
National Treasure
Miniserie di 4 episodi, National Treasure è iniziata in realtà il 20 settembre, ma tra l’ondata di novità americane del mese scorso e la programmazione con poco preavviso di Channel 4, era colpevolmente sfuggita alla nostra rete. La riprendiamo ora, anche perché sarebbe davvero un grave peccato passarla sotto silenzio. Si tratta innanzitutto del nuovo lavoro del golden boy della sceneggiatura inglese Jack Thorne, che oltre al successo teatrale di Harry Potter and the Cursed Child, ha scritto i seguiti di This is England, Glue, la meno felice The Last Panthers e ora è al lavoro sulle Queste oscure materie di Philip Pullman. Alla regia di National Treasure ritroviamo il Marc Munden di Utopia e nel cast abbiamo due grandissimi come Julie Walters e Robbie Coltrane. Gigante buono per eccellenza nei panni di Hagrid nella serie di Harry Potter, Coltrane interpreta qui un potenziale orco, che si cela in comico sul viale del tramonto. Erotomane e puttaniere, si ritrova accusato di stupro. L’accusa viene resa pubblica, per spingere altre donne che avessero subito violenza a farsi avanti, come nel celebre caso di cronaca inglese di Jimmy Savile che ha scatenato una sorta di caccia alle streghe, arrivata distruggere la vita anche di persone poi risultate innocenti. Come in The Night Of la colpevolezza o meno del protagonista è in dubbio, ma se là si prediligeva il naturalismo in National Treasure il clima è invece paranoico, impreziosito da duetti straordinari, per esempio quello tra il protagonista e sua figlia nel primo episodio. Sicuramente tra le migliori produzioni inglesi di quest’anno.
Westworld
Attesissima, la serie di Jonathan Nolan (anche regista del pilot) e sua moglie Lisa Joy per la produzione di J.J. Abrams e la cable HBO, arriva finalmente in Tv (da noi su Sky Atlantic) il 2 ottobre con un buon riscontro di pubblico. Un successo meritatissimo: si tratta di una produzione sontuosa come per una serie all’esordio non si era mai visto, e con un cast che non ha semplicemente precedenti nella lunga serialità: Sir Anthony Hopkins, Ed Harris, Evan Rachel Wood, Thandie Newton, Jeffrey Wright e molti altri. Tutti riuniti per reinventare Il mondo dei robot di Michael Crichton facendone una riflessione sulla coscienza dell’uomo e della macchina, con vari elementi di mistero e con un sorprendente uso della musica rock: adattata per il piano automatico del saloon. Di Westworld riparleremo senz’altro a fine stagione.
Timeless
Garcia Flynn ha rubato un prototipo di macchina del tempo e ora si muove liberamente nel continuum temporale manipolando la storia. Sulle sue tracce ci sono un soldato, una professoressa di storia e uno scienziato afroamericano, che è comprensibilmente poco entusiasta all’idea di visitare epoche precedenti le marce per i diritti umani e l’abolizione della schiavitù. Ideata da Shawn Ryan ed Eric Kripke, due autori che tempo non centrano una serie, Timeless ha un pilot inutilmente diretto da Neil Marshall e un cast che vede sfidarsi Goran Višnji? e la Abigail Spencer di Rectify. Al debutto del 3 ottobre su NBC, il pubblico americano sembra aver moderatamente gradito Timeless, ma le dinamiche tra i personaggi sono risapute, la ricostruzione delle epoche passate abusa di CGI non certo eccelsa e il finale cala un prevedibile colpo di scena. Insomma quel che una volta si chiamava, senza troppa stima: un telefilm.
Conviction
Figlia di un ex presidente degli Stati Uniti, Hayes Morrison è un ottimo avvocato ma conduce anche una vita eccessiva, tanto che viene arrestata per possesso di cocaina. Il procuratore distrettuale di New York, in accordo con la ex-First Lady, fa un patto per farla uscire di galera, ma in cambio Hayes deve prendere la leadership della Conviction Integrity Unit (Unità di integrità della condanna), ossia un gruppo di avvocati al servizio del procuratore che riesaminano i casi di chi si è dichiarato innocente. Sebbene la di Conviction sia prospettiva sia insolita, il legal drama butta in mezzo la politica, la celebrità e la faida famigliare per raccogliere un pubblico più ampio, ma così a farne le spese sono i casi giudiziari, affrontati in modo decisamente sbrigativo a giudicare dal pilot. Domina il cast la ex-Agent Carter Hayley Atwell che incontra un altro ex-Marvel: Shawn Ashmore, una volta Uomo Ghiaccio tra gli X-Men. Conviction, in onda su ABC dal 3 ottobre, è ideata da Liz Friedman - attiva dai tempi di Xena e recentemente impegnata su Orange is the new black - e Liz Friedlander, più regista che sceneggiatrice: ha infatti diretto l’episodio pilota.
