In toscana si usa così: mettere l'articolo davanti al cognome, che sia maschile o femminile. Forse questa usanza deriva dal voler rendere unico un cognome che spesso nei piccoli paesini come nelle grandi città, si perderebbe nell'anonimato delle omonomie. Ecco come nasce nel piccolo paesino di Narnali, alle porte di Prato, il Nuti.
Nome: Francesco
Cognome: Nuti
Nato a: Firenze
Il: 17 maggio 1955
Professione: attore, regista, autore cinematografico.
Figli: 1, Ginevra, nata nel 1999 dal rapporto con la sua compagna di allora Annamaria Malipiero.

La carriera del Nuti comincia seriamente quando alla fine degli anni '70 entra a far parte dei Giancattivi, un duo cabarettistico rimasto orfano del terzo membro. Alessandro Benvenuti e Athina Cenci sono i due comici toscani fondatori del gruppo. Il Nuti fino ad allora aveva calcato piccoli palchi di feste paesane, recitando monologhi scritti da lui stesso. Operaio di una industria tessile di Prato, viene notato dai 2 Giancattivi durante una festa dell'Unità a Calenzano. I Giancattivi tornano così ad essere un trio e approdano alla fortunatissima trasmissione televisiva “Non stop”.
La comicità del trio è raffinata e originale, ognuno dei componenti ha un ruolo ben preciso e uno stile personale. Il Nuti si distingue subito per le sue ottime capacità mimiche, ha un volto ammiccante, un sorriso disarmante unito a 2 occhietti furbi che lo rendono subito simpatico al pubblico (non solo quello toscano).
Dopo il grande successo televisivo, il gruppo si lancia sul grande schermo, e nel 1982, con la regia di Alessandro Benvenuti esce il film “Ad ovest di Paperino”, un film che tutt'oggi è un cult per gli appassionati del genere.
Ma il gruppo comincia a rimanere stretto ai 3 componenti, ognuno di loro ha una personalità troppo forte e ambiziosa e le loro strade si dividono. Inizia così la carriera solista del Nuti, e comincia col botto. Nel 1982, lo stesso anno di uscita di “Ad ovest di Paperino”, il Nuti è l'attore protagonista di “Io, Chiara e lo Scuro” di Maurizio Ponzi, il ruolo gli valse il Nastro d'Argento e il David di Donatello come miglior attore protagonista. Dopo essere diretto da Ponzi in altri 2 film, il Nuti si lancia come regista, girando nel 1985 “Tutta colpa del paradiso” con Ornella Muti partner femminile.
Da questo momento comincia la decade fortunata del Nuti, la sua svolta nel mondo dello spettacolo. Il Nuti inforca un successo dopo l'altro, riempiendo le sale dei cinema con commedie dalla comicità surreale, facendo leva sulle sue capacità mimiche e sulle trovate di tormentoni al limite del grottesco.
Sempre affiancato da attrici bellissime, che a volte gli rimanevano accanto come compagne di vita, il Nuti consacra la formula: “commedia>bella donna=incasso sicuro”. Forte del suo successo, nel 1988 il Nuti si cimenta come cantante al Festival di San Remo con la canzone “Sarà per te”, scritta dal fratello Giovanni.
I primi segnali del male oscuro per il Nuti si avvertono nel 1991. Francesco comincia ad avvertire i sintomi della depressione, sente la pesantezza del successo e il suo carattere testardo non l'aiuta a superare in maniera sana il brutto momento.
“Donne con le gonne” del 1991 va bene ma non benissimo al botteghino, nonostante questo il Nuti si ostina a mandare avanti il progetto di un film al quale tiene moltissimo “OcchioPinocchio”. Il film si rivela un flop colossale, il pubblico non lo capisce e rimane deluso dal comico toscano che diventa troppo criptico.
Il film è costato troppo, e gli incassi non bastano nemmeno a coprire le spese. Il Nuti comincia a bere in maniera preoccupante, diventa un alcolista. La sua deviazione alcolica gli costa cara. Gira altri 3 film alla fine degli anni '90, ma sono tutti scarsi come incassi e castrano definitivamente la carriera del Nuti.
L'attore toscano viene lasciato in balia delle sue crisi depressive, tenta il suicidio, beve molto, moltissimo, è aggressivo e molesto verso di sé e gli altri.
“L'alcool non è un vizio, è una malattia” dirà agli inizi del 2000, quando pare essere uscito dal tunnel dell'alcolismo. Il Nuti mette in piazza i suoi problemi, ammette di aver combattuto contro la depressione e cerca di rimettersi in carreggiata rivolgendosi ai vecchi compagni di un tempo. Con Alessandro Benvenuti allaccia la sua antica amicizia e collaborazione, che era stata interrotta in malo modo molti anni prima.
Per lui ho nutrito tre anni di odio assoluto. Tre anni di odio vissuto bene, bene, bene. Poi dopo, nel momento in cui con tanta difficoltà e molto dolore ho compreso l'importanza di Francesco non solo dal punto di vista artistico, ho saputo ringraziarlo. Il suo atteggiamento e le sue decisioni mi costrinsero a fare una dolorosissima riflessione sui motivi per i quali avevo perso il successo popolare e l' autostima. Se sono quel che sono e sono riuscito a fuggire dal mio inferno senza bruciature lo devo anche a lui. Il nostro riavvicinamento fu dolce. Avevamo rialimentato i nostri sogni giovanili: portare in scena Aspettando Godot. È mancato il tempo. Ed è un grande dispiacere”
Queste le parole di Alessandro Benvenuti rilasciate in una intervista su “Libero” l'11 gennaio di quest'anno.

Nonostante i buoni propositi del Nuti per sconfiggere la depressione, nonostante affermi che dal 2002 non ha più problemi di alcolismo, nel 2006 partecipa ad una intervista radiofonica su Radio 24 condotta da Giuseppe Cruciani, in cui l'attore è talmente ubriaco da non riuscire a portare a termine la trasmissione. Dopo pochi mesi da quella bruttissima esperienza, il Nuti cade dalle scale di casa propria, non è mai stato chiarito se per un incidente domestico o per l'ennesimo tentativo di suicidio.
Da allora l'attore toscano vive su una sedia a rotelle con danni celebrali e motori permanenti. Nonostante questi gravissimi deficit il Nuti cerca ancora di riprendere il suo cammino, aiutato e supportato dal fratello e dagli amici più fidati. Molte le iniziative e le manifestazioni in suo onore, con retrospettive dei suoi film, premi e riconoscimenti. Il Nuti è circondato da molto affetto, il suo pubblico pare non averlo scordato. Purtroppo le vicissitudini di questo sfortunato attore non cessano. Dopo essere stato malmenato per mesi da un badante, il Nuti riesce a lasciare un biglietto disperato in cui chiede aiuto. Torna in tv ospite di un paio di trasmissioni popolari per raccontare le sue terribili esperienze, ma le sue condizioni sono talmente al limite che vengono criticate duramente dal pubblico, e il Nuti torna nuovamente nel suo rifugio casalingo. Molti si sono chiesti se il Nuti fosse realmente in grado di intendere e volere riguardo le sue partecipazioni in suddette trasmissioni, o se la sua volontà fosse stata in qualche modo pilotata da chi gli stava accanto.
L'ultima terribile disavventura gli è capitata nel settembre del 2016, quando è nuovamente caduto dal letto riportando serie fratture craniche, per le quali è stato operato urgentemente a CTO di Firenze. Oggi il Nuti è ricoverato presso una struttura per lunghe degenze nei pressi di Roma, in questo modo è più vicino alla sua ex compagna e madre di sua figlia ormai diciasettenne, che da tempo voleva tornare accanto al suo babbo.
Auguro tutto il bene a questo attore, che ha pagato un prezzo salatissimo per il suo strepitoso e fulminante successo. Un successo che per molteplici motivi non ha saputo gestire e dal quale si è lasciato schiacciare.
Lascio questo post con "Puppe a pera", canzone che a volte mi capita di canticchiare e che mi fa sempre sorgere un sorriso tra me e me. Buona fortuna Nuti.
