Leggenda è forse quello che Ibrahimovic dice di essere da quando ha dieci anni, presuntuoso, prepotente, arrogante e antipatico; tutti aggettivi che hanno permesso al gigante svedese di diventare in venti anni di carriera uno dei giocatori più forti al mondo, secondo la mia personale classifica dietro solo a Ronaldo e Messi. Ho sempre apprezzato il calcio di Ibra, una sicurezza assoluta per qualsiasi squadra, non segna meno di venti goal a campionato da almeno un decennio e tanti sono i trofei, soprattutto scudetti che ha potuto alzare al cielo con gli svariati club con cui ha giocato, a ecco, un altro aggettivo, mercenario.
Ma in un epoca dove il calcio è diventato puro business e lavoro, essere "mercenari" non è poi una cosa negativa, almeno per quanto mi riguarda, soprattutto se lo fai nel migliore dei modi.
Il documentario che uscirà a fine anno, per pochi giorni nelle sale, è la storia della vita privata e non di uno dei più grandi, di una Leggenda.
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