Il New York Times ha tweetato da poco la notizia della morte del regista 86enne Sidney Lumet. Sembra che le cause della morte siano da accreditare a una lunga malattia che da tempo lo affligeva.
Un 2011 quasi maledetto, verrebbe da dire. Un altro grande nome della cinematografia internazionale ci lascia. Difficile riassumere la sua lunghissima filmografia, decisamente poco commerciale, e scegliere dei titoli rappresentativi, dal suo esordio con "La parola ai giurati" ai suoi lavori con Pacino ("Serpico" e "Quel pomeriggio di un giorno da cani"), da "Quinto potere" a "L'uomo del banco dei pegni". Non c'è attore di fama che non sia passato sotto la sua direzione (da Anna Magnani a Sophia Loren, da Marlon Brando a Sean Connery, da Al Pacino a Dustin Hoffman, da Philip Seymour Hoffman a Jeff Bridges, da Katharine Hepburn a Faye Dunaway) e il motivo è semplice: sapeva trattarli e dirigerli come pochi, egli stesso era stato attore prima di passare (relativamente tardi) dietro la macchina da presa. Pochi i pareri contrastanti sul suo operato, la sua messa in scena mai banale faceva dimenticare anche i difetti dei suoi film.
Lui aveva scelto di continuare a girare a New York, cogliendone la quintessenza e rifiutando il glamour di Hollywood. Hollywood non lo aveva mai ripagato, il suo unico Oscar personale è alla carriera (nel 2005). Aveva scritto nelle sue memorie del 1995 che l'ambientazione era la protagonista principale dei suoi film che avevano come scopo qualcosa in più del divertimento, permettevano allo spettatore di aprire un nuovo flusso di coscienza e di pensieri. Realizzava film solo per il gusto di girare, sosteneva che era un modo piacevole di trascorrere il tempo e che non spettava all'arte cambiare il mondo, la sua etica spesso moralista e portatrice di valori era solo una casualità, una fotografia dei tempi. Spesso sceglieva di partire dalle aule di tribunale, luogo di cui stigmatizzava i peggiori peccati ritornando sulle strade in cui nascevano, analizzando il tutto con ironia e raffinatezza.
Il suo ultimo film da regista è del 2007, "Onora il padre e la madre", un titolo da brivido in originale: Prima che il Diavolo sappia che tu sia morto... Personalmente, difficile togliermi dalla mente la rapina in banca di Sonny e i poliziotti corrotti, il suo amore difficile e fuori dagli schemi per i tempi.
Sidney Lumet (25 giugno 1924 - 09 aprile 2011)
Ogni tanto mi piace scegliere anche tra altri utenti degli scritti lontani nel tempo riguardanti i personaggi in questione. Credo che l'opinione di FABIO1971 su "La parola ai giurati" dica molto sul cinema di Sidney Lumet:
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