Il settimo giorno del concorso a #Venezia73 batte bandiera statunitense con due opere tra loro molto differenti per toni e contenuti: da un lato, sarà la volta di The Bad Batch, dramma distopico firmato da Ana Lily Amirpour, mentre dall’altro lato sarà la volta del documentario Voyage of Time di Terrence Malick.
A poche ore dalla proiezione, The Bad Batch racconta la storia di una giovane ragazza che vaga per un selvaggio deserto negli Stati Uniti di un distopico futuro. La giovane è Arlen, una delle migliaia di americani ritenuti inaccettabili per la società e scaricati senza troppe cerimonie in un territorio ostile e separato dal resto della civiltà. Mentre vaga nelle desolate terre in cui è in esilio, Arlen è catturata da una banda di selvaggi cannibali e ben presto si rende conto di dover lottare per la propria salvezza. Politica e mistero, dunque, si fondono e lo spettacolo è assicurato. Del resto, la regista di sé fa scrivere: “se la si sventra, dal suo interno escono sangue, budella e idee”. Secondo la Armipour: “The Bad Batch è a suo modo una lettera d’amore per l’America dentro un modernissimo spaghetti western. Il clima è psichedelico e richiama gli anni Novanta, Ottanta e persino Settanta. Traggo ispirazione da una semplice constatazione: gli Stati Uniti sono un territorio fuori dal tempo. Se lasciamo le grandi città, ci ritroviamo subito in qualche strana cittadina ancora bloccata ai decenni scorsi. In un clima da C’era una volta il West e Cuore selvaggio ma anche da La storia fantastica, ho voluto rappresentare gente reale che vive ai margini del deserto, in grandi distese di povertà. Fuori da New York o da Los Angeles, esiste gente che vive ancora senza telefono cellulare o nelle roulotte”.
Discorso diverso invece quello che riguarda Voyage of Time di Terrence Malick. In Voyage of Time, esperienza dei sensi, della mente e dell’anima, è l’universo che ci passa davanti agli occhi in un viaggio d’esplorazione nel nostro passato planetario e in una ricerca del luogo cui l’umanità è destinata in futuro. Percorso dalla mormorante energia della natura stessa, il film fonde effetti speciali innovativi con grandiose riprese girate in giro per il globo e oltre il globo, alla scoperta di ciò che dura, di ciò che resiste nel tempo.
Che cosa significa, dopo tutti quegli eoni, essere noi, qui, ora? L’azione ripercorre la cronologia scientifica dell’universo, dalla nascita delle stelle all’esplosione di una nuova vita sulla Terra, alla comparsa dell’umanità con il conseguente stravolgimento del pianeta. Malick invita gli spettatori a sondare il passato, il presente e il futuro in un modo intimo. Il film mostra una serie di fenomeni naturali mai visti prima, fenomeni celesti e terrestri, macroscopici e microscopici, proposti con la consulenza di un gruppo di esperti scientifici all’avanguardia.
La violenta geologia del pianeta ai suoi albori. Le prime cellule, che si sviluppano, si dividono, esplorano ogni nicchia possibile. La comparsa dei pesci, delle foreste, dei dinosauri e della nostra specie con la sua necessità di rapportarsi a ogni cosa: tutto questo si trasforma in un inno alla natura, alla vita, all’universo. Non esistono due individui che avranno la stessa esperienza.
Com’è nel suo stile, Malick non rompe il silenzio e lascia ai suoi produttori l’onere di un commento: "La natura è un continuo inizio; una nascita senza fine. Voyage of Time è il tentativo di creare un’esperienza filmica nuova e immersiva. Utilizziamo il potere del cinema per fondere le più avanzate conoscenze scientifiche dell’universo con i misteri indescrivibili e la passione per l’arte in modo da creare un viaggio sensorio che diviene per ognuno un’esperienza di scoperta personale. Lo spettatore è immesso, libero, nella colossale vastità degli eoni per esplorare quasi quattordici miliardi di anni del nostro universo e porsi interrogativi... raramente espressi, meditati in momenti personali... intessuti comunque nella nostra vita. Che cosa significa, dopo tutti questi eoni, essere noi, qui, ora?".
---------------------------------------------------------
Queste le recensioni dei film visionati ieri:
Piuma - Recensione di Maghella
A Woman's Life - Recensione di Spaggy
Rocco - Recensione di Spaggy
The Nobodies - Recensione di Supadany
One More Time with Feeling - Recensione di EightAndHalf
White Sun - Recensione di Supadany
The Road to Mandalay - Recensione di EightAndHalf
Oci ciorne (versione restaurata) - Recensione di Alan Smith
Maudite Poutine - Recensione di Alan Smithee
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta