[ Nota di (non) pre-avvertimento : per la natura stessa della serie è alquanto difficile ed assai improbabile se non proprio del tutto impossibile spoilerare alcunché. ]
“La Terra è l'unico pianeta del Sistema Solare a non essere intitolato a un Dio.”
In attesa di “American Gods” by Neil Gaiman & Bryan Fuller…
“Legion” sembrerebbe il frutto della mente di David O. Russell, se David O. Russell fosse un grande regista.
Ep. 1 - scritto da Noah Hawley e diretto da Noah Hawley.
Ep. 2 - scritto da Noah Hawley e diretto da Michael Uppendahl.
Ep. 3 - scritto da Peter Calloway e diretto da Michael Uppendahl.
Ep. 4 - scritto da Nathaniel Halpern e diretto da Larysa Kondracki.
“Chi siamo, se non le storie che ci raccontiamo?”
Perché se vi siete odiati apprezzando anche in seppur minima parte “the OA” potete stare certi che ciò non avverrà se vi farete catturare dal flusso frammentato e poliedrico (ma sotto sotto monolitico) di “Legion”, l'ultima pseudopodica ma indipendente appendice nata dall'universo Marvel, con la produzione esecutiva di Stan Lee, che coordina il suo cosmo da lontano-fuori, e Bryan Singer, che ancor più far-far away non è messo nelle condizioni di far troppi danni?
[ Dan Stevens - ... ]
[ ... - David "Legion" Haller ]
“Hei! Se impari a controllarlo diventerai un tipo cazzuto di prima classe.”
Perché i variegati multi-universi Marvel (e DC Comics)
– premettendo sempre il fatto che la creatura traslata da Noah Hawley ["Fargo"] dalla penna e pennello, matita e pastello di Chris Claremont e Bill Sienkiewicz rimane e resta cosa-a-sé
-{ l'apparente schizofrenia paranoide, malattia "diagnosticata" di cui sembra essere affetto-afflitto il protagonista - diagnosi semi-errata dedotta da una multiforme sintomatologia eterogenea (la telepatia, la telecinesi, il teletrasporto, la capacità di dare forma e sostanza organica alle sue varie personalità) -, è abitata, architettata e plasmata da un apparato di riferimenti postmoderni (ma come si vedrà non massimalisti) di una peculiare omogeneità sui generis riconoscibilissima: dalla nomenclatura (a ClockWork Orange, Syd Barrett, Henry Kissinger…) alla messa in scena [ regia, sceneggiatura, fotografia (Dana Gonzales e Craig Wrobleski, da “Fargo”), scenografie, montaggio, recitazione (oltre agli attori presentati iconograficamente in questa pagina...
[ Rachel Keller (direttamente da "Fargo-2") - Sidney "Syd" Barrett --- E si, "She's a RainBow", lo dicono i Rolling Stones e con loro qualsiasi essere umano, animale, vegetale e minerale sulla faccia della Terra ]
...vanno a comporre e a completare il cast Jean Smart, anche lei reduce da “Fargo-2”, Mackenzie “the Eye” Gray - una via di mezzo tra Art Garfunkel e John McEnroe versione Out of Hell -, Katie Aselton, Bill Irwin, Amber Midthunder, Jeremie Harris, Scott Lawrence, Hamish Linklater...), costumi, trucco, musiche (Jeff Russo, da “Fargo”, sempre più impressionante. E in aggiunta quelle non originali: the Who, the Rolling Stones, Jane's Addiction, Talking Heads, Serge Gainsbourg, Robert Plant, Feist, Sonny Simmons...), produzione, effetti speciali...] è un unicum }-
rispetto al main-stream dell'universo-madre (per dire: gli Spider Man di Sam Raimi, Marc Webb e Jon Watts sono - tecnicamente - appartenenti ad un unico flusso spazio-temporale, pur rebootizzato, più di quanto “Legion” possa dirsi parente anche solo alla lontana dello Stan Lee & C.'s world) –
non hanno alcuna pretesa - a grandi linee - di interagire con la Realtà politica, economica e sociale.
[ Aubrey Plaza - Lenny Busker ]
"Come trovi i fatti quando i tuoi ricordi diventano sogni?"
E questo è anche l'unico, vero, grande, importante, enorme, inestinguibile punto in comune e di contatto tra le saghe Marvel (e il discorso vale anche per la DC Comics) e “Legion” : parlano dell'essere umano virato in assoluto, ma non del contesto in cui è immerso (o lo fanno in maniera superficiale, basica, elementare) : e, paradossalmente, ma non troppo, questa unica somiglianza tra il MultiMediale Universo Espanso Originale e la creatura di Noah Hawley riceve la sua confutazione nel momento in cui “Legion” risulta essere l'opera d'arte commerciale degli ultimi anni che più riesce a compenetrare e a restituire la forza di quel capolavoro ch'è “la Fortezza della Solitudine” di Jonathan Lethem.
[ Noah Hawley style - touch ]
[ Clicca sulla fotografia (↑↑↑) se anche tu, oltre a Jemaine Clement, vuoi ballare sulle note di "UnDiscovered First" e la voce di Leslie Feist ]
[ Here ]
[ the World's Angriest Boy in the World ]
Appartenendo a quel gruppo di persone al mondo che, 1, conosce superficialmente gli universi Marvel (e DC Comics), e, 2, non gliene potrebbe fregare di meno, posso affermare che "Legion" - grazie senz'altro e soprattutto se non unicamente al suo creatore e showrunner Noah Hawley (che ha traslato dal vasto materiale di partenza e ri-scritto ex novo una sceneggiatura viva(ce) e solida e ha scelto cast & crew) - merita attenzione : è un post-incunabolo (in senso archetipico) del palinsesto (nell'accezione filologica del termine) supereroistico che si sgancia tanto dal mondo fittizio quanto da quello reale : insorge la propria mitopoiesi, si emancipa dal costrutto retorico che lo ha generato, e svetta.
Il post dedicato alla seconda parte di questa prima stagione di “Legion” lo trovate qui: //www.filmtv.it/post/34365/in-serie-38--blegionb-stag-1-p-22-ep-5-8--indossa-un-volto-u/#rfr:user-47656
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