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Oggi, 72 anni fa, il campo di concentramento di Auschwitz veniva liberato dall’esercito russo. Il 1° novembre del 2005 la risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite stabilì che il 27 gennaio di ogni anno si sarebbe tenuta la Giornata della Memoria per commemorare le vittime dell’Olocausto. Scrivo i numeri perché ogni volta vederli scritti fa pensare: furono uccisi 6 milioni di ebrei, 2 milioni di polacchi non ebrei, 1 milione di oppositori politici, tra 1 e 2.5 milioni di slavi, tra i 200 e i 500 mila Rom e Sinti, 250 mila disabili, 10 mila omosessuali,, tra 80 e 200 mila massoni e circa 5000 testimoni di Geova. A questi vanno aggiunti tra i 2 e i 3 milioni di prigionieri di guerra sovietici. Il totale - seconda dei conteggi - oscilla tra i 12 e i 17 milioni. 

 

scena

Austerlitz (2016): scena



Il cinema non ha mai smesso di raccontare e commemorare l’Olocausto: una miriade di opere, molte delle quali necessarie, alcune indispensabili. Da quando poi la Giornata della Memoria è stata istituita, il 27 gennaio è poi divenuto un appuntamento a cui il cinema si è sempre presentato puntuale: anche questa settimana sono quattro i film - tre documentari e uno di finzione - che escono in sala per l’occasione. 
Non ho dubbi sulla necessità di questa ricorrenza. Ma ogni tanto mi domando quale sia il pensiero generale e soprattutto quale sarà quello futuro. Dico una cosa estrema: arriverà il momento, con il passare del tempo - man mano che le memorie personali si estingueranno, i dolori familiari si attenueranno, le ferite sociali si rimargineranno - in cui pensare alla Shoah, sarà per qualcuno o per molti, come pensare a un evento storico da lungo tempo trascorso. Come il Risorgimento o come la Battaglia di Austerlitz. Non ci saranno più superstiti (sono ormai pochissimi) e la memoria da vissuto personale si trasformerà in fatto storico. Ci sarà allora - c’è già stato - chi penserà che sarà ora di lasciarsi alle spalle questo passato. 

Senz’altro alcuni dei film che abbiamo visti o che vedremo sono artisticamente o socialmente inutili: per alcuni ci potrebbe persino essere il sospetto che cavalchino la materia, quasi a sfruttarla commercialmente. In certi casi il dubbio l’ho avuto già, confesso. Ma non ho dubbi sul fatto che parlare dell’Olocausto resterà sempre necessario: per la sua portata simbolica, oltre che per quella storica. Per non dimenticare non tanto di cosa siano stati capaci i “bad guys” (la storia ne è piena e sempre lo sarà), ma per ricordare soprattutto di cosa siano stati capaci tutti gli altri: quelli che acconsentirono, che si girarono, che non videro, che non capirono. Per comprendere come intere nazioni chiusero gli occhi e si fecero trascinare nell’odio razziale. Quegli altri che potenzialmente siamo noi. 
Per questo, per me, pensare all’Olocausto significa soprattutto chiedermi: cosa non sto vedendo? Come i pesci di David Foster Wallace, quale acqua non so riconoscere solo perché vi sono immerso dentro da sempre?

Io cercherò di andare a vedere Austerlitz (appunto, che purtroppo ora è programmato in una sola sala, a Milano): perché penso che un documentario che osserva la trasformazione dei campi di concentramento in musei e attrazioni turistiche potrebbe aiutarmi molto a comprendere quale possa essere la direzione di questo mutamento che osserviamo. Del resto la Giornata della Memoria, a guardar bene, è già essa stessa un monumento e come ogni monumento rappresenta in qualche modo la distanza dal vissuto che rappresenta: "questa cosa è passata" è la scritta invisibile sotto a ogni monumento.
Voi invece che pensate? Che farete?

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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. siniscalchi
    di siniscalchi

    Ventisette gennaio, giornata della memoria, come avevo già scritto qualche ora fa è da quando ero bambino, da quando vidi il primo documentario sull’olocausto che evito accuratamente film e trasmissioni che ripropongano quell’orrore. Ciononostante non me ne dimentico.
    In carcere proponiamo sempre un film ai detenuti che un po’ meno scioccati di noi uomini liberi affrontano questa triste pagina di storia.
    Quest’anno lo shock però ce lo siamo presi io e qualcun altro, per fortuna dico anche qualcun altro, altrimenti mi sarei sentito molto disorientato.
    Dopo la proiezione di un filmato e relativa relazione di un paio di insegnanti, i docenti dell’Istituto d’Arte hanno organizzato un simpatico rinfresco con banchetto a base di rustici, dolcetti, Schweppes e Coca Cola.
    Questa giornata della memoria sarà difficile da dimenticare.

  3. Vispateresa
    di Vispateresa

    A chi non l'avesse visto, consiglio "L'uomo del banco dei pegni" di Sidney Lumet, con Rod Steiger. Lo vidi da bambina e mi lasciò un ricordo indelebile. Rivisto dopo 40 anni, ha ancora tutta la sua carica drammatica intatta.

  4. Utente rimosso (Alex_It)
    di Utente rimosso (Alex_It)

    La tragedia dei campi di concentramento è enorme; io personalmente sono stato a Oswiecim (nome polacco della località dove sorge il campo di concentramento di Auschwitz - Birkenau; Auschwitz è il nome che hanno dato i tedeschi e che è rimasto famoso come terribile nella storia), sono stato lì molti anni fa in occasione della giornata mondiale della gioventù a Czestochowa in Polonia quando c'era come papa il santo Giovanni Paolo II (grande papa); comunque tutte le persecuzioni quando arrivano a livelli così sono sempre tragedie e crimini contro l'umanità (quella dei campi di concentramento nazisti è solo una tra le varie accadute); in tali frangenti solo chi ha grande fede e carità può reggere e riuscire anche a perdonare, come san Massimiliano Kolbe, morto nel bunker della fame ad Auschwitz, e che si era offerto al posto di un altro prigioniero che poi, pensate si è salvato; consiglio a tal riguardo di vedere il film Vita per vita, che racconta abbastanza bene la vicenda. Come credente prego per le vittime che il CIELO le accolga in Paradiso e per i carnefici che possano essere giunti al pentimento e al ravvedimento. (Mi riferisco sia alla tragedia dei campi di concentramento nazisti sia alle altre vicende tra cui quelle odierne come quelle dell'ISIS che ha massacrato cristiani, yazidi e altri musulmani che non condividono la loro criminale ideologia). Speriamo che in avvenire tali tragedie cessino e non si ripetano più. (Vedi ad esempio Pol Pot in Cambogia e altri come Tutsi e Hutu in Africa, comunque citarle tutte sarebbe troppo lungo; a chi è credente invito a pregare per tutti vittime e carnefici e affinché cessino tali tragedie).

  5. marinaghe
    di marinaghe

    Io credo che non dimenticherò ne vorrò dimenticare un tale orrore a cui molti non hanno voluto vedere per impedirlo.Si fa presto a dire appartiene al passato,bisogna ricordare per evitare che in un futuro possano succedere delle tragedie così grandi.Si critica il razzismo ma come viene considerato il popolo tedesco?Molti paesi hanno messo in atto episodi di violenza contro i propri simili ma mai a raggiungere tale intensità.Io credo che neanche le generazioni future debbano dimenticare questi fatti anche se non li hanno vissuti e siamo noi a doverglielo insegnare.Un bellissimo film che mi ha veramente commossa è stato il Bambino con il pigiama a righe,nell'innocenza e nell'infanzia forse c'è la chiave di un futuro migliore...speriamo che sia così....

  6. ed wood
    di ed wood

    la giornata della memoria è un momento fondamentale, ineludibile, un'istituzione irrinunciabile...molti la criticano, tirando in ballo le solite sciocche argomentazioni ("eh ma la fanno perchè hanno alle spalle le lobby ebraiche"; "eh ma bisognerebbe ricordare tutti gli olocausti, anche quello dei bidelli rimasti senza gessetti"; "eh ma che senso ha ricordare solo un giorno all'anno" etc...). Questi non capiscono l'essenziale portata simbolica di una ricorrenza del genere: basta un solo giorno per avere l'occasione di rendersi conto di una tragedia storica, per illuminarsi, per cambiare o rinforzare le proprie idee, per acquisire consapevolezza. Soprattutto se a propiziare questa presa di coscienza ci sono film come "Il figlio di Saul" dello scorso anno, geniale e soffocante non-visione in soggettiva dell'orrore dei lager. Quest'anno non pare esserci un'opera dello stesso spessore, ma ciò non toglie che dopo lo scorso weekend si possa essere realizzato l'auspicio di avere qualche ex-antisemita in più su questo pianeta.

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