Nella terza giornata, scendono in campo tre titoli in concorso, proposti consecutivamente dalle 9.00 nella sala riservata agli accrediti. Nell’ordine, il canadese Avant le rues, l’austriaco Los decentes, che mescola distopia e sensualità, e lo statunitense Christine che vede Rebecca Hall interpretare la giornalista che a suo tempo ispirò Sidney Lumet nella realizzazione di quel capolavoro intitolato Quinto potere. Tra gli altri titoli più importanti di giornata, si affacciano il bizzarro Le loi de la jungle e Mercenarie, presentato con successo a Cannes.
Nel frattempo, ieri ha avuto luogo la prima visione italiana di Sully di Clint Eastwood, assai apprezzato dal nostro gruppetto e in generale accompagnato da parecchi applausi scaturiti da una sala stipata; a seguire The wailing non ha ricevuto lo stesso trattamento, anzi, rientra tra quei titoli che scatenano un fuggi fuggi generale, francamente anche abbastanza difficile da comprendere. La delusione di giornata arriva ad opera di Kevin Smith che con il suo Yoga hosers ha tutti i requisiti in regola per conquistare il premio di peggior titolo del 2016, nonostante la presenza di Johnny Depp, con un personaggio ripreso dal precedente Tusk, sia corposa. Comunque sia, uno dei pochi titoli discutibili visti oggi, considerando i buoni apprezzamenti ricevuti da Lady Macbeth, Le fils de Joseph e A quiet passion di Terence Davies. Invece, per la serie c’è sempre una prima volta, ecco scattare l’embargo di 24 ore scarse per l’italiano Slam – Tutto per una ragazza di cui quindi riparleremo a breve (nel bene o nel male, un caos di pezzi di carta del genere da far firmare per un film in uscita a marzo 2017 e un blocco temporale così ristretto non è facile da comprendere).
TFF 34 - Selezione di opere programmate domenica 20 novembre
Avant le rues/Before the streets (Torino 34, Can – 2016)
Québec, nella riserva Atikamekw. Il giovane Shawnouk rimane coinvolto accidentalmente in un omicidio. Attanagliato da un inestricabile senso di colpa, fugge nel bosco; mentre è impegnato a confrontarsi con se stesso, riscopre le tradizioni e i rituali del suo popolo, tra vecchi alberi, consigli provenienti dagli antenati, il fuoco e il fumo. Chloé Leriche dirige un racconto di formazione declinato in territori antropologici, utilizzando attori non professionisti che si prestano perfettamente alla causa. Opera d’esordio, selezionata in prima battuta al Festival di Berlino. Recensioni:
Los decentes/A decent woman (Torino 34, Aut – 2016)
Una cameriera presta servizio in una ricca ed esclusiva comunità residenziale situata alla periferia di Buenos Aires. Quando scopre che poco lontano c’è un’altra comunità che sfida le regole sociali, seguendo le leggi del corpo e della natura, comincia un viaggio di liberazione sessuale e mentale. A decent woman è un’opera destinata a spiazzare, capace di essere comica ma anche scientifica, unendo sotto lo stesso cielo, il rigore della composizione e un’ampia percezione sensoriale, teorie politiche ma anche il puro piacere del racconto, con frammenti distopici e la più consolidata sensualità latina. Frutto di una coproduzione internazionale tra Argentina, Austria e Corea del Sud. Recensioni: alan smithee
Christine (Sezione Torino 34, Usa – 2016)
Ispirato a una storia vera, Christine è ambientato nel 1974 e riporta le aspirazioni di Christine Chubbuck (Rebecca Hall), una giornalista televisiva che non conosce la parola fallimento, disposta a qualunque cosa pur di conseguire il successo. Antonio Campos (Afterschool) tratteggia un profondo ritratto di donna, scavando nella sua psicologia, facendo leva su una ricerca curata di musiche del tempo, che vede protagonista Rebecca Hall (Regali da uno sconosciuto, The town) riproponendo anche Michael C. Hall, storico protagonista di Dexter, e assegnando una parte a Tracy Letts. La storia di Christine ispirò Quinto potere di Sidney Lumet. Presentato negli Stati Uniti il 14 ottobre, ha ottenuto una calorosa accoglienza critica (su Metacritic, ha una valutazione professionale di 71/100). Recensioni: supadany, alan smithee, lorcio
La loi de la jungle/Struggle for life (Festa Mobile, Fra – 2016)
Marc Châtaigne (Vincent Macaigne) è uno stagista che finisce in Guyana per sistemare la prima pista sciistica dell’Amazzonia. Sul posto incontra Tarzan (Vimala Pons), una bella ragazza con cui vivrà un’avventura incredibile. Le loi de la jungle è scandito da comicità screwball, tra amore e demenzialità senza ritegno. Cast vivace che comprende anche Mathieu Amalric. Presentato dalla direzione del Festival come la commedia dell’anno. Recensioni:
Mercenaire/Mercenary (Festa Mobile, Fra – 2016)
Soane (Toki Pilioko) è un aitante rugbista proveniente dalla Nuova Caledonia che tenta la fortuna in Francia. Si ritrova solo contro tutti, tra fatica e problemi di varia natura, in un mondo dove il compromesso rimane insormontabile. Opera prima di Sacha Wolff, si tratta di un film che dissemina spigoli senza dimenticarsi appigli umani, addentrandosi nel mondo attuale che non regala nulla a nessuno. Premiato a Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs. Recensioni: alan smithee
Me’ever Laharim vehagvaot/Beyond the mountains and hills (Onde, Isr - 2016)
Israele, dopo ventisette anni di servizio, David è congedato dall’esercito e torna alla vita civile, nella sua famiglia. Per lui, è tutto molto complicato e distante, anche tra le mura di casa. Nel frattempo, la battaglia di sempre prosegue. Dopo aver diretto La banda, un piccolo successo anche in Italia nel 2007, Eran Kolirin dirige una commedia a sfondo drammatico che pone in rilievo questione apparentemente impossibili da risolvere. Presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard. Recensioni: Alan Smithee
Sam was here (After Hours, Fra – 2016)
Sam (Rusty Joiner) è un venditore alla ricerca clienti in un villaggio nel deserto del Mojave. Qui, si ritrova completamente solo, con l'auto in panne, mentre sua moglie non risponde al telefono e un talk show radiofonico informa della presenza di un serial killer di bambini. L’accoglienza delle persone locali non sarà delle migliori. Sam was here si presenta come un thriller angosciante, venato di horror, che riprende parte del cinema di genere anni ’90, gettando uno sguardo ancora più a ritroso con le paranoie di Duel. Possibile titolo cult, forte di una colonna sonora dal sapore carpenteriano. Recensioni: Alan Smithee
The transfiguration (After hours, Usa – 2016)
Milo (Eric Ruffin) è un quattordicenne nero che vive con suo fratello. Orfano e vittima di bullismo, trova conforto nel mondo dei vampiri, arrivando al punto di convincersi di essere uno di loro. L’arrivo di Sophie (Chloe Levine), l’unica ragazza bianca del suo isolato, potrebbe cambiargli la vita. The transfiguration di Michael O’Shea è un coming of age molto personale, caratterizzato da una dolcezza non omologata mescolata all’angoscia. Recensioni: Alan Smithee
A carattere riepilogativo, di seguito trovate i link per poter accedere direttamente alle pagine che riassumono tutti i post e le recensioni presenti sul Festival di Torino 2016.
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