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Mi ha sempre colpita la parabola tragica del Nuti, molto simile a quella di tanti uomini e donne dello spettacolo colpiti dal demone della depressione e finiti male in vario modo. Forse una storia di successi rende fragili più delle persone comuni, il discorso sarebbe molto lungo e non possiamo affrontarlo qui. Resta la pena è una profonda pietas, se li ammiriamo, li seguiamo, li amiamo è per la forte carica simbolica che incarnano, quella in cui noi in qualche modo ci rispecchiamo. Grazie Alessandra per il ricordo.
Ho sempre ammirato l'attore e il regista (non ho ricordi invece del periodo con i Giancattivi, mi manca anche il film Ad Ovest di Paperino), lo ammiravo perchè era originale e le sue opere pur rientrando chiaramente nel genere della commedia non mancavano mai di trovate surreali e di un umorismo fine e mai volgare (per me un grande valore aggiunto).
Ho seguito sui giornali e sulla tv il suo lento declino, depressione, alcolismo, malattie che spesso trovano campo libero quando incontrano persone che si credono forti (del successo) mentre invece sono deboli e incapaci di gestire la grande popolarità.
Ricordo con orrore (vero orrore) la comparsata nello spettacolo domenicale di Barbara D'urso, non riuscii a vedere tutta l'intervista, un insieme di tristezza è rabbia per quello che gli stavano facendo davanti a tutti me lo impedì.
Francesco Nuti era un grande che si è perso per strada, purtroppo non è il primo e non sarà l'ultimo, la vita a volte può essere infame, come gli sciacalli dei programmi televisivi.
Non sapevo che fosse ricoverato a Roma, il mio auspicio è che vicino abbia delle persone che gli vogliono bene e che impediscano altri spettacoli indecorosi.
Grazie Maghella per questo ricordo :)
Ciao!
Ti consiglio vivamente di vederti "Ad Ovest di Paperino" ad oggi rimane il migliore di tutti. :)
Lo metto in lista ;)
Io invece ho sempre preferito il primo Nuti, quello dei Giancattivi. Come attore e autore ho sempre avuto un debole per Alessandro Benvenuti, più vicino alle mie corde e al mio umorismo. A dirla tutta ho sempre pensato (anche nel periodo di suo maggior successo) che fosse sopravalutato come regista, ma tutto sommato, con quello che si vede oggi...ne arrivassero di Nuti a riempire le sale. Personalmente mi sono fatta l'idea che il Nuti fosse diventato la gallina dalle uova d'oro per produttori, attori, distributori e di tutto quel mondo che gravita intorno a certi ambienti. Il Nuti ha fatto incassare e guadagnare moltissime persone intorno a lui, a cui forse poco importava che si stesse rovinando con le sue stesse mani. Ovviamente al primo vero fiasco l'hanno piantato tutti in asso e lui si è ritrovato a faccia a faccia con i suoi limiti e le sue fragilità. Mischiato tutto ad un carattere difficile...beh il risultato è stato tra i più rovinosi. Peccato :/
Bell'articolo, Maghella. Di Nuti sapevo che ha grossi problemi, ma niente di più. Mi dispiace. Ieri mi sono rivisto "Madonna che silenzio c'è stasera", secondo me il suo film migliore. Che una volta di più non mi ha deluso.
Anche a me piace molto quel film. C'è tutto il Nuti in piena forma!
Trenta anni fa, la prima visione di 'Caruso Paskoski...' in un teatro anche molto grande, era a 40 chilometri da casa nostra e dovemmo, una comitiva di 10 ragazzi,accomodarci tutti sparpagliati nella nella sala stracolma.....
Eravamo nella provincia toscana e il Cinema di Nuti attirava una gran folla.
Sapeva far ridere nonostante facesse di tutto nel rendersi antipatico, sempre così sovraesposto...
In America li chiamano Star....
Per noi toscani il Nuti ha avuti un valore aggiunto, forse perché gli si perdonavano certe sue antipatie...certo è che ha fatto arricchire tanti ma si è impoverito da solo, e questo mi fa tristezza. Grazie per il tuo commento :)
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