Da venerdì 21 fino a sabato 29 aprile, avrà luogo a Udine la diciannovesima edizione del Far East Film Festival, la principale fonte di ricezione di cinematografia asiatica presente nel vecchio continente. Come vi avevo anticipato con un post riassuntivo delle puntate precedenti del festival - Far East Film Festival: La storia -, in questa edizione Filmtv.it sarà presente in una delle più prestigiose manifestazioni a carattere cinematografico organizzate sul suolo italico. Il FEFF è una vivace realtà, partita con coraggio e determinazione che nel corso del tempo ha saputo trovare una dimensione in grado di andare ben oltre i confini nazionali, seconda sola a Venezia per il suo appeal internazionale, richiamando una gran quantità di presenze asiatiche e richieste di accredito provenienti da tutta Europea. I numeri di questa edizione parlano chiaro: 83 titoli selezionati, provenienti da una scrematura su più di mille titoli visionati, 4 anteprime mondiali, 12 anteprime internazionali, 10 premiere da festival, 25 prime europee e 22 anteprime italiane. Questo folto numero di pellicole arriva dall’esplorazione di dodici realtà nazionali. Escludendo quanto presente fuori competizione, dominano la Corea del Sud e il Giappone con tredici titoli a testa, a seguire Hong Kong con sette, la Cina con sei, Taiwan con quattro, le coproduzioni Hong Kong/Cina, la Thalandia e le Filippine con tre, infine la Cambogia, l’Indonesia, la Malaysia, il Vietnam e il Laos sono presenti con un’opera.
Visti i numeri generali, passiamo a una rapida visione del programma, quanto mai aperto a influenze e sensibilità anche radicali. Per aprire le danze la sera di venerdì 21, è stato scelto il giapponese Survival family, una commedia in salsa road movie che parte da un improvviso black out elettrico. Non si tratta di un classico evento momentaneo e la famiglia Suzuki dovrà prendere delle contromisure per far fronte a una situazione del tutto inattesa. Il titolo è quanto mai consono a inaugurare le proiezioni, perché il Festival si propone come un’interruzione della normalità, un’immersione totalizzante che trasforma la rigogliosa Udine in un centro momentaneo di polarizzazione, con una proposta senza sosta.
L’idea è di sorprendere, uscire dai confini quotidiani imposti dalle abitudini, offrendo ciò che non ci si aspetterebbe mai di vedere, presentando luoghi dove tutto può accadere. Sono ormai quasi vent’anni che il FEFF è rinomato per la sua proposta di visioni estreme, anarchiche e spiazzanti, perseguendo un’anima predisposta all’inaspettato, a partire dalla brulicante realtà di Hong Kong, il vero detonatore di meraviglie cinematografiche che ha coadiuvato la nascita della manifestazione stessa. Direttamente dalle origini, ecco arrivare il simbolo della retrospettiva di questa edizione, intitolata Creative visions: Hong Kong cinema 1997-2017. Sono dieci i titoli presenti, tra i quali compaiono The mission di Johnnie To e Infernal affairs di Alan Mak e Andrew Lau, con la ciliegina sulla torta del restauro prodotto direttamente dal FEFF del leggendario Made in Hong Kong di Fruit Chan.
In aggiunta, la manifestazione ha anche un’anima industry che mette a contatto importanti personalità europee e asiatiche, con un Focus Asia che, in tre giorni di workshop, lectures e incontri, assume le sembianze di spazio concreto per guardare al futuro, coinvolgendo Spagna, Indonesia, Giappone, Francia, Taiwan, Italia, Brasile, Laos, Singapore, Finlandia, Serbia e Lituania. A parte una visione portata per natura a guardare avanti, progettando il futuro, il programma conta su un’offerta senza freni. Solo come esempio di questa vitalità, citiamo 52hz, I love you, presentato come il La La Land di Taiwan, Nail clipper romance, dove una teenager si nutre di taglia unghie Die beautiful, una commedia filippina transgender, The sleep curse, splatter firmato da Herman Yau, e l’action di ambientazione carceraria Jailbreak di Jimmy Henderson, un regista che, nonostante il nome, è italiano a tutti gli effetti, per la precisione milanese, semplicemente trapiantato in Cambogia. Infine, l’onore di chiudere le danze alle ore 20:00 di sabato 29 spetterà a Shock wave di Herman Yau, un esplosivo action drama con Andy Lau protagonista (e produttore).
E ancora, ecco i due Gelsi d’oro alla carriera di questa edizione: Feng Xiaogang, soprannominato lo Spielberg cinese, ed Eric Tsang, protagonista di grandi successi come Infernal affairs e Invisible waves e presente al festival con Kung-fu yoga, dove affianca Jackie Chan, e il drammatico Mad world. Due sono le sedi adibite per assistere a tutte le proiezioni e incontrare il folto gruppo di ospiti (qui l’elenco completo): l’imponente Teatro nuovo e il Visionario (nei rispettivi link trovate le programmazioni). Nella prima, e principale, sede è un fuoco di fila, con spettacoli dalle 9:00 di mattina fino, salvo un paio di eccezioni, a notte inoltrata, con pause ridotte all’osso. Per coloro i quali non potranno essere presenti, potrete trovare alcune impressioni direttamente su queste pagine, per chi invece avrà l'opportunità di essere sul posto, potete contattarci qualora vogliate condividere visioni e opinioni dei film in diretta.
Per qualsiasi ulteriore informazione: Far East film Festival
Canale youtube: Visionariotube
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta