - Edward Hopper (la gestione e il senso della Luce) - Alfred Kubin [espressione (astratta), corpo, testa] -- e alle loro spalle l'infinito altro: da Duchamp, Ray, Ernst, Richter…sino a Frank Stella -- è l'avamposto sulla quale Lynch imba-nd/st-isce il corollario della sinossi, uno dei tanti grimaldelli col quale scardinare il suo mondo, e la nostra testa}- per perdercisi dentro, definitivamente... Senza contare quelli cinematografici: S.Kubrick, A.Hitchcock, I.Bergman, J.Tati, F.Fellini, B.Wilder, O.Welles, W.Herzog... In specie per via del fatto che molti di questi nomi - tra i registi più amati da Lynch - hanno fatto dell'ingenuo, dello sprovveduto, dell'inadatto ("Dougie!", ovvero: Buon Cooper) uno dei caratteri più ricorsivi e ricorrenti nelle loro opere: Monsieur Hulot, Giulietta Boldrini, Henry Spencer, Jeffrey Beaumont, Kaspar Hauser, Bruno Stroszek... Aggiungo, di mio, Paul Thomas Anderson...

Pagine (il retaggio amerindo dell'agente Hawk ridotto a...un marchio di gabinetti) di Laura (e Teresa, e Ronette, e Madeline) dovunque...
E, in un limbo (altrove: "Is It Future or Is It Past?") ancora da esplorare-decodificare-conoscere, le sorti di Annie (e dell'anello-lasciapassare)...
••• PLAY- (col patrocinio e la supervisione del sempre amabile, cordiale, sobrio, amichevole, moderato - e ora anche dispensatore di toccanti tributi e teneri omaggi alla memoria storica della settima arte - Albert "Fuck Gene Kelly, You Mother Fucker!" Rosenfield) -LIST •••
the Muddy Magnolias - "American Woman" - 2015 [David Lynch (Slow) Remix] : la Versione Completa, e quella inserita nel film ("Please allow me to introduce myself / I'm a man of wealth and taste / I've been around for a long, long years / Stole many a man's soul and faith") : Chromatics (Ruth Radelet & soci) - “Shadow” - 2017 Au Revoir Simone (Heather D'Angelo, Erika Forster, Annie Hart) - “Lark” - 2007 The Paris Sisters - "I Love How You Love Me" - 1961 the Cactus Blossom - “Mississippi” Trouble (no, non quei Trouble, ma questi: Dean Hurley, Riley Lynch and Alex Zhang Hungtai) - “Snake Eyes” - 2017 Sharon Van Etten - “Tarifa” - 2014 Squeeze Tarela - "Uber Fresh" Johnny "Italian Do It Better" Jewel - "WindSwept" Bonus Track(s) - “Sycamore Trees” :
Jimmy Scott : https://www.youtube.com/watch?v=T8g_xpqjHKU
Chrysta Bell : A proposito di coerenza narrativa interna : E, per tutti quelli (lo so che ci siete, là fuori, e siete legione) che prima di TP non sapevano neanche pronunciare “DoppelGänger” : * * * * ½ - 9
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Sarà pure buttata giù di getto ma me la tengo cara,soprattutto perchè sto per rivedere la prime due stagioni e poi vedere questa recente registrata. Le tue riflessioni mi saranno sicuramente preziose
Il post in sé è un po' più meditato, il commento-monstre invece segue le linee guida del 'ndo' cojo cojo... ;-)
A tal proposito, e wikia-tp "docet", la ragazza del '56 non potrebbe essere, per questioni anagrafiche, né Mrs. Palmer né Mrs. Cooper...
Ripassare le due stagioni precedenti è imperativo, raccomanderei d'obbligo pure il recupero di "Fire Walk with Me".
Consiglio spassionato: riporre ogni aspettativa nel cassetto delle intenzioni e abbandonarsi al flusso - settimanale, nel bene e nel male - di questo "surrealismo" più concreto che astratto.
Un saluto, AnnaMaria, e grazie del salto.
Infatti Fire walk with me ce l'ho ma non so dove collocarlo , scusa la patataggine ma potresti darmi un consiglio?Grazie.
Molto succintamente, giusto 2 o 3 coordinate S/T, per evitare spoiler.
FWwM, girato nel '92, cioè un anno dopo il "termine" della (2a stag. della) serie madre (NON ci rivedremo tra 25 anni, ABC!), inizia un anno prima del ritrovamento del cadavere di Laura Palmer: Gordon Cole incarica gli agenti Desmond e Stanley d'indagare sull'omicidio di Teresa Banks, avvenuto a Deer Meadows, Washington. [...] MeanWhile: Phillip Jeffries appare-scompare-balugina a Philadelphia. [...] Un anno dopo, Laura Palmer e Donna Hayward, a Twin Peaks, Washington, discutono su chi sia più fico: Bobby Briggs o James Hurley. [...] La pellicola termina là dove la serie madre iniziava: il corpo nudo di una ragazza morta avvolto in un telo di plastica accarezzato dalle onde lacustri. Ronette Pulaski attraversa il fiume s'un ponte ferroviario...
Ma pure "Abraham Lincoln" [ http://www.hollywoodreporter.com/live-feed/twin-peaks-meet-man-behind-david-lynchs-new-nightmare-1018088 ]: come/dove diavolo li pesca??!
Per dire: "DJ/radio personality, music freak, guitarist, ski bum, ski instructor, card dealer, hiker, biker, and free thinker".
https://twitter.com/stewstrauss
Una delle mie obiezioni di fondo è che questo di Lynch non è un film. A meno che uno non lo consideri un serial a puntate alla stregua di “The Perils of Pauline”. Pur nella mia ignoranza di teorie cinematografiche, resto dell’opinione che forma, contenuti e strumenti di diffusione debbano essere legati da un rapporto di coerenza. Se Lynch prende i soldi da una emittente televisiva per fare una prodotto spalmato su 18 serate, credo di avere piena facoltà di giudicarlo come un prodotto televisivo. Una maxiserie, diciamo. Lui può affermare a Cannes, Lucca e qualsiasi altro luogo quello che gli pare, ma in televisione da giugno a settembre va. Partendo da ciò, e rifacendomi anche alle considerazioni su TP3 che più condivido trovate nella rete (qui il link: http://www.serialminds.com/2017/06/29/twin-peaks-3x08-recensione/) mi pare che pure come prodotto televisivo questo ciclo sia quantomeno discutibile. Anzi, non lo giudico neppure una fiction – se fiction è narrazione - e trovo scorretto che si sia rifatto alle precedenti serie. A Lynch premeva dire tutt’altro – qualcosa che gli frullava nella mente almeno dai dai tempi di “Inland Empire” - e quella mitologia è solo un espediente, la scusa, temo, con cui gli è furbescamente riuscito di ottenere mano libera da Showtime. E pazienza. Il guaio è che oggi ciò gli preme dire lo associa a una dilatazione estrema dei suoi stilemi. Ovvero, a una lentezza esasperata applicata a tutte le scene (pure a quelle che a un occhio non pregiudizialmente ben disposto trova inutili); una cripticità compiaciuta (cfr. lui che da attore dice serafico: “Ma che sta succedendo?”) e sprezzante dello spettatore; un sarcasmo che straborda (cfr, tra gli infiniti esempi possibili, gli “hello” a Las Vegas o il ragazzotto sproloquiante simil Marlon Brando figlio dei due poliziotti fessi – anche loro troppo sopra le righe). Ma ancora, pazienza. Perché varrà pure il senso di ciò che Lynch vuole dirci. Ma anche qui, cos’è se non sia una riproposta della faccenda gnostica di quant’è brutta la realtà, dominio del Male contro il quale il povero Bene poco o nulla può, se non sacrificare la Laura Palmer di turno? Si, ma le scene stupefacenti, le immagini psichedeliche, come leggo dappertutto, vuoi mettere? Il fatto è che il cinema, e pure la fiction televisiva, sono tutt’altra cosa che una sequela di belle immagini o scene. Kubrick, ad esempio, lo sapeva benissimo. Lui, che in sala ci andava, rischiando – btw, non volle mai avere nulla a che fare la televisione, palestra e pane invece per tutti gli altri registi della sua generazione che iniziavano – e lo spettatore lo rispettava, pure nel suo film più estremo, citato da Lynch, non abusò mai di cripticità. Anche senza avere letto i testi di riferimento di Clarke – o il suo romanzo uscito assieme al film - era assolutamente chiaro che 2001 raccontava la storia di una possibile evoluzione dell’umanità nell’ottica di uno spiritualismo laico. Tra l’altro, quando mi si viene a dire che per apprezzare il tale film uno deve conoscere vita, morte e miracoli del suo autore io istintivamente diffido. Uno approfondirà, se vuole, ma le cose belle e valide si impongono da sole. Comunque, sia chiaro: io non contesto il diritto di Lynch di fare ciò che vuole o di apprezzarlo da parte di chiunque. Ma va messo nel giusto contesto, chi oggi afferma che, dopo TP3, la fiction non sarà più la stessa sbaglia. TP3 non è fiction, quindi non inciderà per nulla sul futuro della narrazione per immagini televisiva. Se resterà agli atti, lo sarà come stravaganza autoreferenziale, forse apprezzata tra i cultori del surrealismo e del cinema sperimentale. E come ottimo esempio di marketing, naturalmente.