No Tomorrow
Comedy con episodi da 40 minuti (sì, sono troppi) trasmessa dal 4 ottobre su TheCW, No Tomorrow è basata sulla brasiliana Como Aproveitar o Fim do Mundo. Protagonisti sono Joshua Sasse (ex-Galvant) e la canadese Tori Anderson. Lui interpreta Xavier, un uomo convinto che il mondo finirà entro meno di un anno per via della collisione con un asteroide e quindi deciso a godersi la vita che rimane. Lei invece è Evie, ha una esistenza regolare e una boss severa al lavoro, segretamente innamorata del pacioso collega afroamericano della protagonista. Tra Xavier ed Evie scatta il colpo di fulmine e, dopo essersi persi e ritrovati, insieme stileranno una “apocalista” di cose da fare prima della fine del mondo. L'adattamento è curato da Corinne Brinkerhoff, reduce da American Gothic, e l’esito è stucchevole proprio come sembra da questo riassunto. Alla regia del primo episodio di No tomorrow c'è Brad Silberling, ma in modalità pilota automatico.
Frequency
Altra nuova serie di TheCW, iniziata il 5 ottobre, conferma il tentativo della rete di alzare il proprio target con prodotti dai protagonisti più adulti. Così però si perde la specificità del canale senza riuscire a competere alla pari con ABC o NBC, come dimostra questo scialbo remake di Frequency, il film del 2000 con Jim Caviezel e Dennis Quaid. Curato da Jeremy Carver, che ha tenuto per diversi anni il timone di Supernatural, l’adattamento vede protagonista Peyton List, nei panni di una poliziotta che via radio entra in contatto il padre morto anni prima, interpretato da Riley Smith. Il loro scambiarsi informazioni fa in modo che lui scampi alla morte, ma questo cambia diverse cose nel presente di Riley, secondo il più tipico di paradossi temporali. Nel cast i Frequency anche Mekhi Phifer, per vari anni in E.R. e Lie to Me, e alla regia del primo episodio Brad Anderson, altalenante al cinema e uomo per tutte le occasioni in Tv, dove può passare dalle produzioni HBO a quelle TheCW.
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Ho visto la prima puntata di Westworld in lingua originale, si tratta in tutta evidenza di una prima grezza impressione (sempreché chi scrive sia in grado di pervenire ad analisi sottili).
La serie gioca su ritmi cerebrali, lenti, con improvvise accelerazioni. Il cast è di tutto rispetto; qui - in questo mondo fantastico, che guarda ad un futuro non certo prossimo - è stato consegnato Ed Harris, uomo del west del terzo millennio. La sua figura non è solo quella di chi riveste un ruolo nell'organigramma attoriale, ma anche la vicenda simbolica di una marionetta che si riconosce come tale ma rifiutando il suo ruolo e il suo mondo diventa distruttiva. Tale è la (graduale) consapevolezza dell'eroina della vicenda, un'androide veterana le cui continue sofisticazioni caratteriali la portano sempre più vicina al sentire umano. La sua ribellione sarà (presumo) differente da quella del cow boy.
Da vedere
P.S. sul pistolero Ed Harris potrei aver preso una sonora cantonata, fare previsioni sulla scorta di una sola puntata non è facile. Tuttavia non sembra un semplice guest pagante annoiato dalla ripetitività del suo ruolo di bad.
Vedrò, vedremo
Il personaggio di Ed Harris viene considerato un guest, il che non esclude che nasconda qualcosa magari anche sulla sua natura più intima. Vedremo.
Westworld, viste per ora due puntate, la metterei nelle serie sotto il titolo "Figate pazzesche". Una delle migliori di sempre, se bastassero due puntate a definirla. Non bastano, ma HBO a occhio ha trovato un'altra big.
grazie Andrea per aver segnalato National Treasure, che altrimenti molti di noi probabilmente avrebbero perso nel delirio di proposte dell'ultimo periodo. fortunatamente il regista Munden dal cast di "Utopia" si è portato dietro anche uno dei più grandi compositori di soundtrack degli ultimi anni, ovvero Cristobal Tapia De Veer, autentico sperimentatore e costruttore di atmosfere originali e personalissime.
la tua "rubrica" sta diventando sempre più un "must" del sito...;-)
Grazie a te. La rubrica serve proprio a segnalare cose :)
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