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E tanti saluti al giorno del Cinema
di lino99
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Tutte le cose belle finiscono, e ieri anche l'iniziativa che è riuscita a trasformare in Santo Stefano dei mercoledì qualunque sembra proprio che non proseguirà nei prossimi mesi. Un vero peccato, a tal punto che uno studente universitario ha perfino scritto una lettera di petizione per esortare il ministro Franceschini a prorogare questa specie di "festa" per cinefili e non. Pertanto se anche voi come me volete farvi altre maratone almeno nei prossimi 4 mesi (visto che la richiede fino a giugno) vi invito a firmare la petizione che trovate in questo sito (gratis): http://click.exacttarget.change.org/?qs=909989687a2fa79b5904c470b0e81ccb5359eeefeb522e3883aca6369798230a9528a1e7a492996ae1f5c5f2c3929f2b058a31d5d7

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Spero davvero che lo sconto non finisca qui. Altrimenti sarà più difficile trascorrere giornate come questa (il portafogli piangerebbe):

Come al solito gli studi classici che continuo a maledire e ad amare allo stesso tempo hanno messo in dubbio la mia tipica serata del secondo mercoledì del mese, anche se ero pronto a tutto pur di non perderla: ma grazie a Dio la nottata in bianco me la sono risparmiata e le sottolineature sul libro di greco si sono svolte alla stazione e sul treno del ritorno da scuola. E indovinate un pò...tutta la fretta e l'ansia di non finire in tempo per poi sentirsi dire la mattina dopo: "Interrogo la prossima volta, oggi spiego". Pazienza, l'importante è essere arrivati al cinema di Maglie (LE) addirittura mezz'ora prima del primo spettacolo alle 17:30 per non rischiare di rimanere senza posto, dato che in questo lasso di tempo entrava e usciva molta gente (anche per pagare il film proiettato 5 ore dopo). Sala tranquilla per:

SMETTO QUANDO VOGLIO-MASTERCLASS

Il Sequel della sorpresa italiana del 2014 "Smetto Quando Voglio", una pellicola con un cast corale, una fotografia acida con prevalenza di colori tendenti al giallo e al verde e una trama che richiama la celebre serie tv "Breaking Bad", nonché una regia esordiente del giovane Sydney Sibilia. Una ricetta vincente che ha prodotto una commedia gustosa, attuale e innovativa per il cinema nostrano, ultimamente risvegliatosi grazie soprattutto al sapiente lavoro del produttore Matteo Rovere, che ha diretto anche un'altra pellicola fantastica, "Veloce come il vento". E Sibilia si mostra piuttosto ambizioso, poiché non solo è riuscito a realizzare un sequel, ma ha persino in serbo un terzo capitolo (SQV-Ad honorem). Fino a qui, almeno secondo me, si può affermare che il distico è una miscela riuscita di risate, thriller e azione, ma soprattutto di cultura, visto che i protagonisti sono tutti dei luminari emarginati dalla società e, consci del loro precariato o dei lavoretti con stipendio da fame, formano una banda per fare fortuna diffondendo nelle discoteche una nuova droga legale. Le cose ovviamente non procederanno come previsto e i membri si renderanno conto che non è facile "smettere quando si vuole". In questo secondo episodio avranno però un'occasione per riscattarsi e in accordo segreto con la polizia dovranno trovare 30 nuove "smart drugs" per avere la fedina penale pulita. A cominciare dagli attori la pellicola vince: il capo Pietro Zinni, neurobiologo riservato e insicuro negli attegiamenti, è interpretato magistralmente da uno dei migliori attori italiani in circolazione: Edoardo Leo, famoso soprattutto per “Perfetti Sconosciuti” e altre commedie recenti come “Noi e la giulia” e “Loro chi?”. Poi troviamo attori considerati secondari ma che al contrario di molti film americani riescono a emergere e ognuno viene caratterizzato adeguatamente: Stefano Fresi, chimico che diventa schiavo dei suoi stessi “prodotti”, offre un’altra performance notevole, tra isterismi e urladi disperazione (da ricordare tra le altre la scena iniziale dell’incidente che lo vede coinvolto, semplicemente sublime col sottofondo lirico); infine, da Sermonti a Calabresi (esilarante dopo la distruzione di un bene culturale), da Aprea a De Rienzo (curiosissimo), tutti regalano personaggi indimenticabili e, perché no, carismatici. Tra le new entry da segnalare la bravissima Greta Scarano e il napoletanissimo Giampaolo Morelli, uno dei tre nuovi “cervelli” della banda. Con una trama intrigante e passaggi del testimone tra scene da morire dalle risate e avventurosi inseguimenti alla Indiana Jones, il franchise funziona alla grande e non può far altro che trasmettere trepidazione per il prossimo capitolo che, vi assicuro, renderà la situazione un po’ più pesante.

La dimostrazione che il cinema italiano sa ancora stupire. Voto: 8 e mezzo.

 

E passiamo allo spettacolo delle 20:00,

orario che rende la situazione di affollamento nel multisala molto più seria di prima: le casse, i tavolini e i divanetti sono tutti occupati e il Festival di Sanremo sta perdendo molti spettatori. Ma la cosa brutta o bella, dipende dalle diverse “percezioni” (scusate la citazione di Spinoza, ho appena finito di studiarlo), è che alla porta della sala in cui dovevo sedermi e avevo pagato il biglietto due ore e mezzo prima, ancora chiusa, era assediata già da più di venti spettatori (ed erano le 19:40). Sala completamente piena e poliedrica: quelli che tossiscono sincronizzati, quelli della mia età che ridono per qualsiasi cosa e non ce la fanno a stare zitti (se non dicono la loro minchiata non sono contenti) e i santi uomini che zittiscono, ma che all’intervallo rischiano atroci vendette. Dunque secondo film, altra piacevole esperienza:

SPLIT

M.Night Shyamalan è un regista molto discusso. E’ considerato da molti un maestro del thriller e i suoi marchi di fabbrica sono i colpi di scena finali, tra i quali è indimenticabile quello de “Il sesto senso”, considerato il suo capolavoro. Ciononostante una gran parte di pubblico considera le sue pellicole lente e salvabili solo per queste svolte finali inaspettate. E a mettere ancora più ambiguo il suo operato sono stati i suoi lavori di fantascienza “L’ultimo dominatore dell’aria” e “After Earth”, entrambi stroncati da critica e pubblico. Ma nel 2014, con “The visit”, il regista indiano torna alle sue origini “tese” e riconquista i suoi fan. Ora con questo nuovo lungometraggio ha confermato che lui deve fare thriller, nient’altro, dato che difficilmente si troveranno concorrenti ai suoi livelli. Qui, in veste anche, come (quasi) sempre, di sceneggiatore, dà vita ad una storia interessantissima, che già dall’inizio è in grado di trascinare lo spettatore in quel terribile incubo che si trovano ad affrontare tre adolescenti, due smorfiosette e un’emarginata: essere imprigionati in un luogo claustrofobico, che potrebbe trovarsi dall’altra parte del mondo o sotto casa, in compagnia di un uomo con il cervello un tantino affollato, considerando che ospita ben 23 personalità, tra cui uno ossessionato dalla pulizia, un bambino di 9 anni e un eccentrico stilista, che va/vanno e viene/vengono da una psicologa e fanno continuamente riferimento ad un nuovo membro di quel cervello che potrebbe risolvere molte questioni esistenziali. Ovviamente il primo merito va a James McCavoy, il Professor X della nuova trilogia degli “X-Men”, che compie un’interpretazione semplicemente spaventosa (nel senso buono), impressionando solo con giochi di sguardi, di mosse e di smorfie; ma si difende bene anche la Thomasin di “The witch” Anya Taylor-Joy, capace di trasmettere l’inquietudine della situazione. Un’inquietudine che insieme alla tensione diventa la parola chiave della pellicola, che si avvale di una ben riuscita costruzione della suspence, a tal punto da esplodere nel finale spaventoso e sospeso; infatti il sequel è assicurato e la scena dei titoli di coda MEZZO SPOILER lascia presuppore un Shyamalan Cinematic Universe che farà invidia a quei presuntuosi della Marvel.

Un’altra opera singolare dell’abile regista, che tiene incollati allo schermo per tutte le più di due ore di durata. Voto: anche a lui un bell’8 e mezzo.

 

Ma il bello della serata è circa alle 22:00, quando ormai non si riesce neanche più a camminare e le scarpe e le borse degli altri te le ritrovi costantemente e rispettivamente sui piedi e sulle braccia. Ma per fortuna Ficarra e Picone li avevo già visti qualche giorno fa e di conseguenza non avevo più film da vedere. E si va a vedere Sanremo.

Spero di avervi fatto leggere un bell’articolo e di avervi invogliato a passare al cinema interi pomeriggi…che possano prorogare il più possibile questa festa.

Alla prossima:)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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