@lupito.
Sulle questioni tecniche.
Sono due approcci dicotomici, i nostri: pochi punti in contatto, molte divergenze. Ci sta.
"Satantango", "Heimat", "the Act of Seeing with One's Own Eyes", "Twin Peaks", "Oh! Uomo", "il Regno", "Six Figures Getting Sick", "Mad Men", "Sicilia!", "Berlin AlexanderPlatz", "the Tree of Life", "2001: a Space Odyssey", "Blue", "il Decalogo"...: cinema, televisione, installazione artistica: "TP3 non è fiction, quindi non inciderà per nulla sul futuro della narrazione per immagini televisiva": può essere, che non riesca/voglia incidere su alcunché, e non mi importa, che sia/non sia "fiction" (nel senso che intendi tu): importa il valore che assumono e rilasciano le singole opere.
"[TP è] un prodotto spalmato su 18 serate, [e quindi] credo di avere piena facoltà di giudicarlo come un prodotto televisivo": e invece no.
Hai il diritto di non apprezzarlo, ma non quello di sentirti tradito o ingannato. Sono errate le tue aspettative e i tuoi presupposti.
Da parte mia non mi aspetto, non pretendo, non "cerco" niente di nulla che debba seguire un canone o, peggio, una coerenza all'interno di un canone dettato da un mezzo di comunicazione artistica, di massa o no: se vale, bene, se non vale, pace.
Tu ti spetti un prodotto canonico, ovvero che ogni episodio abbia - pur nella sua trama orizzontale - un minimo di sviluppo verticale.
Bene, hai sbagliato prodotto cinematografico-televisivo: ci sono altre centinaia di serie da cui pescare, non farti del male fossilizzandoti su TP.
Ma il criticarlo perché non soddisfa quella presunta canonicità da seguire (pago-pretendo) è miope, fuorviante, sbagliato.
Tecnicamente TP3 è un film in quanto - non ho letto interviste, dati tecnici sulle date di realizzazione e pre/post-produzione o press-book, lo deduco dalla tipologia di montaggio - prima sono state girate tutte le scene, e solo poi, col materiale a disposizione completo, i singoli episodi sono stati montati senza tener conto di una scaletta/storyboard che li compartimentasse entro una cornice classica.
"Lynch prende i soldi da una emittente televisiva" : e ShowTime è ben lieta di darglieli (gli ascolti "bassi" sono i più alti mai registrati per ShowTime). Del resto lo affermi tu stesso, contraddicendoti, più avanti: "ottimo esempio di marketing".
Sulle altre considerazioni e "conclusioni" e preconcetti personali ("[D.L.] è furbescamente riuscito [a] ottenere mano libera da Showtime", "K., lui, che in sala ci andava", ergo: Lynch invece no, etc...), passo.
Su alcune altre frasi invece, se sono riuscito a ricostruirne il senso ("figlio dei due poliziotti fessi"), stendo un velo pietoso: se sei stato capace di scrivere una frase simile è - nella migliore delle ipotesi - perché non sai di cosa stai parlando: TP è così sin dalla prima stagione.
"Tra l’altro, quando mi si viene a dire che per apprezzare il tale film uno deve conoscere vita, morte e miracoli del suo autore io istintivamente diffido": hm, pure io, e quindi?
"Chi oggi afferma che, dopo TP3, la fiction non sarà più la stessa sbaglia": concordi con me, allora.
Non so cosa sia lo "spiritualismo laico".
PS. Ti prego, per questioni di fruibilità, se dovessi farlo, di inserire un commento in coda al tuo capo-commento e NON aprirne un altro più sotto, grazie.
Mi spiace che ti sia risultato così arduo ricostruire il senso delle mie frasi. Se ti può consolare, io ho fatto altrettanta fatica a capire molte delle tue. Ma basta, di ciò. Stendiamo entrambi un velo pietoso e stop. Per quanto mi riguarda, è stato l'ennesimo - e ultimo - tentativo di aprire un dialogo con gli appassionati di TP3. Ah, un consiglio: su questa pagina fareste meglio ad apporre la scritta: “For fans only".
"For fans only". Solita frase fatta, sterile, bambinesca e tranciante, che si commenta da sé. Non hai risposto a una sola delle mie obiezioni (ho criticato alcuni aspetti - soprattutto rispetto ai veri "fan", che non sono diversi dagli "hater" - di TP3, altro che fan, ma per chi non vuole o non sa leggere...), e per l'appunto pace, ce ne faremo una ragione. Fatta. Il cartello all'ingresso recita: tutti i lupito possono entrare, se - come sembrava da alcune parti del tuo commento - hanno qualcosa dire. Ma la porta non la sbatti, e quella è la direzione. Ciao.
La sintesi delle critiche (legittime, per carità di Bob!) che spesso raccatto in giro, è: "da fan di Twin Peaks non mi sta piacendo per nulla" (a cui qualcuno, per fare il figo, aggiunge un: "da lynchiano sì").
Ok, se qualcuno pensava che DL si sarebbe limitato a una mera riproposizione delle prime due stagioni (fan service, in pratica) significa che non conosce né ha mai compreso (per quanto lo si possa fare) l'arte dell'autore americano. Che è andato oltre (appunto, molti dimenticano o semplicemente non hanno mai visto FWWM: eppure è una tappa seminale!), evolvendosi ed evolvendo la materia, potendo godere di una libertà che certo non aveva avuto nel '90. Amen.
Ci sono centinaia e centinaia di altre serie altri film di più facili lettura e fruizione (roba for dummies).
Da bravi lumberjack/woodsman, con campo base al convenience store e sfruttando le frequenze della radio station di ftv, potremmo intonare anche noi un mantra ("This is the waaater, and this is the weeell. And the pen is on the taaable...") : "Hai il diritto di non apprezzarlo, ma non quello di sentirti tradito o ingannato. Sono errate le tue aspettative e i tuoi presupposti. Da parte mia non mi aspetto, non pretendo, non "cerco" niente di nulla che debba seguire un canone o, peggio, una coerenza all'interno di un canone dettato da un mezzo di comunicazione artistica, di massa o no: se vale, bene, se non vale, pace. Tu ti spetti un prodotto canonico, ovvero che ogni episodio abbia - pur nella sua trama orizzontale - un minimo di sviluppo verticale. Bene, hai sbagliato prodotto cinematografico-televisivo: ci sono altre centinaia di serie da cui pescare, non farti del male fossilizzandoti su TP. Ma il criticarlo perché non soddisfa quella presunta canonicità da perseguire (pago-pretendo) è miope, fuorviante, sbagliato". Magari funge, eh.
Una comoda sintesuccia, magari?! [faccetta sorridente]
"Guardatevi 24!". Faccetta satanica...
Sì, Legacy è improponibile
[ non questa, Legacy - https://www.youtube.com/watch?v=KODtp--tXSU
- stupenda]
Eh-eh, ok, ok, ma io mi riferivo anche agli altri..."23"... Va' ca te cognusi... Faccetta "Iddio sul monte Oreb".
Classico e banalotto, ma sempre divertente: https://youtu.be/Ej3waO0iZJE
Probabilmente l'ultima volta in cui, "consumato e splendido", l'ho visto recitare: in Twin Peaks 3 nei panni di Anthony Sinclair in quel di Las Vegas diretto da David Lynch.
Bringing Out the Conga!
https://youtu.be/yyDI7QJhy_o
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