Espandi menu
cerca
Torino Film Festival 34 – Giorno 2
di supadany ultimo aggiornamento
post
creato il

L'autore

supadany

supadany

Iscritto dal 26 ottobre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 406
  • Post 189
  • Recensioni 5883
  • Playlist 118
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

Per presentare la prima giornata full time del festival, che collocata di sabato comporta anche un notevole afflusso alle sale (spesso esaurite in ogni ordine e posto), lancio qualche numero che caratterizza la manifestazione. Sono presenti 158 lungometraggi, 17 mediometraggi e 38 cortometraggi, selezionati attraverso una scrematura che ha visto ben 4000 titoli visionati; tra le opere selezionate, 43 sono anteprime assolute, otto europee e 73 italiane. Infine, sono 46 le opere prime o seconde. Numeri ingombranti che portano a scelte obbligate, dolorose rinunce, già dal secondo giorno quando la programmazione sormonta tra loro una dozzina di pellicole a ogni orario. Per il secondo anno consecutivo, il primo sabato del Festival termina il giorno dopo grazie alla notte horror, destinata ai più coraggiosi, non tanto per la natura dell’offerta, quanto perché dopo la prima giornata piena, l’evento parte alle 00.00 con Sam was here, prosegue con The return of living dead e finisce, presumibilmente ai primi bagliori dell’alba, con il giapponese Sadako v Kayako che riunisce le entità maligne dei cult The ring e The grudge. All’interno della consueta programmazione, che parte dalle 9.00 e si chiude con gli spettacoli della seconda serata, spiccano Sully, con il primo incontro cinematografico tra due figure importanti come Clint Eastwood e Tom Hanks, il coreano The wailing, l’anteprima in largo anticipo di The Slam – Tutto per una ragazza di Andrea Molaioli, sulla carta il film italiano più importante presente al festival, A quiet passion di Terence Davies e Between us che ieri sera ha aperto ufficialmente la manifestazione durante una serata a inviti presentata da Jasmine Trinca. Infine, la sorpresa del giorno potrebbe essere il brasiliano Animal politico, che vede una mucca come protagonista umana (sicuramente, ci sarà il modo di tornare a spenderci qualche parola), e il concorso ufficiale avanza con l’inglese Lady MacBeth.

 

locandina

Animal Político (2016): locandina

 

Infine, riavvolgendo il nastro della prima giornata, Antiporno ed Elle sono riusciti a esaurire completamente (il secondo), o quasi (il primo), la sala principale del cinema Massimo, la seconda più capiente con i suoi circa 500 posti; come accadde l’anno scorso, a ogni gesto geniale di Sion Sono il pubblico va in visibilio e tributa applausi copiosi anche durante la proiezione, nonostante tra di noi – visto con Roger Tornhill e Kurtisonic – non capeggi un grande entusiasmo, con la prevalenza dell’idea che il talentuoso regista si sia divertito parecchio a realizzare un titolo fulminante soprattutto per durata (ristretta) e modalità espressive (istantanee). Per Paul Verhoeven invece alcuni applausi sono stati accompagnati da qualche mugugno; il tempo passa ma la sua arte provocatoria rimane intatta, inoculando sotto una traiettoria tradizionale anche banale, e nemmeno troppo curata, una serie di considerazioni e tesi che vanno ben oltre. Insomma, non per tutti, anche perché volgere il proprio sguardo oltre la superficie non può essere sempre una reazione automatica. Dall’ultimo film proiettato al cinema Massimo, arriva con Old stone una piacevole sorpresa, un dramma esistenziale con tinte noir intimiste e tenebrose e uno svolgimento senza sconti culminante in un finale che lascia un segno deciso. Nel frattempo, Alan Smithee ha visto i primi film proiettati nella sala riservata agli accrediti, apprezzando Jesùs, film cileno in concorso, e decisamente meno Porto, e proprio in questa sala è andato Roger Tornhill per il suo ultimo film di giornata, quel Sadie che proprio non ha digerito (definendolo, telefonato e patinato).

 

   

 

TFF 34 – Selezione di opere programmate sabato 19 novembre

 

Sully (Festa Mobile, Usa – 2016)

Con Sully, due tra le principali icone del cinema americano incrociano per la prima volta le loro strade. Ovviamente, si tratta dei premi Oscar Clint Eastwood - miglior regia per Gli spietati e Million dollar baby - e di Tom Hanks - miglior attore per Forrest Gump e Philadelphia - alle prese con un fatto realmente accaduto. Il 15 gennaio 2009 il capitano Sully Sullenberger (Tom Hanks) riesce a far planare il suo aereo in avaria sulle acque del fiume Hudson, salvando la vita a tutti i centocinquanta passeggeri e ai cinque componenti dell’equipaggio presenti sul volo. Nonostante l’acclamazione generale per un salvataggio che ha del miracoloso, prende corpo un’indagine che potrebbe rovinarlo per sempre. Dopo aver sbancato il botteghino americano, con oltre 120 milioni di dollari incassati, e aver convinto la critica – su Metacritic viaggia sui 74/100 di valutazione critica, mentre il pubblico è ancora più convinto (su Imdb è intorno al 7,9 su circa 35mila voti espressi) - l’uscita italiana è prevista per il primo dicembre. Recensioni: Alan SmitheeGaiart, Supadany

 

The wailing (Sezione After Hours, Kds – 2016)

Presentato a Cannes fuori concorso, The wailing, Goksung in originale, è ambientato in un villaggio di montagna, dove l’arrivo di uno sconosciuto coincide con il susseguirsi di una serie di strani eventi. Secondo la polizia locale, è colpa di alcuni funghi velenosi, per il volgo il reale colpevole è l’ultimo arrivato. Quando sua figlia si ammala, l’agente Jong-Goo si rivolge a uno sciamano. Fresco di opere apprezzate come The chaser e The yellow sea, Na Hong-jin appartiene alla nidiata di registi coreani sempre più ricercati dai principali festival; con questo giallo dalle tonalità horror, tanto tenebroso quanto in grado di disorientare, l’apparenza inganna e la malvagità si nasconde dietro mentite spoglie. Apprezzato dalla critica, su Metacritic si attesta su un lusinghiero punteggio di 80/100, ma anche dal pubblico (su Imdb è valutato 7,5/10). Recensioni: Alan Smithee, Mulligan71, supadany, champagne1

 

Slam – Tutto per una ragazza (Festa Mobile, Ita – 2016)

Samuele è un giovane appassionato di skateboard che trascorre le sue giornate con gli amici di sempre, con i quali condivide salti e cadute. Vorrebbe andare all’università, viaggiare, magari vivere in California, ma soprattutto desidera essere il primo della sua famiglia a non fare un figlio a sedici anni. A volte, il destino di una famiglia può essere singolare. Tratto dall’omonimo best seller di Nick Hornby, il terzo lungometraggio di Andrea Molaioli (La ragazza del lago, Il gioiellino), con interpreti affidabili come Jasmine Trinca e Luca Marinelli, affronta con piglio ironico e leggero il tema della crescita e delle responsabilità che sopraggiungono, con un insolito spirito guida: Tony Hawk, lo skater più famoso di tutti i tempi. Uscita in sala prevista (al momento) il 23 marzo 2017. Recensioni: supadany , alan smithee

 

A quiet passion (Festa Mobile, Gbr – 2016)

Emily, Austen e Vinnie crescono sviluppando un forte senso di appartenenza alla casa e alla famiglia, indottrinati da un padre (Keith Carradine) dal profondo senso del dovere e da responsabilità tanto civili quanto morali e da una madre di salute cagionevole. L’avvento della Guerra Civile e l’ossessione per la religione, incrinano la serenità familiare dei Dickinson, mentre la giovane Emily (Emma Bell/Cynthia Nixon) mostra un animo ribelle e la passione per la poesia, aspetti che la porteranno ad accettare con fatica l’amore per un uomo sposato e la relazione fuori dal matrimonio del fratello. Dopo aver presentato nella scorsa edizione del Festival Sunset song, il regista britannico Terence Davies torna a Torino con la biografia della poetessa Emily Dickinson. Il ricco cast annovera Keith Carradine (Nashville, I duellanti), Jennifer Ehle (Zero dark thirty), Cynthia Nixon (Sex and the city), Emma Bell e Jodhi May, principalmente nota per i ruoli interpretati da giovanissima in Un mondo a parte – per il quale vinse a soli tredici anni il premio come miglior attrice al Festival di Cannes del 1988 – e in L’ultimo dei mohicani di Michael Mann. Al momento, non è prevista un’uscita italiana. Recensioni: Alan Smithee

 

Between us (Film d’apertura, Usa – 2016)

Diretto da Rafael Palacio Illingworth e forte di un cast di volti freschi e già popolari che annovera Olivia Thirlby (Being Flynn, Fa’ la cosa sbagliata), Ben Feldman (Superstore, Necropolis), Analeigh Tipton (In dubious battle, Damsels in mistress) e Adam Goldberg (2 giorni a Parigi), Between us racconta le vicissitudini di una coppia di trentenni di Los Angeles che, appena dopo essere convolati a nozze in municipio, si ritrovano a dovere fare i conti con le difficoltà che una storia di lungo corso come la loro comporta. Una commedia che calibra toni dolci e drammatici nel solco della tradizione del cinema indipendente americano. Con un prezioso cameo di Peter Bogdanovich, regista fondamentale degli anni ’70 grazie a titoli come L’ultimo spettacolo, Ma papà ti manda sola? e Paper moon. Recensioni: supadany

 

Animal politico (Sezione After hours, Bra - 2016)

Ecco l’opera che merita il titolo d’imprendibile e imprevedibile ancor prima di essere vista, d’’altronde basta leggere la sintesi della trama per convincersi di questo. È popolare, adora fare shopping, fa parte di una famiglia invidiabile, gioca a pallavolo e ha delle buone amiche, ma ha una particolarità: è una mucca che vive nel mondo degli umani. Anche all’interno delle esistenze più felici, più sopraggiungere un momento di riflessione, qualora non proprio di crisi, che cambia il modo di vedere le cose e porta a nuovi, quanto incredibili, incontri. Il brasiliano Animal politico si presenta come un’originale riflessione su identità e modernità, in grado di abbinare sentimenti distanti. Riuscirà a trasformarsi in un instant cult? Recensioni: Roger tornhill

 

Lady MacBeth (Torino 34, Gbr – 2016)

Inghilterra del nord, 1865. La giovane Katherine (Florence Pugh) è bloccata da un matrimonio impostole con un uomo avente il doppio dei suoi anni e incalzata dal suocero, desideroso di avere un erede. Quando comincia una relazione passionale con un servo della tenuta, trova dentro di sé una forza che la sprona a ricercare ciò che più desidera. Con il suo secondo lungometraggio, William Oldroyd presenta un complesso ritratto di donna. Forte di un’accoglienza critica molto positiva – su Metacritic ha un punteggio di 83/100 – è stato premiato ai festival di Zurigo e di San Sebastian. Recensioni: Alan Smithee

 

Porto (Torino 34, Por/Fra/Usa – 2016)

Jake (Anton Yelchin) e Mati (Lucie Lucas), lui americano, lei francese, si conoscono a Porto e si amano. Si tratta di una notte, ma rimarrà impressa nella loro memoria, segnando la loro vita. Per il documentarista Gabe Klinger si tratta dell’esordio, prodotto niente di meno che da Jim Jarmusch, con la voce off di Chantal Akerman. Tra malinconia, Nouvelle Vague, musica jazz e una narrazione che esce dai canoni classici. Ultimo film interpretato da Anton Yelchin, morto anticipatamente in circostanze tragiche. Recensioni: Alan Smithee

 

The happiest day in the life of Olli Maki (Festa Mobile, Fin – 2016)

Finlandia, 1962. Il ventiseienne pugile Olli Maki (Jarrko Lahti), incalzato da un manager ambizioso (Eero Milonoff), ha l’occasione di incrociare i guantoni con il campione americano Davey Moore a Helsinki per appropriarsi del titolo mondiale. In realtà, Olli è un ragazzo di campagna che non aspira tanto alla gloria dei riflettori quanto a vivere pienamente il suo amore con la fidanzata Raija (Oona Airola), L’opera prima di Juho Kuosmanen ha trionfato nella sezione del Certain Regard a Cannes 2016 ed è candidato agli Oscar per la Finlandia. Considerato il calore con cui è stato accolto dalla critica e dal pubblico, potrebbe essere una delle rivelazioni dei prossimi mesi. Recensioni: Alan Smithee

 

Sadako v Kayako (After hours, Gia – 2016)

La giovane Yuri (Mizuki Yamamoto) incappa nella videocassetta di Sadako, per giunta mentre si trova nell’abitazione infestata da Kayako, finendo coinvolta nello scontro tra le due entità maligne. Direttamente da due tra le saghe horror giapponesi più famose, The ring e The grudge con tanto di remake americani al seguito, sceneggiato da Takashi Shimizu, si materializza uno scontro delirante, senza esclusioni di colpi. Recensioni: alan smithee

 

Srmt u Sarajevu/Death in Sarajevo (Festa Mobile, Fra – 2016)

Per ricordare il centenario dell’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, all’Hotel Europa di Sarajevo c’è un gran fermento per la preparazione della serata di gala voluta dall’Unione Europea. Ad appesantire il clima, ci pensa il personale, in subbuglio poiché nessuno riceve la paga da due mesi, mentre anche tra gli ospiti emergono delle tensioni. Tra lotte sindacali e scontri di pensiero, Danis Tanovic (No man’s land) adatta liberamente un’opera del filosofo francese Bernard Henry-Lévy, sovrapponendo politica, umorismo pungente e azione. In questo modo, nasce una riflessione sfaccettata sull’Europa e sui suoi popoli, tra paure e dilemmi morali. Recensioni:

 

L’Avenir/Things to come (Festa Mobile, Fra – 2016)

Quando suo marito Heinz (André Marcon) la lascia confessando un tradimento di lunga data, Nathalie (Isabelle Huppert), una professoressa di filosofia, comincia una nuova vita, proprio in coincidenza dell’estate. Decide di andare in montagna con un ex studente, cercando se stessa. Scritto e diretto da Mia Hansen-Løve (Eden, Un amore di gioventù), L’avenir offre il ritratto di una donna chiamata a ricominciare tutto daccapo. Premiato con l’Orso d’argento al Festival di Berlino e con una protagonista eccezionale, Isabelle Huppert. Recensioni: Alan Smithee

 

Absolutely fabulous: The movie (Festa Mobile, Gbr/Usa – 2016)

Ispirato a una popolare serie televisiva britannica di una decina di anni fa, Absolutely fabulous racconta le vicende di Edina (Jennifer Saunders) e Patsy (Joanna Lumley), due donne che vivono a Londra all’insegna del lusso, tra shopping compulsivo e i party più rinomati, fino a quando un incidente involontario le obbliga a fuggire. La Costa Azzurra potrebbe non essere poi così male come ripiego. Il cast può contare su parecchi personaggi noti, tra cui la chiacchierata modella Kate Moss, l’ex Spice Girls Emma Bunton, lo stilista Jean-Paul Gaultier e interpreti del rango di Celia Imrie, Gwendolyne Christie e Joan Collins. In Italia è previsto in sala dal primo dicembre 2016, dopo aver incassato oltre 20 milioni di dollari nel solo Regno Unito la scorsa estate, pur senza essere accompagnato da giudizi compattamente positivi (su Metacritic, sfiora la sufficienza complessiva, attestandosi a un giudizio critico di 59/100). Recensioni:

 

Nyai – A woman from Java (Onde, Indonesia – 2016)

Giava, 1927. Nyai è la giovane moglie di un ufficiale coloniale olandese, ormai vecchio e malato. Accoglie i visitatori che vogliono fare gli auguri a suo marito, adattandosi alle diverse caratteristiche di ognuno di loro, in una giornata intensa che vede riemergere il passato della donna, di natura forte e orgogliosa, legata indissolubilmente ai privilegi e doveri derivanti dalla sua posizione. Con Nyai, il regista Garin Nugroho racconta in un modo personale come una donna debba lottare per conquistare e mantenere la propria dignità. Il film è accompagnato da una colonna sonora in stile gamelan e appone una riflessione su come arte, danza e musica possano trovare una sinergia raggiungendo un risultato prezioso. Recensioni: alan smithee

 

Morris from America (Festa Mobile, Usa – 2016)

Crescere in una nazione lontana è sempre complicato. Morris (Markees Christmas) è obbligato a trasferirsi in Germania con il padre (Craig Robinson). L’integrazione è complicata, il legame con suo padre è messo a dura prova; in soccorso arrivano l’amore per una ragazza e un tutore con cui stringe amicizia. Ritorno a Torino per il regista Chad Hartigan (This is Martin Bonner) con un coming of age originale, complicato come lo è la vita, tanto più quando da giovane ti ritrovi in una terra straniera. Presentato negli States il 19 agosto 2016, su Metatric può contare su una buona valutazione (75/100), mentre la sua bacheca è arricchita da due premi conseguiti al Sundance, tra cui quello attribuito a Craig Robinson. Recensioni:

 

War on everyone (Festa Mobile, Gbr – 2016)

Albuquerque, New Mexico. Due poliziotti (Alexander Skarsgård e Michael Peña) vanno avanti a suon di mazzette e raggiri. Quando si trovano al cospetto di un pericoloso boss incappano in una situazione che va oltre le loro possibilità. Già conosciuto per due titoli apprezzati quali sono Un poliziotto da happy hour e Calvary, John Michael McDonaugh dirige un film senza freni, che combina il buddy cop con la commedia nera e i polizieschi di vecchia data, senza per questo crogiolarsi sugli allori. Prossimamente in Italia grazie a Movies Inspired. Recensioni: champagne1

 

locandina

Sully (2016): locandina

 

A carattere riepilogativo, di seguito trovate i link per poter accedere direttamente alle pagine che riassumono tutti i post e le recensioni presenti sul Festival di Torino 2016.

Post

Recensioni 

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati